“LE TRASFORMAZIONI DELLA NEURORADIOLOGIA E L’ENTUSIASMO DEI GIOVANI: UNA SFIDA CONTINUA AL CAMBIAMENTO”

“LE TRASFORMAZIONI DELLA NEURORADIOLOGIA E L’ENTUSIASMO DEI GIOVANI: UNA SFIDA CONTINUA AL CAMBIAMENTO”

23 dicembre 2022

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“LE TRASFORMAZIONI DELLA NEURORADIOLOGIA E L’ENTUSIASMO DEI GIOVANI: UNA SFIDA CONTINUA AL CAMBIAMENTO”

Intervista alla dottoressa Maria Grazia Bruzzone, direttore di Neuroradiologia che, alla soglia della pensione, ringrazia i colleghi e racconta i suoi ‘primi 40 anni al Besta’.

 

Tutte le innovazioni degli ultimi anni sono state una sfida per me e motivo di aggiornamento continuo nel mio lavoro”, dice la dottoressa Maria Grazia Bruzzone, dal 2005 direttore della Neuroradiologia del Besta. Dal 1981, quando è entrata al Besta prima come tirocinante, poi come contrattista, assistente e successivamente come direttore, ha seguito tutte le evoluzioni che la Neuroradiologia ha attraversato. Tra pochi giorni andrà in pensione, non senza un pizzico di nostalgia, ma continuerà a collaborare con il suo team di ricercatori per progetti già in corso.

Quando ho iniziato la mia carriera non c’era la Risonanza Magnetica. La prima, a campo magnetico molto basso, è arrivata l’8 dicembre 1984.  Allora venne a inaugurarla il presidente della Repubblica Sandro Pertini – ricorda la dottoressa Bruzzone -. C’erano invece l’angiografia e la TAC, terza installazione in Italia. La TAC EMI 1010 era stata sviluppata in Inghilterra negli anni ’60 con i proventi del disco dei Beatles della casa discografica EMI.  Credo di aver assistito, passo per passo, a tutto lo sviluppo della Neuroradiologia, in cui il Besta ha avuto un ruolo cruciale – aggiunge -. Oggi è tutto diverso: nel corso degli anni io stessa ho cambiato mentalità. Da radiologa che esaminava le immagini sulle lastre, sono passata alla digitalizzazione e a tecniche avanzate di risonanza magnetica che forniscono molteplici informazioni anche metaboliche e funzionali. Negli ultimi dieci anni, infatti, le tecniche di risonanza sono diventate quantitative. Prima la valutazione si basava solo sulle conoscenze del radiologo, ora all’esperienza, che resta imprescindibile, si aggiungono risultati numerici oggettivi che bisogna saper interpretare.

La dottoressa Bruzzone ha accolto con entusiasmo il passaggio a un metodo di lavoro basato sull’innovazione e a una sempre maggiore multidisciplinarietà: “Il reparto all’inizio era formato solo da neuroradiologi e tecnici, ora invece il gruppo di lavoro è formato anche da matematici, fisici e neuropsicologi. Una delle mie soddisfazioni è aver creato questo gruppo di ricerca che vedo lavorare con entusiasmo e spirito di collaborazione nel portare avanti progetti. Imparo tanto dai giovani e questo mi ha sempre dato grande entusiasmo”.

Infine i ringraziamenti della dottoressa Bruzzone vanno ai tanti colleghi - radiologi, i tecnici, le coordinatrici, gli infermieri, le segretarie del reparto, i ricercatori - che l’hanno affiancata durante il percorso al Besta:Anche nei momenti difficili, magari con qualche discussione animata, siamo sempre riusciti a risolvere i problemi e a ripartire con entusiasmo”. Non per ultimi i maestri: “Ad Angelo Passerini, che mi ha insegnato le basi per impostare il mio lavoro quando mi ha accolta al Besta; a Mario Savoiardo, maestro attento e severo  che mi ha insegnato a perseguire progetti ambiziosi e a portarli avanti con rigore, a Fabrizio Tagliavini, che nel 2016 mi ha spinta a intraprendere il progetto ambizioso di coordinamento della Rete Italiana di Neuroimaging”.

 

                                                        

 

                                                                                    

 

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 23/12/2022