UNA MATRICOLA, UNA STORIA

UNA MATRICOLA, UNA STORIA

22 dicembre 2021

Notizia

UNA MATRICOLA, UNA STORIA

Leila e Roberta: ‘vulcano’ e ‘roccia’ della Fisioterapia del Besta

 

Leila Parma e Roberta Cazzaniga, diventate amiche sul posto lavoro, si raccontano nella rubrica “Una matricola, una storia”: le accomunano le stesse passioni, tre figli (ciascuna) e la dedizione quotidiana ai pazienti.

 

 

Leila, vulcanica e istintiva. Roberta, più razionale e pratica. Due colleghe dal carattere diverso che insieme formano una squadra vincente e determinata.

In questo numero della nostra Newsletter, Leila Parma e Roberta Cazzaniga, fisioterapiste e “matricole” del Besta,  raccontano passioni (spesso comuni) e aneddoti della vita quotidiana degli ultimi 20 anni nel nostro Istituto.

 

Tra noi c’è una grande complicità – dice Leila -. Lavoriamo insieme dal 2001: allora Roberta era appena rientrata dalla maternità. Poi ci siamo alternate, tanto che entrambe abbiamo tre figli di età molto ravvicinate. Siamo diverse ma abbiamo caratteri complementari, ci confidiamo tra noi sulle questioni personali e ci confrontiamo sui casi dei pazienti. Anche nel caso di qualche piccolo diverbio, troviamo sempre un compromesso. Roberta è acqua che smorza il fuoco del mio carattere”.

 

“Anche con i pazienti cerchiamo  di creare un rapporto empatico e professionale aggiunge Roberta -  Siamo molto complementari tra noi due e questo viene percepito. Il clima è disteso e ciò è importante nel trattare i pazienti che spesso ci dicono che li freghiamo con il sorriso e poi li facciamo lavorare intensamente, tanto che  sul lavoro ci hanno anche soprannominate, scherzosamente, le “fisioterroriste”. 

 

Sono diverse le passioni che accomunano le due colleghe, come quella per il Nordic Walking, la camminata nordica con i bastoncini, e per la moto. “Diciamo che io lancio le idee e le coltivo per un po’, ma alla fine è Roberta a metterle in pratica, è più costante - confida Leila - Io sono vulcanica e mi piace cambiare di continuo quel che faccio. Oggi Roberta va a camminare spesso, io ho già abbandonato; lei si è comprata la moto e va a fare gite nel weekend con il marito e io non vado più. Ora faccio Pound, una ginnastica che si fa con le bacchette dei batteristi su una base di musica rock, amo lo sci e il windsurf”.

 

Sono tanti gli episodi, lavorativi e non, che Leila e Roberta ripercorrono. “Non abbiamo molto tempo per uscire insieme perché abitiamo distanti e dobbiamo seguire la famiglia - rivela Roberta -. Però una volta siamo state invitate da un paziente, alla fine della sua terapia, a bere un Negroni Sbagliato al Bar Basso qui a Milano. Alle 16,30 del pomeriggio, dopo aver sorseggiato il cocktail, Leila non trovava più la macchinaAbbiamo girato per un bel po’ ridendo tra di noi, prima di ritrovarla. Una sera di qualche anno fa, poco prima di Natale, avevamo finito le visite alle 17. Aveva iniziato a nevicare. Leila, che abita a Bruzzano, si è messa in macchina, ma a causa della neve, è riuscita a entrare in casa alle 23,30: nel frattempo io le ho tenuto compagnia per tutto il tragitto al telefono”.

 

La passione per la fisioterapia delle due ‘matricole’, ha “lasciato il segno anche su qualche ex paziente e su tanti colleghi che spesso si fermano al Besta per i trattamenti. “Quest’anno – racconta infatti Roberta -  tra gli studenti del corso di laurea in fisioterapia dell’Università San Raffaele, si è presentata una studentessa che, dopo qualche giorno che frequentava il nostro servizio, ci ha rivelato di essere stata una nostra paziente qualche anno prima, quando ancora frequentava il liceo: aveva subito un intervento neurochirurgico all’encefalo qui al Besta”.

Non l’abbiamo subito riconosciuta – aggiunge Leila -  perché comunque era molto cambiata fisicamente ma poi raccontandoci la storia ci siamo ricordate del suo caso. Ci ha ringraziato molto per quello che avevamo fatto per lei durante il percorso di riabilitazione”.

La studentessa – prosegue Roberta - ci ha detto che io e Leila siamo state il suo primo approccio con il mondo della riabilitazione che per lei era stato piuttosto lungo ed impegnativo e che era poi proseguito  in un altro centro riabilitativo dopo la dimissione dal Besta. Ci ha fatto davvero piacere sapere che le prime cure fisioterapiche ricevute in quei giorni post intervento l’hanno rasserenata e motivata a continuare il ricovero riabilitativo che le era stato programmato. Per questo entrambe le siamo state di ispirazione nella decisione, una volta terminato il liceo, di intraprendere proprio il corso di laurea in Fisioterapia. E ancor più piacere ci ha fatto sapere che aveva chiesto espressamente all’università di frequentare il tirocinio pratico al Besta per affiancarsi a noi, questa volta nel ruolo di “ collega” per darci una mano proprio in neurochirurgia dove era stata ricoverata lei”.

 

Ma cosa dicono le due colleghe una dell’altra? Leila: “Per me Roberta è una roccia sicura su cui fare sempre affidamento”. E Roberta: “Leila è un vulcano che mi trascina con la sua vitalità nelle sue passioni e di cui non potrei fare a meno!”.

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 23/12/2021