Istituto Neurologico "Carlo Besta" | Fondazione IRCCS
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17/10/2024
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MALATTIE MITOCONDRIALI: RICERCA DI BASE, TERAPIE AVANZATE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RUOLO DEI PAZIENTI NELLA RICERCA AL CENTRO DEL CONVEGNO NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE MITOCON
I focus del 14° Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali organizzato dall’Associazione Mitocon, a Padova dal 25 al 27 ottobre. Le nuove scoperte dalla ricerca di base per l’individuazione di strategie per la cura e la prevenzione di queste malattie. L’importanza degli studi di storia naturale per una migliore caratterizzazione clinica. Nuovi approcci diagnostici applicati all’AI. Possibili terapie per specifiche mutazioni come il gene Opa1, la sindrome di MELAS o le sindromi da deplezione del DNA mitocondriale. Terapie avanzate in grado di correggere il DNA mitocondriale, come il gene editing e la terapia genica e strategie terapeutiche che utilizzano i microRNA. Obiettivo: costruire una ricerca vicina al paziente e con il paziente.
Tre giornate dedicate allo studio e alla cura delle malattie mitocondriali. Il Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali 2024 (Mitochondrial Disease Conference) apre con la presenza di tanti ricercatori ed esperti nazionali e internazionali che, con Mitocon, stanno portando avanti il progetto di trovare quella cura definitiva che ancora non esiste. I lavori del Convegno Scientifico si apriranno il 25 ottobre a Padova, polo di eccellenza per lo studio delle patologie mitocondriali. Carlo Viscomi, Professore Associato di Genetica presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e membro del Comitato Scientifico Mitocon. racconta l’attività di ricerca che sta guidando presso il centro patavino -“La nostra ricerca si sviluppa su due filoni tra loro connessi: il primo mira a capire i meccanismi delle malattie mitocondriali, il secondo allo sviluppo di nuove terapie, proprio partendo dai meccanismi di base. Stiamo inoltre sviluppando sia approcci terapeutici di tipo farmacologico sia di terapia genica basati sui vettori virali adeno-associati.
Focus su ricerca di base e nuove terapie, i temi al centro del congresso Mitocon.
Nonostante i recenti progressi, per le malattie mitocondriali mancano ancora cure definitive. Nell'ultimo decennio sono emerse terapie che stanno raggiungendo, o hanno già raggiunto, la fase dei trial clinici, con il potenziale di influenzare significativamente il decorso della malattia. Tuttavia, la traduzione di queste nuove terapie sperimentali negli esseri umani è stata messa alla prova dalla eterogeneità clinica e genetica. Attualmente, solo per la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) è disponibile una terapia in grado di rallentare la progressione della malattia. Anche gli studi retrospettivi sulla storia naturale, con il reclutamento di pazienti tramite i registri nazionali e internazionali sono stati fondamentali per approfondire il fenotipo di specifici disturbi. La ricerca di base sta facendo ulteriori passi avanti e rispetto al passato è sempre più importante l’integrazione tra attività di diagnostica e ricerca con il fine ultimo di trovare soluzioni terapeutiche per i pazienti. Lo spiega Valeria Tiranti, Vice Direttrice Scientifica dell’ Istituto “Carlo Besta” di Milano - Nei nostri laboratori abbiamo sviluppato modelli cellulari complessi, derivati dai pazienti, al fine di testare terapie farmacologiche e geniche. Stiamo inoltre lavorando ad approcci terapeutici sperimentali basati sull’utilizzo di nano-particelle e materiali biocompatibili, e di terapia genica precoce, volta a prevenire l’insorgenza di una patologia-.
Nella seconda giornata del Convegno, il mondo della ricerca si confronterà con rappresentanti delle istituzioni ed esperti di sviluppo di farmaci per discutere delle prospettive concrete e delle sfide, cliniche e regolatorie, poste dall’avvento delle terapie avanzate.
Protagonisti anche i Giovani Ricercatori in una sessione interamente dedicata alla presentazione dei loro studi, in linea con una delle priorità dell’Associazione che è quella di contribuire alla crescita e alla formazione d’eccellenza della nuova generazione di medici e ricercatori e garantire al contempo il fisiologico ricambio generazionale.
Focus sulle Neuropatie Ottiche Mitocondriali
Le neuropatie ottiche mitocondriali (MON) sono caratterizzate dal coinvolgimento preferenziale del fascio papillo-maculare (PBM) che porta ad atrofia temporale del nervo ottico e ad una perdita della visione centrale- spiega la dott.ssa Chiara La Morgia dell’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna - Le due principali MON sono la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) causata, nella maggior parte dei casi, da 3 mutazioni primarie del DNA mitocondriale ed ereditata per via materna, con esordio prevalentemente in età giovanile-adulta, e l’Atrofia Ottica Dominante (DOA), malattia che solitamente inizia nell'infanzia e spesso riconosciuta quando il bambino inizia la scuola. Alle neuropatie ottiche di origine mitocondriale sarà dedicato un Simposio per discutere gli aspetti diagnostici, farmacogenomici, terapeutici e di storia naturale.
Focus su intelligenza artificiale e machine learning per migliorare il percorso diagnostico
Nel corso del Convegno, ampio spazio sarà dedicato ad un approfondimento sull’impiego dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi di machine learning nella diagnosi delle malattie mitocondriali e nel monitoraggio dei pazienti. La diagnosi delle malattie mitocondriali è un processo complesso che richiede l’interpretazione esperta dei fenotipi, della storia familiare e delle informazioni biochimiche e istologiche. Questa complessità incide sui tassi di diagnosi e limita l'accesso alla prevenzione e alla corretta gestione della malattia. “Sfruttando l’intelligenza artificiale, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - spiega il prof. Andrea Bandini- abbiamo implementato metodologie di machine learning (ML) che potrebbero rivoluzionare la pratica clinica portando a un miglioramento della cura e della gestione dei pazienti mitocondriali e neurologici, attraverso lo sviluppo di strumenti multimodali e intelligenti per la valutazione clinica a distanza”.
Al tavolo della ricerca anche le persone
Il Convegno Mitocon è storicamente un importante momento di dialogo e confronto tra la comunità scientifica e i pazienti e viceversa. “Mitocon nasceva 17 anni fa con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica ma anche di orientarla – afferma Marco Marmotta, Presidente Mitocon – questo progetto prosegue, non solo con il sostegno costante dell’Associazione alla ricerca scientifica ma anche con una partecipazione attiva dei pazienti ai tavoli scientifici. Solo lavorando insieme possiamo dare le risposte ai pazienti e possiamo tradurre la ricerca scientifica in cura”.
Le malattie mitocondriali, patologie complesse e multisistemiche
Con oltre 350 caratterizzazioni genetiche, le malattie mitocondriali sono tra le malattie metaboliche ereditarie più frequenti. Interessano il funzionamento dei mitocondri, piccoli organelli definiti le “centraline energetiche” della cellula, in quanto responsabili della produzione di energia. In realtà i mitocondri sono responsabili di una serie di processi metabolici molto complessi nonché della biosintesi di alcuni neurotrasmettitori cerebrali. Proprio perché i mitocondri sono presenti in tutti i tessuti e sono responsabili di molteplici funzioni, le malattie mitocondriali sono patologie complesse e multi-sistemiche, che possono insorgere a qualsiasi età con diversi sintomi e gravità. Colpiscono nel mondo una persona su 4.300 e in Italia sono circa 15.000 i pazienti diagnosticati.
MITOCON, l’impegno per la ricerca di una cura per le malattie mitocondriali
Dal 2011 Mitocon ha stanziato oltre 2.200.000 euro al sostegno di progetti di ricerca di base e applicata per migliorare la comprensione dei meccanismi di funzionamento dei mitocondri e sviluppare nuove terapie. Sostiene la ricerca scientifica per rendere concreta la speranza di trovare delle cure definitive e progetti volti a migliorare la qualità della vita delle persone affette da malattie mitocondriali, bambini e adulti, e le loro famiglie. In 17 anni, Mitocon è diventata in Italia il principale elemento di raccordo tra i pazienti, le famiglie, la comunità scientifica, l’industria e le istituzioni.

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16/10/2024
16/10/2024
INCLUSIONE PER TUTTI NEL MONDO DEL LAVORO: L’ISTITUTO BESTA, GRAZIE ALLA JOINT ACTION EUROPEA JACARDI, FORMA LE AZIENDE PER ESSERE PIU’ INCLUSIVE NEI CONFRONTI DELLE PERSONE CON MALATTIE CRONICHE
21 paesi europei si uniscono una delle più grandi iniziative europee volta a cercare soluzioni per la prevenzione e gestione delle malattie cardio e cerebrovascolari e del diabete. Al via a Parigi l’assemblea generale della Joint Action on Cardiovascular Diseases and Diabetes (JACARDI) che conduce 142 progetti pilota per un budget complessivo di 52 milioni di euro grazie all’impegno di 76 istituzioni partner coinvolte.
All’interno del progetto l’Italia ha un ruolo di primaria importanza. L’Istituto Superiore di Sanità è il coordinatore europeo del progetto e ha l’obiettivo di garantire una gestione e un coordinamento efficiente dell’intera Join Action.
L’Istituto Besta entra nel progetto Jacardi con il ruolo di co-leader del Work Package 11, dal titolo “Labour participation of people living with non-communicable diseases (NCDs), in particular with cardiovascular diseases and diabetes”. L’obiettivo è quello di supportare la partecipazione lavorativa delle persone che vivono con malattie non trasmissibili, in particolare con patologie croniche cardio e cerebrovascolari e diabete, identificando i fattori che ne ostacolano la partecipazione lavorativa per trovare soluzioni a livello organizzativo delle aziende, migliorando l’inclusione, l’inserimento, il mantenimento e il ritorno al lavoro.
Nello specifico, l’Istituto Besta svilupperà il corso «Workbox on inclusion and workability: a tool for Managers» di formazione e training sul management delle malattie croniche nel mondo del lavoro dedicatio in primo luogo alle PMI affinché le aziende diventino sempre più inclusive. Verrà dunque sviluppata una piattaforma nella quale saranno disponibili per tutte le aziende italiane materiali didattici su tematiche relative alla workability, inclusività e partecipazione lavorativa, video motivazionali e strumenti di valutazione. Le tematiche del progetto Jacardi vengono proposte anche nel corso di perfezionamento “Disability Manager e Mondo del Lavoro” dell’Università Cattolica di Milano e dell’Istituto Besta, sapendo che almeno 1 lavoratore su 4 ha una condizione di salute che impatta sulla workability.
“Questa assemblea generale di Jacardi coincide con un momento significativo, quello del G7 inclusione e disabilità in cui per la prima volta al mondo i ministri che si occupano di inclusione condivideranno strategie e impegni per contrastare le discriminazioni e garantire per tutti nella quotidianità una piena partecipazione civile e sociale. Attraverso l’esperienza maturata dall’Istituto Besta potremo veramente aiutare le aziende e i manager a portare avanti politiche di inclusioni per le persone con malattie croniche. Il nostro Corso di formazione online potrà partire da gennaio 2025 grazie al contributo di JACARDI” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia. “Se un’azienda vuole dimostrare di essere veramente inclusiva, deve esserlo anche nei confronti di tutti i lavoratori, con e senza malattie croniche, proponendo modifiche in grado di rendere l’ambiente lavorativo adatto ad accogliere qualsiasi persona fragile, sia in modo temporaneo che permanente» - conclude Leonardi.
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16/10/2024
16/10/2024
GUIDA PRATICA ALLA PRENOTAZIONE DI PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE DI PRIMO ACCESSO
È disponibile la guida pratica per la prenotazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale di primo accesso (non di controllo), ovvero per prenotare una visita specialistica o accertamenti diagnostici/indagini strumentali, diffuso da Regione Lombardia. Qui di seguito è possibile trovare tutte le informazioni utili!

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11/09/2024
11/09/2024
CEFALEA CRONICA: NE SOFFRE IL 2% DEGLI ADOLESCENTI
AL CENTRO CEFALEE DELL’ISTITUTO BESTA IMPORTANTI RISULTATI ARRIVANO DA UN APPROCCIO CHE CONSIDERA L’EMICRANIA UN FENOMENO BIO-PSICO-SOCIALE
Sono centinaia i giovani adolescenti che ogni anno arrivano al Centro Cefalee dell’Istituto Neurologico Besta. Ogni lunedì, presso gli ambulatori dell’Istituto, si svolge un’attività clinica specifica dedicata ai più giovani per fornire un inquadramento diagnostico delle diverse forme di cefalea: prevalentemente emicrania e cefalea di tipo tensivo.
Questo tipo di cefalee può assumere una forma cronica che, secondo la letteratura scientifica, interessa il 2% dei giovani. Questi ragazzi lamentano un dolore pressochè quotidiano e che scarsamente risponde ai farmaci antidolorifici che di solito vengono utilizzati: questo perchè il sintomo del dolore spesso assume importanti connotazioni emotive.
Tensione, ansia, senso di inadeguatezza e fatica ad adattarsi alle situazioni sociali sono variabili che spesso determinano l’esordio o il persistere del dolore. Per questo motivo, oggi, nel proporre ai giovani pazienti un’adeguata strategia terapeutica, si tende a considerare l’emicrania come un fenomeno bio-psico-sociale in cui aspetti di tipo biologico sono strettamente connessi ad aspetti di tipo psicoemotivo e anche sociale.
Esistono alcune abitudini di vita – spesso poco osservate dai pazienti e dalle famiglie - che possono influenzare in maniera significativa l’andamento clinico di una forma di cefalea nei più giovani. Avere un’alimentazione regolare evitando di saltare la colazione al mattino, praticare sport o un’attività fisica regolare, e un corretto ritmo sonno veglia sono regole elementari che, se osservate, possono portare ad un miglioramento. Le recenti pubblicazioni che riguardano proprio le abitudini alimentari evidenziano come una regolare alimentazione con una colazione adeguata che prepara alle attività intellettuali della giornata scolastica può ridurre fino al 30 % la frequenza degli episodi di dolore. Anche il ruolo importante della attività fisica è stato confermato nel prevenire situazioni di malattia quali la depressione e il dolore cronico e tutto questo è ben documentato da autori che si sono impegnati con progetti di ricerca rigorosi che confermano come l’attività fisica possa sostituire la terapia farmacologica o anche la psicoterapia per la depressione con miglioramenti molto significativi degli indici di dolore e di depressione. Anche l’attività fisica può sostenere il miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione del caso dell’emicrania. Secondo lo studio “Exercise for the treatment of depression” BMJ. 2024 . L’attività fisica può sostenere un miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione nel caso della emicrania con risultati significativi in termini di riduzione frequenza e intensità degli attacchi fino al 25-30% e un miglioramento della disabilità indotta dalla condizione di malattia fino al 40%.
Spesso poi ci si dimentica di considerare l’ambiente in cui vivono i ragazzi: dalle situazioni conflittuali in famiglia, alle criticità vissute in ambiente scolastico che possono rendere gli adolescenti più vulnerabili, fragili e più facilmente esposti a manifestare con il “mal di testa” un disagio emotivo che non è riconosciuto in modo consapevole. “Il sintomo cefalea è molto diffuso e esprime un disagio spesso misconosciuto o sottovalutato e noi clinici pensiamo che il farmaco sia la sola soluzione, ma in molti casi non è così” – spiega la dottoressa Licia Grazzi, Responsabile SS Centro Cefalee - Neurologia 3 dell’Istituto Neurologico Besta. “Accostare alle terapie farmacologiche approcci che modificano il comportamento può essere la manovra vincente. È quindi importante educare i giovani e le loro famiglie alla pazienza e a coltivare le proprie risorse interiori per superare un momento difficile. Affrontare il dolore è un elemento imprescindibile in un corretto progetto di terapia e può prevenire condizioni di malattia come cefalea ed emicrania”.
In altre parole, secondo gli esperti del Centro Cefalee dell’Istituto Besta, occorre incoraggiare approcci di terapia multidisciplinare che rinforzino comportamenti corretti e stili di vita adeguati per favorire la salute del cervello. A questo proposito anche le nuove tecnologie giocano un ruolo importante. Le piattaforme di terapia comportamentale online, o la mindfulness praticata in presenza o online hanno permesso di continuare a seguire pazienti adulti e giovani nei loro programmi di terapia. Al Centro Cefalee del Besta la pratica di mindfulness viene associata a terapie con un miglioramento clinico significativo che tende a perdurare nel tempo arrivando a riduzioni del 50% della frequenza degli episodi di emicrania nei ragazzi che dimostrano un’adesione positiva al trattamento.
“I clinici che si occupano dei pazienti con cefalea ed emicrania possono davvero fare prevenzione in questo ambito partendo da istruzioni semplici e che fanno parte di una strategia terapeutica. Spesso queste semplici accortezze possono favorire un miglioramento significativo in termini di frequenza e intensità del dolore riducendo l’utilizzo delle terapie farmacologiche che rimangono di grande aiuto per situazioni specifiche e di elevato impatto clinico” – conclude Grazzi.

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09/09/2024
09/09/2024
Avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
Di seguito è possibile consultare l'avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
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06/09/2024
06/09/2024
SINDROME DI LEIGH: RICERCATORI DEL BESTA AL LAVORO PER SVILUPPARE UNA TERAPIA FARMACOLOGICA NEONATALE E UNA TERAPIA GENICA FETALE IN UTERO
Il progetto vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon ha ricevuto un finanziamento di 240mila euro e avrà durata biennale
Sviluppare una terapia farmacologica neonatale e una terapia genica fetale in utero per la sindrome di Leigh. È questo l’ambizioso progetto coordinato dal Dott. Dario Brunetti, Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano e Principal Investigator presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta, vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon che ha selezionato 22 progetti di ricerca in tutta Italia dedicati alle malattie genetiche rare. Il progetto ha ricevuto un finanziamento pari a 240mila euro e avrà una durata biennale. Allo studio parteciperanno anche le dott.sse Alessia Di Donfrancesco e Alessia Adelizzi, insieme al dr. Ivano Di Meo e alla dott.ssa Valeria Tiranti dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.
La sindrome di Leigh (LS) è una delle malattie mitocondriali più frequenti dell’età pediatrica che colpisce 1 su 36 mila nuovi nati. Si tratta di una malattia neuro-metabolica che interessa il sistema nervoso centrale e in particolare il tronco cerebrale e il cervelletto. I bambini colpiti presentano un progressivo ritardo dello sviluppo psicomotorio e disabilità neuromuscolari, che portano alla morte del paziente nei primi tre anni di vita.
Una delle cause principali di questa malattia è la mutazione del gene SURF1, coinvolto nel corretto funzionamento dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula.
I recenti studi condotti dal gruppo di ricerca del Dott. Brunetti e dal gruppo del Prof. Alessandro Prigione dell’Università di Dusseldorf hanno permesso di capire come le mutazioni di SURF1 impattano negativamente sul neurosviluppo causando un blocco metabolico della cellula che ostacola il corretto differenziamento dei neuroni. Da qui l’intuizione che, un intervento terapeutico mirato e molto precoce o un approccio di terapia genica fetale, possano rappresentare una strategia promettente per contrastare lo sviluppo di questa patologia. Grazie al progetto finanziato da Telethon saranno quindi studiati questi due approcci terapeutici con ricerche condotte sul modello suino di sindrome di Leigh. Nel caso della terapia farmacologica si proverà a testare una classe di farmaci inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5I), che hanno dato risposte positive in una sperimentazione europea fatta su modelli in vitro, con l’obiettivo di ripristinare il metabolismo cellulare durante lo sviluppo neurologico postnatale.
La terapia genica fetale da somministrare in utero, sviluppata dal Dott. Brunetti assieme al Professor Nicola Persico (assistito dalle dott.sse Simona Boito e Anastasia Giri), chirurgo fetale dell’Ospedale Policlinico e docente di Ostetricia e Ginecologia del Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano, si propone di risolvere il deficit genetico alla radice reinserendo la versione corretta del gene difettoso nel feto prima della nascita tramite iniezione eco-guidata in utero. La scelta di intervenire durante la fase fetale offre molti vantaggi rispetto alla terapia genica postnatale in quanto è possibile correggere il difetto genetico prima che si instaurino i processi patologici irreversibili, si sfrutta una fase dello sviluppo in cui la Barriera Emato Encefalica è ancora permeabile, permettendo un miglior delivery del gene terapeutico nel sistema nervoso centrale, il sistema immunitario immaturo e le ridotte dimensioni fetali permettono una riduzione della dose di virus da utilizzare, limitando i costi.
L’approccio mininvasivo di Terapia Genica Fetale in Utero ha il potenziale di poter esser facilmente traslato sulle donne gravide per trattare tantissime malattie genetiche. Pochi gruppi al mondo stanno lavorando su questa tecnica innovativa, che conferma l’eccellenza dei due centri ospedalieri milanesi (Istituto Besta e Policlinico) e il livello di avanguardia dell’Università degli studi di Milano.
“Lo sviluppo preclinico di una nuova strategia terapeutica per una malattia rara rappresenta un passaggio importante verso la traslazione della futura terapia sui pazienti. In particolar modo quando viene condotta su un Large Animal Model (il suino) vista la maggior vicinanza all’uomo sia in termini anatomici che metabolici. Spesso, come nel nostro caso ci si arriva dopo anni di ricerche condotte in modelli più semplici (cellule e topi) e grazie al contributo di tanti colleghi che ogni giorno con il proprio lavoro hanno aggiunto un nuovo tassello di conoscenza sui meccanismi di questa malattia. Vincere un bando Telethon è sempre una bella emozione visto l’altissimo livello di competizione. È una vittoria che condivido con tutti i colleghi coinvolti in questo studio multidisciplinare che vede coinvolti biologi, ginecologi e veterinari” – sottolinea il ricercatore Dario Brunetti.
La generazione nelle scrofe delle gravidanze con embrioni portatori della Sindrome di Leigh che verranno usati per la terapia genica in utero, è svolta presso lo stabulario autorizzato di Avantea a Cremona dal Dr. Roberto Duchi assistito dal Dr. Andrea Perota, dalla dr.ssa Maria Barandalla e dal dr. Marco Scaglia.

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31/07/2024
31/07/2024
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ: IL PROF GIUSEPPE LAURIA PINTER NOMINATO ESPERTO IN SENO AL COMITATO SCIENTIFICO
La Conferenza Unificata della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha nominato il Prof. Giuseppe Lauria Pinter tra gli esperti in seno al Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, l’ente che svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica.
La nomina del Professor Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, è avvenuta in seguito alla comunicazione da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 12 luglio 2024. Lauria Pinter è stato designato per il suo percorso formativo e professionale in ambito neurologico e per la sua ricca produzione scientifica.
“Sono onorato per il conferimento di questo importante ruolo” – commenta il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta. “L’Istituto superiore di sanità è un ente di fondamentale importanza per la salute pubblica del nostro Paese, un ente che guarda sempre al futuro dell’assistenza e dell’organizzazione sanitaria affinché sia equa e di qualità per tutti i cittadini. A favore di questo obbiettivo metterò a disposizione le mie conoscenze e la mia esperienza nel settore delle neuroscienze”.

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22/07/2024
22/07/2024
WORLD BRAIN DAY: LA SALUTE DEL CERVELLO VA COLTIVATA OGNI GIORNO
ATTRAVERSO UN CORRETTO STILE DI VITA E COLTIVANDO LE RELAZIONI SOCIALI SI PUO’ FARE PREVENZIONE SU MOLTE MALATTIE NEUROLOGICHE
Il 22 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del cervello. Il tema scelto quest’anno è “prevenzione e salute del cervello”. Si tratta di una riflessione molto importante che la Federazione Mondiale di Neurologia, assieme a tutte le grandi associazioni di neurologia e neuroriabilitazione mondiali, ha deciso di portare come priorità per sensibilizzare non solo le persone che si trovano ad affrontare una malattia che riguarda il nostro organo più complesso, ma tutti i cittadini. Spetta quindi ad ogni persona il delicato compito di aver cura del proprio cervello e di prestarvi particolare attenzione proprio come ci invita a fare il World Brain Day.
“La salute del cervello va intesa come una qualcosa che dobbiamo imparare a considerare ogni giorno, coltivandola. Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica e coltivare le relazioni sociali, sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello. Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi imparare a gestire e prevenire quei fattori che possono portare danno al proprio cervello è un esercizio che ognuno di noi può fare con semplicità. Questo è il grande messaggio di questa giornata, un messaggio che viene diffuso contemporaneamente da tutti i neurologi in tutti i Paesi nel mondo e anche dal nostro istituto. Occupatevi del vostro cervello, noi neurologi siamo qui per aiutarvi a farlo” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia.

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18/10/2024
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17/10/2024
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MALATTIE MITOCONDRIALI: RICERCA DI BASE, TERAPIE AVANZATE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RUOLO DEI PAZIENTI NELLA RICERCA AL CENTRO DEL CONVEGNO NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE MITOCON
I focus del 14° Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali organizzato dall’Associazione Mitocon, a Padova dal 25 al 27 ottobre. Le nuove scoperte dalla ricerca di base per l’individuazione di strategie per la cura e la prevenzione di queste malattie. L’importanza degli studi di storia naturale per una migliore caratterizzazione clinica. Nuovi approcci diagnostici applicati all’AI. Possibili terapie per specifiche mutazioni come il gene Opa1, la sindrome di MELAS o le sindromi da deplezione del DNA mitocondriale. Terapie avanzate in grado di correggere il DNA mitocondriale, come il gene editing e la terapia genica e strategie terapeutiche che utilizzano i microRNA. Obiettivo: costruire una ricerca vicina al paziente e con il paziente.
Tre giornate dedicate allo studio e alla cura delle malattie mitocondriali. Il Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali 2024 (Mitochondrial Disease Conference) apre con la presenza di tanti ricercatori ed esperti nazionali e internazionali che, con Mitocon, stanno portando avanti il progetto di trovare quella cura definitiva che ancora non esiste. I lavori del Convegno Scientifico si apriranno il 25 ottobre a Padova, polo di eccellenza per lo studio delle patologie mitocondriali. Carlo Viscomi, Professore Associato di Genetica presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e membro del Comitato Scientifico Mitocon. racconta l’attività di ricerca che sta guidando presso il centro patavino -“La nostra ricerca si sviluppa su due filoni tra loro connessi: il primo mira a capire i meccanismi delle malattie mitocondriali, il secondo allo sviluppo di nuove terapie, proprio partendo dai meccanismi di base. Stiamo inoltre sviluppando sia approcci terapeutici di tipo farmacologico sia di terapia genica basati sui vettori virali adeno-associati.
Focus su ricerca di base e nuove terapie, i temi al centro del congresso Mitocon.
Nonostante i recenti progressi, per le malattie mitocondriali mancano ancora cure definitive. Nell'ultimo decennio sono emerse terapie che stanno raggiungendo, o hanno già raggiunto, la fase dei trial clinici, con il potenziale di influenzare significativamente il decorso della malattia. Tuttavia, la traduzione di queste nuove terapie sperimentali negli esseri umani è stata messa alla prova dalla eterogeneità clinica e genetica. Attualmente, solo per la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) è disponibile una terapia in grado di rallentare la progressione della malattia. Anche gli studi retrospettivi sulla storia naturale, con il reclutamento di pazienti tramite i registri nazionali e internazionali sono stati fondamentali per approfondire il fenotipo di specifici disturbi. La ricerca di base sta facendo ulteriori passi avanti e rispetto al passato è sempre più importante l’integrazione tra attività di diagnostica e ricerca con il fine ultimo di trovare soluzioni terapeutiche per i pazienti. Lo spiega Valeria Tiranti, Vice Direttrice Scientifica dell’ Istituto “Carlo Besta” di Milano - Nei nostri laboratori abbiamo sviluppato modelli cellulari complessi, derivati dai pazienti, al fine di testare terapie farmacologiche e geniche. Stiamo inoltre lavorando ad approcci terapeutici sperimentali basati sull’utilizzo di nano-particelle e materiali biocompatibili, e di terapia genica precoce, volta a prevenire l’insorgenza di una patologia-.
Nella seconda giornata del Convegno, il mondo della ricerca si confronterà con rappresentanti delle istituzioni ed esperti di sviluppo di farmaci per discutere delle prospettive concrete e delle sfide, cliniche e regolatorie, poste dall’avvento delle terapie avanzate.
Protagonisti anche i Giovani Ricercatori in una sessione interamente dedicata alla presentazione dei loro studi, in linea con una delle priorità dell’Associazione che è quella di contribuire alla crescita e alla formazione d’eccellenza della nuova generazione di medici e ricercatori e garantire al contempo il fisiologico ricambio generazionale.
Focus sulle Neuropatie Ottiche Mitocondriali
Le neuropatie ottiche mitocondriali (MON) sono caratterizzate dal coinvolgimento preferenziale del fascio papillo-maculare (PBM) che porta ad atrofia temporale del nervo ottico e ad una perdita della visione centrale- spiega la dott.ssa Chiara La Morgia dell’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna - Le due principali MON sono la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) causata, nella maggior parte dei casi, da 3 mutazioni primarie del DNA mitocondriale ed ereditata per via materna, con esordio prevalentemente in età giovanile-adulta, e l’Atrofia Ottica Dominante (DOA), malattia che solitamente inizia nell'infanzia e spesso riconosciuta quando il bambino inizia la scuola. Alle neuropatie ottiche di origine mitocondriale sarà dedicato un Simposio per discutere gli aspetti diagnostici, farmacogenomici, terapeutici e di storia naturale.
Focus su intelligenza artificiale e machine learning per migliorare il percorso diagnostico
Nel corso del Convegno, ampio spazio sarà dedicato ad un approfondimento sull’impiego dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi di machine learning nella diagnosi delle malattie mitocondriali e nel monitoraggio dei pazienti. La diagnosi delle malattie mitocondriali è un processo complesso che richiede l’interpretazione esperta dei fenotipi, della storia familiare e delle informazioni biochimiche e istologiche. Questa complessità incide sui tassi di diagnosi e limita l'accesso alla prevenzione e alla corretta gestione della malattia. “Sfruttando l’intelligenza artificiale, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - spiega il prof. Andrea Bandini- abbiamo implementato metodologie di machine learning (ML) che potrebbero rivoluzionare la pratica clinica portando a un miglioramento della cura e della gestione dei pazienti mitocondriali e neurologici, attraverso lo sviluppo di strumenti multimodali e intelligenti per la valutazione clinica a distanza”.
Al tavolo della ricerca anche le persone
Il Convegno Mitocon è storicamente un importante momento di dialogo e confronto tra la comunità scientifica e i pazienti e viceversa. “Mitocon nasceva 17 anni fa con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica ma anche di orientarla – afferma Marco Marmotta, Presidente Mitocon – questo progetto prosegue, non solo con il sostegno costante dell’Associazione alla ricerca scientifica ma anche con una partecipazione attiva dei pazienti ai tavoli scientifici. Solo lavorando insieme possiamo dare le risposte ai pazienti e possiamo tradurre la ricerca scientifica in cura”.
Le malattie mitocondriali, patologie complesse e multisistemiche
Con oltre 350 caratterizzazioni genetiche, le malattie mitocondriali sono tra le malattie metaboliche ereditarie più frequenti. Interessano il funzionamento dei mitocondri, piccoli organelli definiti le “centraline energetiche” della cellula, in quanto responsabili della produzione di energia. In realtà i mitocondri sono responsabili di una serie di processi metabolici molto complessi nonché della biosintesi di alcuni neurotrasmettitori cerebrali. Proprio perché i mitocondri sono presenti in tutti i tessuti e sono responsabili di molteplici funzioni, le malattie mitocondriali sono patologie complesse e multi-sistemiche, che possono insorgere a qualsiasi età con diversi sintomi e gravità. Colpiscono nel mondo una persona su 4.300 e in Italia sono circa 15.000 i pazienti diagnosticati.
MITOCON, l’impegno per la ricerca di una cura per le malattie mitocondriali
Dal 2011 Mitocon ha stanziato oltre 2.200.000 euro al sostegno di progetti di ricerca di base e applicata per migliorare la comprensione dei meccanismi di funzionamento dei mitocondri e sviluppare nuove terapie. Sostiene la ricerca scientifica per rendere concreta la speranza di trovare delle cure definitive e progetti volti a migliorare la qualità della vita delle persone affette da malattie mitocondriali, bambini e adulti, e le loro famiglie. In 17 anni, Mitocon è diventata in Italia il principale elemento di raccordo tra i pazienti, le famiglie, la comunità scientifica, l’industria e le istituzioni.

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16/10/2024
16/10/2024
INCLUSIONE PER TUTTI NEL MONDO DEL LAVORO: L’ISTITUTO BESTA, GRAZIE ALLA JOINT ACTION EUROPEA JACARDI, FORMA LE AZIENDE PER ESSERE PIU’ INCLUSIVE NEI CONFRONTI DELLE PERSONE CON MALATTIE CRONICHE
21 paesi europei si uniscono una delle più grandi iniziative europee volta a cercare soluzioni per la prevenzione e gestione delle malattie cardio e cerebrovascolari e del diabete. Al via a Parigi l’assemblea generale della Joint Action on Cardiovascular Diseases and Diabetes (JACARDI) che conduce 142 progetti pilota per un budget complessivo di 52 milioni di euro grazie all’impegno di 76 istituzioni partner coinvolte.
All’interno del progetto l’Italia ha un ruolo di primaria importanza. L’Istituto Superiore di Sanità è il coordinatore europeo del progetto e ha l’obiettivo di garantire una gestione e un coordinamento efficiente dell’intera Join Action.
L’Istituto Besta entra nel progetto Jacardi con il ruolo di co-leader del Work Package 11, dal titolo “Labour participation of people living with non-communicable diseases (NCDs), in particular with cardiovascular diseases and diabetes”. L’obiettivo è quello di supportare la partecipazione lavorativa delle persone che vivono con malattie non trasmissibili, in particolare con patologie croniche cardio e cerebrovascolari e diabete, identificando i fattori che ne ostacolano la partecipazione lavorativa per trovare soluzioni a livello organizzativo delle aziende, migliorando l’inclusione, l’inserimento, il mantenimento e il ritorno al lavoro.
Nello specifico, l’Istituto Besta svilupperà il corso «Workbox on inclusion and workability: a tool for Managers» di formazione e training sul management delle malattie croniche nel mondo del lavoro dedicatio in primo luogo alle PMI affinché le aziende diventino sempre più inclusive. Verrà dunque sviluppata una piattaforma nella quale saranno disponibili per tutte le aziende italiane materiali didattici su tematiche relative alla workability, inclusività e partecipazione lavorativa, video motivazionali e strumenti di valutazione. Le tematiche del progetto Jacardi vengono proposte anche nel corso di perfezionamento “Disability Manager e Mondo del Lavoro” dell’Università Cattolica di Milano e dell’Istituto Besta, sapendo che almeno 1 lavoratore su 4 ha una condizione di salute che impatta sulla workability.
“Questa assemblea generale di Jacardi coincide con un momento significativo, quello del G7 inclusione e disabilità in cui per la prima volta al mondo i ministri che si occupano di inclusione condivideranno strategie e impegni per contrastare le discriminazioni e garantire per tutti nella quotidianità una piena partecipazione civile e sociale. Attraverso l’esperienza maturata dall’Istituto Besta potremo veramente aiutare le aziende e i manager a portare avanti politiche di inclusioni per le persone con malattie croniche. Il nostro Corso di formazione online potrà partire da gennaio 2025 grazie al contributo di JACARDI” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia. “Se un’azienda vuole dimostrare di essere veramente inclusiva, deve esserlo anche nei confronti di tutti i lavoratori, con e senza malattie croniche, proponendo modifiche in grado di rendere l’ambiente lavorativo adatto ad accogliere qualsiasi persona fragile, sia in modo temporaneo che permanente» - conclude Leonardi.
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16/10/2024
16/10/2024
GUIDA PRATICA ALLA PRENOTAZIONE DI PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE DI PRIMO ACCESSO
È disponibile la guida pratica per la prenotazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale di primo accesso (non di controllo), ovvero per prenotare una visita specialistica o accertamenti diagnostici/indagini strumentali, diffuso da Regione Lombardia. Qui di seguito è possibile trovare tutte le informazioni utili!

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11/09/2024
11/09/2024
CEFALEA CRONICA: NE SOFFRE IL 2% DEGLI ADOLESCENTI
AL CENTRO CEFALEE DELL’ISTITUTO BESTA IMPORTANTI RISULTATI ARRIVANO DA UN APPROCCIO CHE CONSIDERA L’EMICRANIA UN FENOMENO BIO-PSICO-SOCIALE
Sono centinaia i giovani adolescenti che ogni anno arrivano al Centro Cefalee dell’Istituto Neurologico Besta. Ogni lunedì, presso gli ambulatori dell’Istituto, si svolge un’attività clinica specifica dedicata ai più giovani per fornire un inquadramento diagnostico delle diverse forme di cefalea: prevalentemente emicrania e cefalea di tipo tensivo.
Questo tipo di cefalee può assumere una forma cronica che, secondo la letteratura scientifica, interessa il 2% dei giovani. Questi ragazzi lamentano un dolore pressochè quotidiano e che scarsamente risponde ai farmaci antidolorifici che di solito vengono utilizzati: questo perchè il sintomo del dolore spesso assume importanti connotazioni emotive.
Tensione, ansia, senso di inadeguatezza e fatica ad adattarsi alle situazioni sociali sono variabili che spesso determinano l’esordio o il persistere del dolore. Per questo motivo, oggi, nel proporre ai giovani pazienti un’adeguata strategia terapeutica, si tende a considerare l’emicrania come un fenomeno bio-psico-sociale in cui aspetti di tipo biologico sono strettamente connessi ad aspetti di tipo psicoemotivo e anche sociale.
Esistono alcune abitudini di vita – spesso poco osservate dai pazienti e dalle famiglie - che possono influenzare in maniera significativa l’andamento clinico di una forma di cefalea nei più giovani. Avere un’alimentazione regolare evitando di saltare la colazione al mattino, praticare sport o un’attività fisica regolare, e un corretto ritmo sonno veglia sono regole elementari che, se osservate, possono portare ad un miglioramento. Le recenti pubblicazioni che riguardano proprio le abitudini alimentari evidenziano come una regolare alimentazione con una colazione adeguata che prepara alle attività intellettuali della giornata scolastica può ridurre fino al 30 % la frequenza degli episodi di dolore. Anche il ruolo importante della attività fisica è stato confermato nel prevenire situazioni di malattia quali la depressione e il dolore cronico e tutto questo è ben documentato da autori che si sono impegnati con progetti di ricerca rigorosi che confermano come l’attività fisica possa sostituire la terapia farmacologica o anche la psicoterapia per la depressione con miglioramenti molto significativi degli indici di dolore e di depressione. Anche l’attività fisica può sostenere il miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione del caso dell’emicrania. Secondo lo studio “Exercise for the treatment of depression” BMJ. 2024 . L’attività fisica può sostenere un miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione nel caso della emicrania con risultati significativi in termini di riduzione frequenza e intensità degli attacchi fino al 25-30% e un miglioramento della disabilità indotta dalla condizione di malattia fino al 40%.
Spesso poi ci si dimentica di considerare l’ambiente in cui vivono i ragazzi: dalle situazioni conflittuali in famiglia, alle criticità vissute in ambiente scolastico che possono rendere gli adolescenti più vulnerabili, fragili e più facilmente esposti a manifestare con il “mal di testa” un disagio emotivo che non è riconosciuto in modo consapevole. “Il sintomo cefalea è molto diffuso e esprime un disagio spesso misconosciuto o sottovalutato e noi clinici pensiamo che il farmaco sia la sola soluzione, ma in molti casi non è così” – spiega la dottoressa Licia Grazzi, Responsabile SS Centro Cefalee - Neurologia 3 dell’Istituto Neurologico Besta. “Accostare alle terapie farmacologiche approcci che modificano il comportamento può essere la manovra vincente. È quindi importante educare i giovani e le loro famiglie alla pazienza e a coltivare le proprie risorse interiori per superare un momento difficile. Affrontare il dolore è un elemento imprescindibile in un corretto progetto di terapia e può prevenire condizioni di malattia come cefalea ed emicrania”.
In altre parole, secondo gli esperti del Centro Cefalee dell’Istituto Besta, occorre incoraggiare approcci di terapia multidisciplinare che rinforzino comportamenti corretti e stili di vita adeguati per favorire la salute del cervello. A questo proposito anche le nuove tecnologie giocano un ruolo importante. Le piattaforme di terapia comportamentale online, o la mindfulness praticata in presenza o online hanno permesso di continuare a seguire pazienti adulti e giovani nei loro programmi di terapia. Al Centro Cefalee del Besta la pratica di mindfulness viene associata a terapie con un miglioramento clinico significativo che tende a perdurare nel tempo arrivando a riduzioni del 50% della frequenza degli episodi di emicrania nei ragazzi che dimostrano un’adesione positiva al trattamento.
“I clinici che si occupano dei pazienti con cefalea ed emicrania possono davvero fare prevenzione in questo ambito partendo da istruzioni semplici e che fanno parte di una strategia terapeutica. Spesso queste semplici accortezze possono favorire un miglioramento significativo in termini di frequenza e intensità del dolore riducendo l’utilizzo delle terapie farmacologiche che rimangono di grande aiuto per situazioni specifiche e di elevato impatto clinico” – conclude Grazzi.

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09/09/2024
09/09/2024
Avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
Di seguito è possibile consultare l'avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
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06/09/2024
06/09/2024
SINDROME DI LEIGH: RICERCATORI DEL BESTA AL LAVORO PER SVILUPPARE UNA TERAPIA FARMACOLOGICA NEONATALE E UNA TERAPIA GENICA FETALE IN UTERO
Il progetto vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon ha ricevuto un finanziamento di 240mila euro e avrà durata biennale
Sviluppare una terapia farmacologica neonatale e una terapia genica fetale in utero per la sindrome di Leigh. È questo l’ambizioso progetto coordinato dal Dott. Dario Brunetti, Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano e Principal Investigator presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta, vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon che ha selezionato 22 progetti di ricerca in tutta Italia dedicati alle malattie genetiche rare. Il progetto ha ricevuto un finanziamento pari a 240mila euro e avrà una durata biennale. Allo studio parteciperanno anche le dott.sse Alessia Di Donfrancesco e Alessia Adelizzi, insieme al dr. Ivano Di Meo e alla dott.ssa Valeria Tiranti dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.
La sindrome di Leigh (LS) è una delle malattie mitocondriali più frequenti dell’età pediatrica che colpisce 1 su 36 mila nuovi nati. Si tratta di una malattia neuro-metabolica che interessa il sistema nervoso centrale e in particolare il tronco cerebrale e il cervelletto. I bambini colpiti presentano un progressivo ritardo dello sviluppo psicomotorio e disabilità neuromuscolari, che portano alla morte del paziente nei primi tre anni di vita.
Una delle cause principali di questa malattia è la mutazione del gene SURF1, coinvolto nel corretto funzionamento dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula.
I recenti studi condotti dal gruppo di ricerca del Dott. Brunetti e dal gruppo del Prof. Alessandro Prigione dell’Università di Dusseldorf hanno permesso di capire come le mutazioni di SURF1 impattano negativamente sul neurosviluppo causando un blocco metabolico della cellula che ostacola il corretto differenziamento dei neuroni. Da qui l’intuizione che, un intervento terapeutico mirato e molto precoce o un approccio di terapia genica fetale, possano rappresentare una strategia promettente per contrastare lo sviluppo di questa patologia. Grazie al progetto finanziato da Telethon saranno quindi studiati questi due approcci terapeutici con ricerche condotte sul modello suino di sindrome di Leigh. Nel caso della terapia farmacologica si proverà a testare una classe di farmaci inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5I), che hanno dato risposte positive in una sperimentazione europea fatta su modelli in vitro, con l’obiettivo di ripristinare il metabolismo cellulare durante lo sviluppo neurologico postnatale.
La terapia genica fetale da somministrare in utero, sviluppata dal Dott. Brunetti assieme al Professor Nicola Persico (assistito dalle dott.sse Simona Boito e Anastasia Giri), chirurgo fetale dell’Ospedale Policlinico e docente di Ostetricia e Ginecologia del Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano, si propone di risolvere il deficit genetico alla radice reinserendo la versione corretta del gene difettoso nel feto prima della nascita tramite iniezione eco-guidata in utero. La scelta di intervenire durante la fase fetale offre molti vantaggi rispetto alla terapia genica postnatale in quanto è possibile correggere il difetto genetico prima che si instaurino i processi patologici irreversibili, si sfrutta una fase dello sviluppo in cui la Barriera Emato Encefalica è ancora permeabile, permettendo un miglior delivery del gene terapeutico nel sistema nervoso centrale, il sistema immunitario immaturo e le ridotte dimensioni fetali permettono una riduzione della dose di virus da utilizzare, limitando i costi.
L’approccio mininvasivo di Terapia Genica Fetale in Utero ha il potenziale di poter esser facilmente traslato sulle donne gravide per trattare tantissime malattie genetiche. Pochi gruppi al mondo stanno lavorando su questa tecnica innovativa, che conferma l’eccellenza dei due centri ospedalieri milanesi (Istituto Besta e Policlinico) e il livello di avanguardia dell’Università degli studi di Milano.
“Lo sviluppo preclinico di una nuova strategia terapeutica per una malattia rara rappresenta un passaggio importante verso la traslazione della futura terapia sui pazienti. In particolar modo quando viene condotta su un Large Animal Model (il suino) vista la maggior vicinanza all’uomo sia in termini anatomici che metabolici. Spesso, come nel nostro caso ci si arriva dopo anni di ricerche condotte in modelli più semplici (cellule e topi) e grazie al contributo di tanti colleghi che ogni giorno con il proprio lavoro hanno aggiunto un nuovo tassello di conoscenza sui meccanismi di questa malattia. Vincere un bando Telethon è sempre una bella emozione visto l’altissimo livello di competizione. È una vittoria che condivido con tutti i colleghi coinvolti in questo studio multidisciplinare che vede coinvolti biologi, ginecologi e veterinari” – sottolinea il ricercatore Dario Brunetti.
La generazione nelle scrofe delle gravidanze con embrioni portatori della Sindrome di Leigh che verranno usati per la terapia genica in utero, è svolta presso lo stabulario autorizzato di Avantea a Cremona dal Dr. Roberto Duchi assistito dal Dr. Andrea Perota, dalla dr.ssa Maria Barandalla e dal dr. Marco Scaglia.

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31/07/2024
31/07/2024
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ: IL PROF GIUSEPPE LAURIA PINTER NOMINATO ESPERTO IN SENO AL COMITATO SCIENTIFICO
La Conferenza Unificata della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha nominato il Prof. Giuseppe Lauria Pinter tra gli esperti in seno al Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, l’ente che svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica.
La nomina del Professor Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, è avvenuta in seguito alla comunicazione da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 12 luglio 2024. Lauria Pinter è stato designato per il suo percorso formativo e professionale in ambito neurologico e per la sua ricca produzione scientifica.
“Sono onorato per il conferimento di questo importante ruolo” – commenta il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta. “L’Istituto superiore di sanità è un ente di fondamentale importanza per la salute pubblica del nostro Paese, un ente che guarda sempre al futuro dell’assistenza e dell’organizzazione sanitaria affinché sia equa e di qualità per tutti i cittadini. A favore di questo obbiettivo metterò a disposizione le mie conoscenze e la mia esperienza nel settore delle neuroscienze”.

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22/07/2024
22/07/2024
WORLD BRAIN DAY: LA SALUTE DEL CERVELLO VA COLTIVATA OGNI GIORNO
ATTRAVERSO UN CORRETTO STILE DI VITA E COLTIVANDO LE RELAZIONI SOCIALI SI PUO’ FARE PREVENZIONE SU MOLTE MALATTIE NEUROLOGICHE
Il 22 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del cervello. Il tema scelto quest’anno è “prevenzione e salute del cervello”. Si tratta di una riflessione molto importante che la Federazione Mondiale di Neurologia, assieme a tutte le grandi associazioni di neurologia e neuroriabilitazione mondiali, ha deciso di portare come priorità per sensibilizzare non solo le persone che si trovano ad affrontare una malattia che riguarda il nostro organo più complesso, ma tutti i cittadini. Spetta quindi ad ogni persona il delicato compito di aver cura del proprio cervello e di prestarvi particolare attenzione proprio come ci invita a fare il World Brain Day.
“La salute del cervello va intesa come una qualcosa che dobbiamo imparare a considerare ogni giorno, coltivandola. Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica e coltivare le relazioni sociali, sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello. Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi imparare a gestire e prevenire quei fattori che possono portare danno al proprio cervello è un esercizio che ognuno di noi può fare con semplicità. Questo è il grande messaggio di questa giornata, un messaggio che viene diffuso contemporaneamente da tutti i neurologi in tutti i Paesi nel mondo e anche dal nostro istituto. Occupatevi del vostro cervello, noi neurologi siamo qui per aiutarvi a farlo” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia.
