CONVEGNO MEDICINA DI GENERE E COVID- 19: FOCUS SULLA NEUROLOGIA ALL'EVENTO IFO IRCCS

CONVEGNO MEDICINA DI GENERE E COVID- 19: FOCUS SULLA NEUROLOGIA ALL'EVENTO IFO IRCCS

27 ottobre 2021

CONVEGNO MEDICINA DI GENERE E COVID- 19: FOCUS SULLA NEUROLOGIA ALL'EVENTO IFO IRCCS

Intervista alla dottoressa Barbara Garavaglia, intervenuta al convegno: “La Medicina di Genere ha ancora molta strada da fare”

 

 

La pandemia Covid-19 ha messo in luce la necessità di raccogliere, analizzare secondo criteri di validazione scientifica e organizzare le evidenze scientifiche sulla correlazione tra l’infezione da SARS-CoV-2 e il genere: proprio di questo si parlato nel congresso online organizzato da IFO IRCCS di Roma dal titolo “Medicina di Genere e Covid 19”, lo scorso 5 ottobre. L’evento si è aperto con i saluti del ministro della Salute Roberto Speranza e del Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità,  Silvio Brusaferro. Durante il congresso sono stati esaminati  il legame tra patologia e genere, la correlazione tra patologia e genere in condizioni di fragilità e di comorbidità e  presentati e discussi i dati elaborati dal tavolo IRCCS per la medicina di genere del Ministero della Salute, già raccolti in due pubblicazioni del 2020 e 2021.

 

Gli aspetti neurologici sono stati approfonditi dalla dottoressa Barbara Garavaglia, biologa referente della Medicina di Genere e Presidente del Comitato Unico di Garanzia (CUG) del Besta, che ha coordinato il gruppo di lavoro sul tema.

 

 

Dottoressa Garavaglia, cosa emerge dai dati che lei ha presentato?

Dagli studi svolti e dai dati che ne sono emersi, è risultato che l’infezione da SARS-CoV-2  ha interessato anche il Sistema Nervoso sia centrale sia periferico, con manifestazioni di tipo diverso. Inoltre, dalla revisione sistematica della letteratura emerge che, anche per quanto riguarda gli aspetti neurologici, gli uomini manifestano un numero di sintomi maggiore rispetto alle donne. Invece la perdita di gusto e olfatto è avvenuta con maggior frequenza nella donna come sintomi nelle forme lievi, in una percentuale del 65% tra le donne rispetto al 35% tra gli uomini”.

 

In che misura e con che frequenza le ricerche condotte sul Covid hanno rilevato le differenze di genere?

“In realtà sono pochissime le ricerche condotte stratificando il genere. Nonostante il Covid si sia manifestato in modo diverso tra uomini e donne, in pratica poco è stato fatto in questa direzione. L’analisi deve essere differenziata. Invece non viene effettuata la stratificazione”.

 

A che punto siamo con la Medicina di Genere?

C’è ancora molta strada da fare, a livello culturale e pratico. Nonostante la Medicina di Genere negli anni abbia riscosso molti consensi, c’è ancora una grande reticenza nell’applicare questo principio e nello studiare gli aspetti medici in base al genere”.

 

Che cosa dovrebbe cambiare e migliorare?

Al momento siamo quasi tutte donne nominate nelle commissioni sulla Medicina di Genere: questo significa che si pensa ancora che la medicina di genere si debbano occupare solo le donne. Allo stesso tempo mi chiedo come mai i colleghi uomini abbiano meno interesse di noi a trattare l’argomento. Sono necessarie azioni sulla parità di genere anche nelle commissioni”.

 

Qual è il messaggio emerso dal Congresso?

“Il messaggio più volte emerso riguarda l’importanza, sempre più stringente, di differenziare gli studi per genere:  nonostante ci siano le evidenze, quando si fanno delle pubblicazioni si dovrebbe tenere conto della differenza di genere e stratificare, invece non lo si fa. Lo si dovrebbe fare, a esempio, anche negli studi sui vaccini”.

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 27/10/2021