FABIO MODA E LO STUDIO SULLA PRESENZA DI BIOMARCATORI PRECOCI DI MALATTIA DI PARKINSON E DI DEMENZA CON CORPI DI LEWY IN TESSUTI PERIFERICI DI PAZIENTI CON DISTURBI DEL SONNO
FABIO MODA E LO STUDIO SULLA PRESENZA DI BIOMARCATORI PRECOCI DI MALATTIA DI PARKINSON E DI DEMENZA CON CORPI DI LEWY IN TESSUTI PERIFERICI DI PAZIENTI CON DISTURBI DEL SONNO
09 agosto 2021

Il giovane ricercatore è uno dei quattro vincitori del bando interno competitivo indetto dalla Direzione Scientifica nella categoria Starting Grant.
“Mai fermarsi e trovare sempre nuovi stimoli per far proseguire la ricerca sulle malattie neurodegenerative fino a identificare terapie efficaci” è un motto che da sempre accompagna il dottor Fabio Moda, ricercatore sanitario biotecnologo dell’Unità di Neurologia 5 e Neuropatologia diretta dal dottor Giorgio Giaccone: è lui uno dei quattro vincitori, per la categoria Starting Grant, del bando interno competitivo 5xmille indetto dalla Direzione Scientifica del Besta.
Il suo studio “Identificazione di biomarcatori periferici e precoci predittivi di malattia di Parkinson e demenza con corpi di Lewy” mira a individuare biomarcatori precoci di malattia di Parkinson (PD) e demenza con corpi di Lewy (DLB) in campioni di sangue, urina e mucosa olfattiva prelevati da pazienti con disturbo del sonno REM idiopatico (iRBD).
“Sappiamo che la proteina alfa-sinucleina non correttamente ripiegata si accumula nei neuroni, formando i tipici corpi di Lewy che caratterizzano malattie come il Parkinson e la demenza con corpi di Lewy. La diagnosi definitiva di queste malattie richiede approfondite analisi neuropatologiche mirate all’identificazione di queste proteine con conformazione anomala nel cervello. Grazie allo sviluppo di nuove tecnologie si è resa più evidente la possibilità che queste proteine non siano confinate al cervello, ma si trovino anche nei tessuti periferici, quindi nell’urina, nel sangue, nella cute e nella mucosa olfattiva – spiega il ricercatore –. Determinare la presenza di queste proteine nei tessuti periferici migliorerà significativamente la diagnosi clinica, anche precoce, di queste malattie, e potrebbe essere il primo passo utile all’identificazione di caratteristiche importanti per lo sviluppo di trattamenti mirati”.
“Sappiamo che alcuni segni e sintomi possono anticipare anche di decenni la comparsa di specifiche malattie neurodegenerative - approfondisce Fabio Moda -. A esempio, il disturbo del sonno REM idiopatico, può essere un sintomo premonitore di malattia di Parkinson o della demenza con corpi di Lewy. Attualmente però non è possibile prevedere se e quali pazienti con disturbo del sonno REM idiopatico svilupperanno una di queste patologie. Per questo, attraverso lo studio che partirà il primo di ottobre, vogliamo sfruttare delle tecnologie di analisi ultrasensibili per studiare la mucosa olfattiva, l’urina e il sangue di soggetti con disturbi del sonno REM per verificare se contengono tracce di alfa-sinucleina patologica. In questo caso, sarà possibile determinare se l’origine del disturbo del sonno è associato a sinucleinopatia oppure no”.
Il team di lavoro è composto da diverse figure professionali del Besta con esperienza nel campo delle demenze (dottor Pietro Tiraboschi), del Parkinson e dei disordini del movimento (dottor Antonio Elia), dei disturbi del sonno (dottor Giuseppe Didato), della biologia strutturale e della biochimica clinica (dott. Fabio Moda), della biologia molecolare e della metagenomica (dottor Fulvio Baggi). I ricercatori, coordinati dal dottor Fabio Moda, condurranno analisi innovative con approcci multiomici sfruttando le nuove tecnologie a disposizione.
“Altro obiettivo è anche indagare il ruolo del microbiota nasale, perché recenti scoperte indicano che alterazioni del microbiota, soprattutto intestinale, possono avere un ruolo importante sull’eziologia di queste malattie. Poco si sa del microbiota nasale ed è tempo di approfondirne lo studio" precisa Moda.
Fabio Moda è uno dei pochissimi ricercatori in Italia e nel mondo che stanno indagando la presenza di questi biomarcatori nella mucosa nasale. La giovane risorsa del Besta ha 39 anni ed ha maturato esperienze anche all’Estero; ha poi riportato al Besta la sua professionalità e il suo entusiasmo e oggi dirige un piccolo gruppo di ricerca. “Sono stato due anni, dal 2011 al 2013, negli Stati Uniti, dove ho lavorato nel laboratorio del professore di Neurologia Claudio Soto a Houston - racconta Fabio Moda -. Qui ho imparato delle tecniche di analisi ultrasensibili che ho poi trasferito nei laboratori del Besta e chi mi hanno permesso di sviluppare una linea di ricerca innovativa e all’avanguardia nell’ambito delle malattie neurodegenerative- racconta Moda -.Quello che faccio per me non è un lavoro, è una passione, è un fuoco che brucia e che non si spegnerà mai. Sono onorato del finanziamento ricevuto dall’Istituto e sono sicuro che insieme al mio gruppo di ricerca raggiungeremo degli obiettivi importanti. Il nostro studio permetterà di raccogliere informazioni fondamentali che contribuiranno a sviluppare dei test diagnostici poco invasivi utili a identificare e curare i pazienti in fasi precoci quando ancora i danni cerebrali non sono severi ed irreversibili”.
Il dottor Moda ha già ricevuto diversi finanziamenti a supporto delle sue ricerche (Ministero della Salute, The Michael J. Fox Foundation, Alzheimer’s Association) ed è sempre impegnato in progetti innovativi sia a livello nazionale che internazionale.