TUTTA CUORE E CERVELLO 2024
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17 giugno 2024

Quando la tangoterapia può rallentare il parkinson
La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta sin dal 2010 organizza convegni sulla medicina di genere in ambito neurologico. Nonostante la medicina di genere non si caratterizzi per una mera connotazione di medicina al femminile, sono tantissime le evidenze che dimostrano come il mancato approccio al genere porti ad una discriminazione nei confronti della salute della donna in quanto meno rappresentata nei trial clinici e meno studiata nei modelli sperimentali pre-clinici. Le differenze tra uomini e donne non sono riconducibili esclusivamente ad asimmetrie e specificità biologiche e riproduttive, determinate dal sesso, ma anche a una più ampia dimensionein cui concorrono fattori ambientali, sociali, culturali e relazionali. In occasione della settimana nazionale sulla salute della donna è stato organizzato presso l’Auditorium Giorgio Gaber di Piazza Duca D’Aosta a Milano un convegno, aperto anche al pubblico, dedicato alle differenze di genere e alle nuove frontiere terapeutiche nella malattia di Parkinson. Pilates, nordic walking, danzaterapia sono solo alcune delle attività che compongono la sfera delle terapie complementari utilizzate nel trattamento del parkinson. Tra queste la tango terapia ha evidenziato molti benefici come spiega il Direttore del Dipartimento Neuroscienze Cliniche e del centro Parkinson e Disordini del Movimento del Besta Roberto Eleopra “Fra tutte le danze quella più efficace è risultata il tango, soprattutto quello argentino, perché presenta movimenti a velocità diversa, continui arresti e accelerazioni, inversioni di marcia, stacchi improvvisi. Queste caratteristiche allenano a migliorare l’equilibrio e la coordinazione stimolando l’area motoria supplementare del lobo frontale. Secondo alcuni autori i movimenti ritmici e misurati di questo tango aiuterebbero selettivamente i gangli basali a migliorare il controllo motorio perchè il ritmo e il timbro di questa musica aiutano a recuperare gli automatismi motori perduti”. Ma non solo la danza è il perfetto alleato anche per migliorare la socialità riducendo l’isolamento delle persone con conseguenti vantaggi non solo fisici, ma anche emotivi. Secondo Barbara Garavaglia biologa e referente per la Medicina di Genere del Besta “la tango-terapia, al contrario di altre forme riabilitative svolte in palestra che possono sembrare ripetitive e noiose, viene considerata dai pazienti una forma di divertimento perchè favorisce il contatto e l’interazione con gli altri migliorando l’umore. Ha infatti il vantaggio di essere ballato in coppia. Sono ormai passati 10 anni dalla prima pubblicazione dei ricercatori canadesi guidati da Roland Postuma sui benefici di questa terapia che dimostrava come dopo solo tre mesi si evidenziava un miglioramento sia delle componenti motorie (tremore, rigidità, instabilità posturale, ecc.), sia dell’umore (depressione, stanchezza ecc.). Da allora queste iniziative si sono moltiplicate in tutto il mondo e la tango-terapia è stata inserita sempre di più nel percorso riabilitativo dei pazienti parkinsoniani dando sempre risultati positivi.