Il Besta e l’emergenza sanitaria COVID19. Ri-organizzare, ri-programmare, ri-definire

Il Besta e l’emergenza sanitaria COVID19. Ri-organizzare, ri-programmare, ri-definire

17 dicembre 2020

Il Besta e l’emergenza sanitaria COVID19. Ri-organizzare, ri-programmare, ri-definire

Ri-organizzare, ri-programmare, ri-definire. Gli spazi e i servizi di assistenza. Gli strumenti a disposizione e le attività previste. I rapporti tra colleghi, quelli con le altre strutture regionali, quelli tra medico e paziente. 
L’emergenza sanitaria, che stiamo ancora attraversando, ha inevitabilmente inciso anche nel quotidiano della Fondazione I.R.C.C.S. Istituto Neurologico “Carlo Besta”. Per la sua tipologia monospecialistica, nell’ambito della riorganizzazione della rete ospedaliera definita da Regione Lombardia, il nostro Istituto è stato indicato come “Hub Covid-free” per la neurochirurgia, neurologia e neuropsichiatria infantile, per accogliere pazienti provenienti da altri ospedali regionali temporaneamente trasformati in “centri Covid”.

E così, sin da marzo – con la necessità di trovare il giusto equilibrio tra le misure di sicurezza per contenere la diffusione dell’epidemia e la garanzia di cure e assistenza adeguate ai pazienti – letti, servizi e team di specialisti sono stati messi a disposizione anche per tutti pazienti valutati in altri ospedali regionali che avevano bisogno di proseguire accertamenti e cure. Abbiamo, inoltre, aperto le sale operatorie ad equipe di neurochirurghi di altri ospedali affinché potessero operare i loro pazienti. 

La nostra biblioteca scientifica si è trasformata in una grande sala di attesa. Sono state create apposite aree cliniche per la valutazione dei pazienti in attesa del referto del tampone. Sono stati rivisti percorsi di accesso a reparti e ambulatori. È stata ulteriormente implementata la telemedicina.

Certo, da marzo a oggi la situazione, sotto diversi aspetti, è differente; ciò che non cambia è la dedizione del personale che continua a rispondere alle richieste di supporto. 

Per quanto riguarda i pazienti adulti con malattie neurologiche, è cambiata nel tempo la provenienza delle richieste. Se nel corso della cosiddetta “prima ondata” sono giunte, in particolare, dalle zone intorno a Bergamo e Lecco, da ottobre sono stati molti ospedali di Milano, Monza e loro dintorni ad avere avuto maggiori necessità.
Il lavoro come “hub” del Dipartimento di Neuroscienze Cliniche è aumentato durante questa “seconda ondata”, con numerosi pazienti accolti per encefaliti, meningiti, sindrome di Guillain-Barré, crisi epilettiche, sclerosi multipla, tumori cerebrali, fase post-acuta di ictus da Busto Arsizio e da Magenta, da Garbagnate e da Monza, oltre che da diversi ospedali cittadini come Humanitas, San Raffaele, Policlinico, Niguarda.

Anche in Neurochirurgia alcune cose sono cambiate. In marzo – a seguito delle disposizioni di Regione Lombardia che avevano sospeso gli interventi classificati come non urgenti e alla chiusura di molti reparti d neurochirurgia – tutte le sale operatorie del Besta erano state destinate agli interventi svolti come “hub”. Da maggio si è progressivamente tornati anche alle attività ordinarie, continuando a dedicare, in relazione alle esigenze, almeno una delle cinque sale dell’istituto alle richieste provenienti dagli altri ospedali lombardi.

L’emergenza ha profondamente influenzato anche l’attività del Dipartimento di Neuroscienze Pediatriche, con un impatto che è stato vario nelle diverse strutture in relazione alla tipologia dei pazienti seguiti e alle abituali modalità di erogazione delle prestazioni. 
Considerando la cosiddetta “fase uno”, a seguito del lock-down di marzo e delle disposizioni stringenti previste, le attività di degenza hanno registrato una inevitabile riduzione. Sono stati annullati i ricoveri in elezione – effettuati essenzialmente a scopo diagnostico – e non è stato possibile accogliere pazienti extra-lombardi. I ricoveri sono stati limitati ai pazienti lombardi con necessità cliniche urgenti o non procrastinabili come interventi neurochirurgici e l’esordio di patologia neurologica che richiedeva un rapido inquadramento e terapia: malattia di Guillain-Barré, sclerosi multipla, esordio di crisi ad alta frequenza, peggioramento clinico in condizioni metaboliche o degenerative, grave peggioramento di crisi epilettiche o stato di male in pazienti con epilessia nota.

Gli ambulatori? Il numero di visite in presenza – che nella fase iniziale della pandemia aveva subito un drastico calo ed era stata limitata, sia per gli adulti sia per i piccoli pazienti, a situazioni particolarmente gravi o difficili da gestire, o a quelle per le quali era indispensabile eseguire, contestualmente alla visita, esami di laboratorio – è progressivamente risalito nei mesi successivi. Ciononostante, anche in relazione alle variabili legate alla sensibilità individuale, al timore o impossibilità di raggiungere l’Istituto, in particolare venendo da fuori Lombardia, ci si è spinti verso il rafforzamento degli strumenti digitali che oggi permettono in modo semplice di effettuare visite consegnando un referto ai pazienti.

Di certo, i servizi di telemedicina – che trovate approfonditi in questo altro articolo – hanno in parte consentito di non fare slittare appuntamenti fissati e di proseguire i controlli diagnostici e terapeutici programmati. 
È stato, per esempio, possibile continuare a seguire i bambini scolari con Disturbi Specifici dell’Apprendimento e i bambini pre-scolari con Disturbi del Linguaggio mediante l’uso di training su piattaforme già in commercio, di training sperimentali informatizzati e di materiale audio-visivo appositamente creato.  I più piccoli sono stati seguiti con monitoraggi riabilitativi e “parent training” sullo sviluppo comunicativo-linguistico, verificati con questionari e filmati familiari. I bambini di età pre-scolare con ritardo psicomotorio, disabilità intellettiva e disturbi comportamentali, hanno, invece, proseguito il percorso di inquadramento diagnostico iniziato in presenza, per completare la valutazione e  per i colloqui conclusivi. Per fronteggiare l’inevitabile sospensione dell’attività riabilitativa diretta con bambini affetti da Paralisi Cerebrale Infantile e Atrofia Muscolare Spinale è stato messo a punto un protocollo di videoregistrazione del bambino in famiglia per la definizione del profilo delle funzioni adattive coinvolte (posturo-cinetica, manipolatorio prassica, visiva e visuo-percettiva, attentiva, cognitiva ed emotivo-relazionale), potendo di conseguenza monitorare e adattare gli obiettivi riabilitativi.
Tutti sistemi indispensabili in questi mesi che, però, non possono completamente sostituire il contatto personale tra lo specialista e il paziente, un contatto che continua a restare centrale.

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 17/12/2020