Identificata da ricercatori dell’ istituto besta terapia efficace per l’encefalopatia etilmalonica
Identificata da ricercatori dell’ istituto besta terapia efficace per l’encefalopatia etilmalonica
26 luglio 2010
Comunicato stampa
Una malattia metabolica pediatrica fino ad oggi fatale I risultati della sperimentazione pubblicati su Nature Medicine
Un gruppo di ricercatori della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico ‘Carlo Besta’ ha sperimentato con successo su 5 piccoli pazienti un trattamento contro l'Encefalopatia Etilmalonica, una malattia metabolica rara invariabilmente fatale, che colpisce i bambini fin dalla più tenera età.
Arresto psicomotorio, fragilità capillare con emorragie multiple e diarrea cronica, questi alcuni dei sintomi, sono associati ad alterazioni biochimiche quali la presenza di acido lattico, acido etilmalonico, e al difetto di citocromo c ossidasi, un enzima chiave della catena respiratoria mitocondriale che converte l’energia contenuta negli alimenti in energia utilizzabile dalle cellule.
Presso la Fondazione sono circa 70 i bambini attualmente in carico.
I risultati della sperimentazione di questa terapia farmacologica su modelli animali e sui 5 pazienti, sono ora stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature medicine”.
Il trattamento prevede l’utilizzo combinato di metronidazolo, un antibiotico efficace sui batteri anaerobi, e di N-acetil-cisteina, un precursore del glutatione, sostanze entrambe già approvate dalla farmacopea internazionale e che hanno la funzione di ridurre o tamponare l’eccesso di acido solfidrico.
Questa terapia ha migliorato sostanzialmente le condizioni cliniche dei bambini malati e si tratta ora di effettuare un trial clinico più ampio che confermi questi risulti incoraggianti.
Benché questa malattia fosse nota alla comunità scientifica fin dai primi anni novanta, nessuno sapeva trovare una causa comune che desse conto di tutti questi segni clinici e biochimici. Dopo anni di ricerca, il gruppo di ricercatori del Istituto Carlo Besta aveva scoperto che la malattia era causata da un'eccessiva presenza nel corpo di acido solfidrico (H2S), una sostanza naturalmente presente in natura, prodotta dalla flora batterica intestinale e anche dai tessuti del nostro organismo.
In quantità limitate l’acido sulfidrico regola il tono dei vasi capillari e funziona come neurotrasmettitore, ma se si accumula diventa un veleno che impedisce il funzionamento di alcuni enzimi, ad es. la citocromo c ossidasi.
Anche i risultati di questa ricerca erano stati pubblicati, circa un anno fa, sulla rivista “Nature medicine” e avevano gettato le basi per approfondire un approccio terapeutico alla malattia.
“Il nostro lavoro – ha dichiarato Massimo Zeviani, direttore della Divisione di Neurogenetica molecolare – che e’ stato sostenuto sia da Telethon che dalla Fondazione Pierfranco e Luisa Mariani, di cui siamo Centro di riferimento per le malattie mitocondriali, dimostra l’efficacia di una terapia farmacologica relativamente semplice e poco costosa, in grado di attenuare gli effetti devastanti dell’accumulo di acido sulfidrico caratteristico della Encefalopatia Etilmalonica. La nostra ricerca continuerà sul versante della terapia genica e della terapia cellulare su animali modello, e sull’uomo mediante l’organizzazione di un trial farmacologico più ampio”.