UN METODO INNOVATIVO PER IL TRATTAMENTO DEL DOLORE CRONICO

UN METODO INNOVATIVO PER IL TRATTAMENTO DEL DOLORE CRONICO

17 aprile 2025

UN METODO INNOVATIVO PER IL TRATTAMENTO DEL DOLORE CRONICO

La Dott.ssa Alessandra Telesca vincitrice del Bando di Fondazione Cariplo 2024 GIOVANI RICERCATORI

 

Validare e testare un innovativo protocollo di terapia cognitivo-comportamentale mirato al miglioramento della qualità di vita e dei costi per la gestione clinica del dolore cronico. È questo l’obiettivo del progetto finanziato nell’ambito del Bando di Fondazione Cariplo 2024 “GIOVANI RICERCATORI – Accompagnare i dottori di ricerca nelle fasi iniziali della loro carriera 2024 – Life Science”. Principal Investigator è la Dott.ssa Alessandra Telesca, psicologa, con un dottorato in Neuroscienze Cliniche presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, e attualmente post-doctoral fellow al Besta. Il progetto, di durata triennale, ha ricevuto un finanziamento di oltre 150.000 euro e prenderà il via nei prossimi mesi presso l’Istituto Besta che dispone di un ambulatorio dedicato al dolore facciale idiopatico persistente.

 

 

Come è iniziata la tua avventura al Besta?

Sono arrivata al Besta nel 2019 come tirocinante in neuropsicologia. In seguito, grazie alla borsa di dottorato presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca in collaborazione con il Besta, ho dedicato la mia attività di ricerca al tema del dolore cronico che è diventato il centro del mio campo d’azione. Ho collaborato e collaboro tutt’ora con la Dottoressa Licia Grazzi su alcuni progetti legati alla gestione del dolore cronico attraverso l’utilizzo di terapie non farmacologiche, come la mindfulness o i trattamenti di neurostimolazione non invasiva. Grazie alla mia borsa di studio in collaborazione con la Neurologia 3 e la Neuroanestesia, faccio parte del team multidisciplinare del dolore con anestesisti, neurologi e neurochirurghi, e mi occupo di valutazioni neuropsicologiche e psicodiagnostiche a scopo sia clinico sia di ricerca.

 

Da dove nasce la tua volontà di approfondire il tema del dolore?

Direi che tutto è iniziato dalla mia tesi di laurea magistrale che ha indagato un tema molto vicino al dolore cronico: l’ostracismo, un fenomeno sociale che la letteratura ha considerato una forma di dolore sociale.  Il punto di partenza sono stati alcuni interessanti studi neuroscientifici che hanno dimostrato come le regioni cerebrali coinvolte nell’elaborazione del dolore fisico si sovrappongono a quelle legate al dolore sociale. Da qui ho iniziato a studiare l’effetto che alcune tecniche di stimolazione cerebrale non invasiva come ad esempio la tDCS (stimolazione transcranica a corrente continua), hanno sull’elaborazione centrale di uno stimolo che induce dolore sociale. Per poter osservare questo effetto, abbiamo usato la tecnica di TMS-EEG registrando il segnale prima, dopo e durante l’esposizione ad un paradigma di dolore sociale chiamato “Cyberball”. Durante il mio periodo di dottorato all'estero presso l'Université Catholique de Louvain (Bruxelles), ho avuto l'opportunità di approfondire alcune di queste tecniche, che continuo ad applicare anche all'Istituto Besta, grazie a progetti in collaborazione con altri enti italiani.

 

Il dolore è anche alla base del progetto di ricerca vincitore del Bando “Giovani Ricercatori” di Fondazione Cariplo…

Sì, il dolore è un fenomeno complesso che include variabili biologiche, psicologiche e sociali. Attraverso questo progetto spero di validare e confermare l’efficacia di metodi innovativi e alternativi per il trattamento del dolore cronico, che provoca effetti negativi sia sulla qualità di vita delle persone sia sui parametri biologici dei pazienti. Il progetto ha l’obiettivo di testare l’efficacia di un nuovo approccio psicoterapico di tipo cognitivo comportamentale (Pain Reprocessing Therapy-PRT), in grado di ridurre l’intensità della sintomatologia e limitare l’impatto della patologia sulla vita di una popolazione clinica specifica, affetta da dolore cronico e molto spesso farmaco-resistente.

 

In quante fasi si articola il progetto?

Il progetto partirà da una prima fase di valutazione neuropsicologica dei pazienti tramite test psicometrici e questionari autosomministrati. A questa valutazione seguiranno l’analisi neurofisiologica delle dolorifiche, e una risonanza magnetica funzionale, con l’obiettivo di valutare lo stato di connettività cerebrale dei pazienti pre-trattamento. Successivamente, i pazienti effettueranno delle sedute di psicoterapia per la durata totale di un mese, al termine della quale le stesse valutazioni (clinica, neuropsicologica, neurofisiologica e di neuroimaging) verranno effettuate. L’ipotesi del progetto si basa sui dati di letteratura che documentano una alterazione della connettività cerebrale nei pazienti con dolore faciale atipico persistente, e il trattamento è pensato per agire proprio su questa alterata connettività, che coinvolge principalmente aree interessate nell’elaborazione delle emozioni e nella percezione e gestione di situazioni di allarme e paura. Quindi, post-trattamento, si valuterà anche se vi sono stati dei cambiamenti a livello di connettività e di plasticità corticale.

 

Quali sono i principali risultati attesi?

 

Grazie al progetto di ricerca finanziato da Fondazione Cariplo ci auguriamo di validare l’efficacia di un trattamento non farmacologico e non invasivo che riduca la sintomatologia dolorifica e migliori l’impatto della patologia sul funzionamento complessivo del paziente, con una conseguente ottimizzazione della sua qualità di vita. In secondo luogo, ci auguriamo di osservare un cambiamento anche dal punto di vista neuroscientifico, attraverso i dati di neurofisiologia e di neuroimaging, in modo da determinare eventuali effetti del trattamento non solo a livello comportamentale e psicologico, ma anche neuro-plastico.

 

 

Ultimo aggiornamento: 17/04/2025