Alla cerimonia, svolta nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Milano lo scorso 8 ottobre, hanno partecipato anche la dottoressa Laura Fariselli e il dottor Silvani che hanno seguito il paziente nel percorso di cura.

Gabriele Minì apparteneva alla generazione dei ragazzi palermitani nati negli anni delle stragi di mafia: il suo sogno di diventare giudice, come i suoi eroi Falcone e Borsellino, purtroppo non si è potuto realizzare a causa di una malattia che lo ha colpito nel 2016, dopo un periodo di cure nel nostro Istituto.

A parlare della sua scomparsa era stata Maria Falcone, sorella del giudice morto nel 1992, dopo che Gabriele aveva vinto una borsa alla Fondazione Falcone: “Gabriele Minì, un nostro borsista, ci ha lasciati dopo una lunga malattia. Aveva solo 29 anni, un percorso di studi giuridici, un dottorato a Milano in Studi sulla Criminalità Organizzata, la passione per il diritto". Gabriele Minì, grazie alla borsa di studio ottenuta, aveva iniziato una tesi di dottorato sulla mafia dei Nebrodi e le truffe all’Unione Europea, mai discussa e oggi divenuta una pubblicazione.

Per questo lo scorso 8 ottobre si è tenuta la lezione inaugurale del Dottorato in Studi sulla Criminalità Organizzata Facoltà di Scienze Politiche dal titolo “La meglio gioventù. Studiando Cosa nostra e le frodi comunitarie nel settore zootecnico”, cerimonia intitolata proprio alla memoria di Gabriele, alla quale hanno partecipato anche la dottoressa Laura Fariselli, radioterapista del Besta, e il dottor Antonio Silvani, neuro-oncologo da cui è stato seguito nel lungo iter terapeutico.