QUANDO LA TOSSINA BOTULINICA E’ UN TOCCASANA

QUANDO LA TOSSINA BOTULINICA E’ UN TOCCASANA

14 giugno 2008

Comunicato stampa

Il corretto impiego di questa sostanza in un convegno patrocinato dall’Istituto Carlo Besta

 

Dopo che negli ultimi mesi la cronaca ha registrato un crescente clima di condanna verso la tossina botulinica a causa del suo improprio utilizzo presso centri estetici spesso improvvisati, l’Istituto “Carlo Besta“ di Milano patrocina un congresso “Toxins 2008” (www.toxins2008.org), con ricercatori provenienti da tutto il mondo, sul corretto impiego di questa sostanza che si svolgerà  dal 12 al 14 giugno a Baveno, sul lago Maggiore. 
L'interesse della neurologia per la tossina botulinica si è acceso quando fu impiegata nel blefarospasmo e nell'emispasmo facciale.
Negli anni '80 l'oculista americano Alan Scott intuì per primo che con questa sostanza si poteva produrre una denervazione controllata dei muscoli colpiti da distonia, determinando una loro paralisi guidata tramite iniezioni locali in dosi infinitesimali e non certo ai dosaggi che hanno dato luogo ai recenti fatti di cronaca.
L’analisi dei rischi 
Dopo la denuncia di un'associazione americana di consumatori per la morte di alcuni pazienti, trattati con alte dosi, a scopi cosmetici, l'ente statunitense di registrazione dei farmaci-FDA) ha recentemente  avviato un'analisi dei rischi legati all'uso di dosi elevate, superiori ai dosaggi massimi raccomandati, e dopo varie indagini non ha ritenuto necessario sospendere l'utilizzo clinico della tossina. 
L'analogo ente europeo, la EMEA, ha imposto di aggiungere un'affermazione di cautela sul foglietto illustrativo dei prodotti in commercio in Europa.
In realtà, queste tossine rappresentano farmaci insostituibili per la cura di numerose malattie neurologiche, gastroenteriche, urologiche, ecc, e oggi non esiste nessun’altra terapia con così tante applicazioni cliniche e una così ampia diffusione nelle più diverse branche mediche. Nella malattia di Parkinson, ad esempio, è efficace sia sui classici disturbi motori come bradicinesia, tremore, rigidità e instabilità posturale, sia su quelli non motori meno noti al grande pubblico come scialorrea, seborrea, iperidrosi, impellenza vescicale o stipsi.
 Quanto strada dal primo paziente 
Il primo paziente trattato con questa tecnica da Scott soffriva di strabismo, disturbo che interessa la coordinazione dei movimenti dei piccoli muscoli che fanno ruotare il globo oculare, prima trattabile solo per via microchirurgica. Da allora la tossina è stata impiegata con successo anche nelle distonie focali come il torcicollo spasmodico o la disfonia e poi nel crampo dello scrivano o del musicista, nella distonia oro-mandibolare, nella spasticità degli arti o in varie patologie dolorose legate a eccessiva contrazione muscolare come ad esempio la cefalea tensiva.


Il microrganismo e gli effetti
Estratta dal clostridium botolinum, microrganismo sporigeno ampiamente diffuso nel terreno, di cui esistono 7 tipi indicati con le lettere alfabetiche da A a G, la tossina blocca la liberazione delle vescicole di acetilcolina a livello della terminazione presinaptica delle giunzioni neuromuscolari, inducendo denervazione chimica con conseguente atrofia muscolare. 
Entro una quindicina di giorni si formano lungo il sarcolemma nuovi siti recettoriali per l'aceticolina in sedi adiacenti.
Esistono diverse formulazioni di tossina botulinica appartenenti al serotipo A e al serotipo B. 
Il loro uso clinico richiede sempre un'esperienza altamente specifica. 
La tossina, opportunamente diluita, viene iniettata nei muscoli che si desidera decontrarre, o in loro prossimità.
L'effetto bloccante sulla giunzione difettosa è irreversibile e la guarigione deriva dalla proliferazione di altre arborizzazioni che creano neo-giunzioni neuromuscolari servendosi dei nuovi siti recettoriali sul sarcolemma.
Una ricerca per comprendere l’azione delle tossine  
Un dato nuovo del congresso è quello che sarà presentato da Flavia Antonucci e dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa: l'infiltrazione di tossina in un muscolo o nei tessuti periferici può subire un trasporto retrogrado nel sistema nervoso centrale e da qui, attraverso ulteriori passaggi retrogradi da un neurone all'altro, andare verso altre regioni dell'encefalo. 
Questo meccanismo spiegherebbe finalmente effetti collaterali finora interpretati con difficoltà e permetterebbe di comprendere meglio il meccanismo d'azione delle tossine in malattie del sistema nervoso centrale, come ad esempio la distonia, i tic e la spasticità.

Ultimo aggiornamento: 14/09/2018