FORMAZIONE DI QUALITA’ IN NEUROCHIRURGIA PEDIATRICA

FORMAZIONE DI QUALITA’ IN NEUROCHIRURGIA PEDIATRICA

15 luglio 2019

FORMAZIONE DI QUALITA’ IN NEUROCHIRURGIA PEDIATRICA

“Ha avuto molto successo un corso di formazione nazionale, svoltosi di recente, e riguardante la Neurochirurgia Pediatrica, organizzato per 70 neurochirurghi, e gentilmente ospitato dal FAI nella prestigiosa sede di Villa Necchi a Milano,” dice la dott.ssa Laura Valentini, neurochirurga dell’Istituto Besta e referente del Comitato Scientifico della Associazione AICRA,” Il corso riguardava varie patologie quali l’idrocefalo del prematuro, l’idrocefalo del bambino e dell’adolescente, le cisti aracnoidee, la spina bifida aperta e chiusa, le craniostenosi, la malformazione di Chiari. Abbiamo presentato diversi casi clinici proprio per avvicinare i giovani a questa area molto specifica e che è in continua evoluzione, su cui occorre fare formazione mirata”. La dott.ssa Laura Valentini fa parte degli esperti della rete europea degli European Reference Network. Le craniosinostosi o craniostenosi , che sono state tra i temi trattati al corso, sono caratterizzate dalla saldatura prematura di una o più suture craniche, con anomalie secondarie della forma della testa. Possono essere suddivise in diversi sottogruppi sulla base del tipo e numero di suture coinvolte, delle anomalie associate e dei fattori causali. “Abbiamo creato un team di esperti che collaborano tra loro. La caratteristica che rende ‘speciale’ la Neurochirurgia Pediatrica è che tratta soggetti ‘in evoluzione’. Pertanto molte problematiche, nel caso delle craniosinostosi, devono essere affrontate in ‘prevenzione’ per evitare danni durante la crescita e devono essere anche valutate a distanza, quando il bambino ha terminato il suo percorso di crescita,” spiega la dott.ssa Laura Valentini, membro del Comitato scientifico dell’Associazione Craniostenosi Onlus (AICRA) e referente del Centro di riferimento europeo per le Malformazioni Craniofacciali nel progetto European Rare Diseases Network,” Solo creando sinergie anche tra chirurghi a livello europeo potremo identificare le tecniche chirurgiche più valide e confrontarci su singoli casi clinici per monitorare i pazienti e comprendere le best practices da attuare. La professione del neurochirurgo è affascinante e va trasferito il know how alle giovani generazioni; occorre fare rete per poter intervenire nel modo più appropriato quando si gestiscono soprattutto patologie rare in neurochirurgia pediatrica. Oggigiorno si sono fatti diversi passi avanti e anche la tecnologia aiuta la mano del neurochirurgo, ma non bisogna mai fermarsi, occorre sempre mantenere vivo il confronto a livello internazionale tra operatori del settore. Attualmente sta aumentando anche il numero di donne neurochirurghe. E’ sicuramente una vita di sacrifici, ma il contributo che si dà e si riceve sia in termini umani che sociali e medico-scientifici aprono orizzonti fino ad ora insperati di grandi prospettive future sia per la cura che per l’evoluzione della nostra professione, sperando sempre in politiche di genere che aiutino a gestire meglio lavoro e famiglia, traendo anche qui spunto dalle best practices europee”.

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 15/07/2019