“Paralisi cerebrale infantile: cosa i genitori vogliono sapere”. Il libro ora è anche in arabo
“Paralisi cerebrale infantile: cosa i genitori vogliono sapere”. Il libro ora è anche in arabo
05 novembre 2020
Articolo

Non più solo in italiano, ma anche nella traduzione araba. Il libro “Paralisi Cerebrale Infantile: Cosa i genitori vogliono sapere”, pubblicato nel 2016 dal Gruppo Italiano Paralisi Cerebrale Infantile (GIPCI), grazie al supporto della Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani, e rivolto ai genitori di bambini a cui è stata posta diagnosi di paralisi cerebrale infantile, è oggi disponibile in arabo per rispondere alla domanda sempre crescente di informazioni da parte di mamme e papà di diverse nazionalità.
La pubblicazione era nata dall’esigenza di poter fornire informazioni semplici riguardanti la salute, la qualità di vita e le potenzialità di sviluppo del bambino cui è stata diagnosticata una paralisi cerebrale, patologia che coinvolge le competenze motorie, sensoriali, cognitive, comunicative ed emotivo-relazionali in modo da avvicinarsi ancora di più alle famiglie dei piccoli pazienti, fornendo informazioni di carattere generale che possano orientare, o a volte avviare, un dialogo proficuo in merito alla malattia e rendere più consapevole un percorso riabilitativo condiviso: questo successivamente si svilupperà in modo più specifico e profondo a fronte non solo della estrema variabilità clinica ma, soprattutto, dell'unicità di ogni bambino e della sua famiglia.
Dopo quattro anni dalla prima edizione in italiano, la Fondazione Mariani, grazie al sostegno di AFIBI - Associazione Figli Inabili Banca d’Italia Onlus e al coordinamento della dottoressa Ermellina Fedrizzi, ha pubblicato in arabo questo opuscolo. La traduzione, a cura della dottoressa Latifa Bathaoui, è nata dal desiderio di provare a ridurre le barriere linguistiche che spesso complicano il già difficile percorso riabilitativo dei bambini stranieri e delle loro famiglie che non sempre conoscono perfettamente la nostra lingua.
“Paralisi Cerebrale Infantile: Cosa i genitori vogliono sapere” nella versione in arabo, quindi, diventa un piccolo tassello, un segnale del fatto di voler partire dalla “prospettiva dell’altro”, una premessa per poter poi sviluppare un approccio di cura che integri il team multidisciplinare e la famiglia, così che possano lavorare insieme e trovare il modo di facilitare nel bambino l’apprendimento e specifici processi di sviluppo basati su motivazioni, capacità e interessi all’interno del suo contesto familiare e socio culturale.