PITUITARY UNIT: ATTIVATO DAL DIPARTIMENTO DI NEUROCHIRURGIA IL PROGRAMMA CLINICO E DI RICERCA MULTIDISCIPLINARE

PITUITARY UNIT: ATTIVATO DAL DIPARTIMENTO DI NEUROCHIRURGIA IL PROGRAMMA CLINICO E DI RICERCA MULTIDISCIPLINARE

27 ottobre 2021

PITUITARY UNIT: ATTIVATO DAL DIPARTIMENTO DI NEUROCHIRURGIA IL PROGRAMMA CLINICO E DI RICERCA MULTIDISCIPLINARE

Un team di specialisti, coordinati dal dottor Andrea Saladino, collabora alla diagnosi, al trattamento e alla cura dei pazienti con lesioni della regione sellare e parasellare, del tubercolo e del clivus. L’obiettivo è  arrivare in tempi sempre più brevi alla cura della malattia, quando possibile, e a garantire una buona qualità di vita ai pazienti.

 

L’Istituto Neurologico Carlo Besta, da sempre centro di riferimento ed eccellenza nazionale e internazionale per la cura e la ricerca delle patologie tumorali del sistema nervoso centrale, ha perfezionato il suo approccio nel trattamento delle lesioni tumorali e malformative con la creazione della Pituitary Unit, costituita da un programma clinico e di ricerca che ha lo scopo di garantire un trattamento multidisciplinare, specifico, coordinato e aggiornato ai pazienti affetti da una lesione della regione sellare e parasellare, del tubercolo e del clivus.

L’unità multidisciplinare, coordinata dal dottor Andrea Saladino del Dipartimento di Neurochirurgia sotto la direzione del Prof. Francesco DiMeco, ha previsto la creazione di spazi ambulatoriali e lo svolgimento di riunioni multidisciplinari specificamente dedicate all’inquadramento clinico e alla discussione dei casi più complicati: attraverso questa modalità, il team di specialisti, ciascuno con la propria competenza, indipendenza e specificità, collabora alla diagnosi, al trattamento e alla cura dei pazienti con lesioni della regione sellare e parasellare. Al gruppo dei Neurochirurghi, dei Radioterapisti (dottoressa Laura Fariselli e dottor Marcello Marchetti) e dei Neuroradiologi (dottoressa Alessandra Erbetta, dottoressa Luisa Chiapparini) del Besta si aggiungono medici ed equipe di altre strutture ospedaliere selezionati per la loro riconosciuta esperienza nell’ambito della diagnosi e del trattamento della patologia della regione sellare: il dottor Renato Cozzi, già primario Endocrinologo all’Ospedale Niguarda e ora Consulente presso la nostra struttura, il dottor Alberto Maccari e il Professor Giovanni Felisati, rispettivamente Responsabile della Chirurgia Endoscopica Laringo-Faringea e Direttore del Dipartimento Testa-Collo dell’Ospedale San Paolo di Milano, il dottor Alberto Iannalfi, Responsabile della Sezione di Patologie del Basicranio dello CNAO di Pavia, i Colleghi del Centro Neuroftalmololgia ed Elettrofisiologia Oculare dell’Istituto Auxologico di Milano (Responsabile: dottoressa  Stefania Bianchi-Marzoli).

La regione sellare e parasellare si trova al centro della base del cranio e comprende strutture vascolo-nervose essenziali, quali l’ipofisi (o ghiandola pituitarica), i nervi ottici, il chiasma ottico, i nervi oculomotori, il peduncolo ipofisario, l’arteria carotide e il seno cavernoso – spiega il dottor Saladino -. Le lesioni tumorali o malformative in quest’area (adenoma ipofisario, meningioma del turbercolo sellare e clinoide, craniofaringioma, cisti della Tasca di Rathke, cordoma del clivus, condrosarcoma) possono quindi provocare non solo deficit neurologici, come perdita della vista o visione doppia, ma anche disturbi apparentemente meno specifici, di pertinenza endocrinologica, come stanchezza eccessiva, cefalea, irregolarità del ciclo mestruale, impotenza, pressione arteriosa alta, ingrossamento patologico di mani, piedi e volto, sete eccessiva. Se non tempestivamente e adeguatamente diagnosticati, questi disturbi possono causare gravi conseguenze per la salute dei pazienti. Per questo è fondamentale che ciascun paziente sia sottoposto ad accurati controlli endocrinologici e neuro-oftalmologici prima e dopo il trattamento per definire la diagnosi, la possibilità di guarigione, il recupero funzionale e il risultato delle terapie”.

Nella maggior parte dei casi, inoltre – aggiunge Saladino - i tumori e la malformazioni di questa regione sono benigni o a lento accrescimento: è quindi necessario che ciascun trattamento sia selezionato tra i diversi trattamenti disponibili, chirurgico, medico o radioterapico, per ottenere non solo la cura della malattia, quando possibile, ma anche una soddisfacente qualità di vita dei pazienti. Il trattamento chirurgico stesso, rispetto a tumori in altre regioni del cervello, può richiedere approcci specifici, che coinvolgono non solo i neurochirurghi, ma anche gli otorinolarongoiatri e/o i chirurghi maxillo-facciali”.

Spesso, ai classici approcci neurochirurgici con tecnica microscopica si associano e si combinano approcci endoscopici attraverso le cavità nasali, che, in mani esperte, permettono di asportare lesioni anche di grandi dimensioni e in zone profonde della base del cranio senza necessità di tagli e cicatrici sul cranio. Nel corso degli anni il Besta si è dotato di tutti gli strumenti tecnologicamente più avanzati per poter effettuare questo tipo di intervento complesso con la massima sicurezza possibile, come schermi ed endoscopi per la visione in alta definizione 4K e per la visione tridimensionale, nonché di strumenti per la neuronavigazione intraoperatoria integrata su modelli tridimensionali computerizzati dei pazienti, ricostruiti partendo dalle loro immagini pre-operatorie (Realtà Virtuale con Surgical Theatre ENDOSnap). “Per tutti questi motivi la Fondazione è parte anche del programma di formazione specialistica in Otorinolaringoiatria dell’Università di Milano, in aggiunta alla Neurochirurgia”, dice Saladino.

Infine, il trattamento chirurgico può essere associato, sostituto o seguito da un trattamento radioterapico, che, ancora una volta, richiede delle competenze radioterapiche specifiche e l’interazione continua tra le diverse figure coinvolte nel trattamento di questi pazienti, per ottimizzare il controllo di malattia e minimizzare le complicanze. “Nella U.O. di Radioterapia della nostra Fondazione è possibile effettuare il trattamento radiochirurgico mediante Cyberknife, che è una tecnica estremamente precisa ed efficace per colpire tumori in aree profonde e delicate, risparmiando le strutture vascolari e nervose circostanti. Quando necessario, i pazienti possono anche beneficiare di un trattamento con particelle pesanti presso il Centro CNAO di Pavia, con cui vantiamo una decennale collaborazione”, conclude il dottor Saladino.      

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 02/11/2021