LA SFIDA DI SONIA AL BESTA E DI BARBARA NEGLI USA: UN LEGAME TRA SORELLE CHE INTRECCIA FIDUCIA NELLA SCIENZA E SPERANZA DI BATTERE LA MALATTIA

LA SFIDA DI SONIA AL BESTA E DI BARBARA NEGLI USA: UN LEGAME TRA SORELLE CHE INTRECCIA FIDUCIA NELLA SCIENZA E SPERANZA DI BATTERE LA MALATTIA

28 giugno 2021

LA SFIDA DI SONIA AL BESTA E DI BARBARA NEGLI USA: UN LEGAME TRA SORELLE CHE INTRECCIA FIDUCIA NELLA SCIENZA E SPERANZA DI BATTERE LA MALATTIA

 

La passione per la ricerca medico scientifica e la speranza di poter trovare nuove terapie per tanti pazienti, avevano portato, una ventina di anni fa, Barbara Savoldo e Gianpietro Dotti, moglie e marito, ricercatori di fama mondiale nel campo dell'immunoterapia cellulare, a trasferirsi in America, presso il Centro di Terapie Cellulari e Geniche al Baylor College of Medicine, Houston, Texas. Oggi, negli USA, guidano insieme un programma di immunoterapia cellulare presso il Lineberger Comprehensive Cancer Center, dell’Università della Carolina del Nord (UNC), Chapel Hill, che utilizza una terapia con cellule Chimeric antigen receptor (CAR-T,) per combattere il cancro, nello specifico il glioblastoma, un aggressivo tumore cerebrale.

L’attività di ricerca dei due coniugi, in particolare quella di Barbara, da qualche anno però si è resa ancora più personale: nel 2019 alla sorella minore Sonia è stato diagnosticato proprio un glioblastoma. "Si tratta di un tumore con una prognosi infausta e per questo sono necessari e urgenti nuovi trattamenti per migliorare i risultati delle cure -  dice Barbara Savoldo che da anni lavora a stretto contatto con la dottoressa Serena Pellegatta, responsabile della Struttura Semplice di Immunoterapia dei Tumori Cerebrali, UOC Neuro-Oncologia Molecolare del Besta:  Sonia si è affidata per le cure proprio all’Istituto Besta, che partecipa da alcuni anni ai progetti di ricerca dell’ UNC Lineberger con l'obiettivo di sviluppare terapie CAR-T per il glioblastoma (GBM). La dottoressa Pellegatta anni fa è stata anche visiting professor nel laboratorio statunitense dei due scienziati.

Il legame tra Barbara e il Besta, nonostante la lontananza, oggi è dunque ancora più forte: con la sorella Sonia ha riposto la sua fiducia nell’attività dei colleghi italiani, con cui continua a collaborare, mentre lei negli Stati Uniti prosegue il suo incessante lavoro di ricerca per dare una speranza a Sonia e a tanti pazienti come lei.   “L’integrità e la  motivazione che persone come Serena e i colleghi del Besta hanno nella ricerca e cura è fondamentale per un paziente e per i famigliari, ed è stato perciò naturale rivolgermi a loro da subito, senza esitazioni - afferma Barbara -. Le terapie sperimentali non hanno nessuna garanzia di successo e c’è tanto dibattito e negatività verso il progresso scientifico, anche in campo medico. Tuttavia le cure che abbiamo oggi sono il frutto di intensi sacrifici di ricercatori e pazienti”.

“Penso che Sonia sia la persona più coraggiosa della nostra famiglia – ha dichiarato Barbara in una recente intervista -. Ha subito numerosi trattamenti, comprese terapie sperimentali a cui ha scelto di aderire perché ha sentito molte volte me e mio marito esprimere la nostra gratitudine a tutti i pazienti che si iscrivono a studi clinici qui all'UNC".

 

A Natale, a causa delle restrizioni di viaggio imposte dal Covid-19, Barbara e il marito non sono potuti rientrare in Italia. Il regalo per Sonia però è stato davvero speciale: "Abbiamo creato un fondo con il suo nome per sostenere la ricerca sull'immunoterapia per il glioblastoma e per sostenere i pazienti ei loro familiari – spiega Barbara, che ha anche un’altra sorella, Alessandra-. La creazione del fondo è stato il suo regalo di Natale e l'ha resa davvero felice. Ha detto che l’ha fatta sentire come se stesse contribuendo a qualcosa, che sarebbe stata la sua eredità. Con questo fondo, oltre a supportare la ricerca, volevamo davvero assicurarci che chiunque ne abbia bisogno, possa avere accesso a queste terapie".

Gianpietro, direttore dell'UNC Lineberger Cellular Immunotherapy Program, nell’articolo in cui si racconta la storia di Sonia apparso  sul portale dell’UNC Lineberger, ribadisce che “il centro di ricerca è in prima linea nello sviluppo di nuove terapie per malattie come il GBM. Negli ultimi cinque anni c'è stato un crescente interesse nel trasferire approcci immunoterapeutici di successo da altri tumori a GBM. Riteniamo che questo fondo contribuirà ad accelerare la traslazione di approcci promettenti a una terapia effettiva".

 

I coniugi vogliono anche garantire che la ricerca sul cancro non rallenti durante la pandemia COVID-19 e ribadiscono: “I malati di cancro non possono permettersi di aspettare che il mondo torni alla normalità e che tutto riprenda come prima della pandemia".

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 28/06/2021