UNA MATRICOLA, UNA STORIA

UNA MATRICOLA, UNA STORIA

08 marzo 2023

Notizia

UNA MATRICOLA, UNA STORIA

VITA E CATERINA, COLLEGHE IN SALA OPERATORIA: TANTE PASSIONI IN COMUNE, ORA ANCHE UN LIBRO

 

Sono diventate amiche grazie alla sintonia e alla loro complementarietà di carattere. Le unisce la passione per musica (una suona il clarinetto, l’altra la batteria), pittura e scrittura. Caterina Plantamura ha scritto un libro sulle scelte coraggiose (“L’amore spiegato a mia figlia”), Vita Cascio ne ha firmato l’immagine di copertina. Entrambe sono matricole del Besta: Caterina è infermiera anestesista, Vita è strumentista.

 

Al Besta le si incrocia di rado, spesso solo nel blocco operatorio, dove passano la maggior parte del tempo. Proprio qui si sono incrociate le loro vite e si è cementata una bella amicizia, coltivata anche fuori dall’Istituto e unita da passioni comuni e da una grande sensibilità personale e artistica. Caterina Plantamura e Vita Cascio, matricole del Besta, lavorano rispettivamente come infermiera anestesista e strumentista del blocco operatorio. Insieme si raccontano nella rubrica “Una matricola, una storia” e presentano il libro, nato da un’idea e dalla penna di Caterina, ma che porta in copertina un’immagine realizzata da Vita.

S’intitola ‘L’amore spiegato a mia figlia’ - spiega Caterina -. Non si tratta di una figlia esistente, ma di quella che ho nel mio cuore e alla quale mi piacerebbe lasciare le mie parole in eredità, così come a ogni lettore che vorrà immergersi nel testo; è una raccolta di storie di coraggio e soprattutto di amore, quell’amore che può essere espresso in tanti modi diversi e non ha una forma preordinata né una regola da seguire. Ho raccolto storie vere, che raccontano l’attaccamento alla vita, la sofferenza condivisa, la solidarietà tra donne, l’affetto per un animale o per un amico e la generosità di chi dona gli organi, quindi l’amore che va oltre la morte”.

La sensibilità di Caterina si percepisce dal suo modo di esprimersi e leggendo le parole del suo libro. Lo si sente anche dall’affetto che esprime per l’amica Vita, che ha voluto coinvolgere nel suo progetto, chiedendole un suo quadro come immagine di copertina. Vita infatti dipinge. Nel 2021 ha vinto anche un concorso musicale/artistico/letterario, “Il Volo di Pegaso”, promosso dal Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, con il suo dipinto “Sull’onda della vita”, un acrilico su tela. Per il libro ha invece realizzato un cuore con sfaccettature di vari colori, a descrivere tutte le sfumature delle emozioni dell’esistenza. L’amore spiegato a mia figlia” è ora in gara al concorso letterario internazionale “Salvatore Quasimodo”.

Vita è una persona molto profonda e piena di interessi. Non si scompone mai anche nei momenti più difficili; io sono più emotiva e imparo molto da lei, non solo sul lavoro - dice Caterina-. Grazie a lei ho imparato tanto. Ci siamo conosciute in sala operatoria. Quando sono arrivata, due anni fa, ero terrorizzata, volevo scappare. Invece Vita mi ha aiutata e ora mi trovo proprio bene”.

Il lavoro, mille interessi per arte e cultura e anche la musica uniscono le due amiche: Vita suona il clarinetto, dopo gli studi in conservatorio, e ha fatto parte di un coro di canto lirico a Trapani, Caterina suona la batteria ed è la cantante di una rock band anni ’70.

Sono originaria di Trapani – racconta Vita -. Mi sono trasferita a Milano nel 2007 per lavoro, ho conosciuto qui mio marito e ho una bimba di tre anni. Ormai non me ne andrei più, anche perché Milano offre tanto a livello culturale e grazie a mio marito riesco a conciliare impegni familiari, professionali e passioni. Amo il mio lavoro al Besta. Qui mi sono trovata bene da subito sia in reparto, sia in sala operatoria. Non nego che ci sono dei momenti difficili, soprattutto quando dobbiamo accompagnare fuori dalla sala i genitori di bambini che devono essere operati e dobbiamo dare loro delle rassicurazioni”.

“La passione per la pittura è nata quando ero ancora in Sicilia – prosegue Vita -. Collaboravo con una bottega di restauro di mobili antichi e facevo dipinti ornamentali anche sulla ceramica. Poi ho fatto dei corsi e ho proseguitò con la mia passione per la pittura negli anni. Anche ora mi dedico alla realizzazione di quadri, mmi rilassa ed esprimo appieno me stessa e le mie emozioni”.

Anche per Caterina la scrittura rappresenta un momento di sfogo: “Scrivere è per me terapeutico, liberatorio. Mi chiudo in casa e scrivo per ore. Ed è così che è nato il libro, le parole sono scese come un fiume in piena. Poi una collega infermiera, Flavia Calò, che fa la correttrice di bozze, ha riletto il testo: è stata una collaborazione tra donne. Ho chiesto espressamente alle case editrici che ho contattato per la pubblicazione che l’immagine di copertina dovesse essere quella realizzata da Vita”.

Ciò che accomuna Vita e Caterina è l’attenzione agli altri, espressa in sala operatoria con i pazienti e attraverso le parole e la pittura. “Avrei voluto iscrivermi a Lettere dopo il Liceo – confessa Caterina -. Poi, viste le scarse possibilità di lavoro in Puglia, dove sono nata, mi sono iscritta a infermieristica. Ho fatto il master in cure palliative e lavorato in hospice. La mia ambizione è poter accedere alla Magistrale per poter insegnare agli infermieri in Università. Negli scorsi anni ho lavorato a Bergamo durante la prima ondata di Covid e poi a Lodi: pensavo di essere preparata alla morte dopo il master di cure palliative, ma alla fine ti senti impotente”.

Progetti per il futuro? “Tanti”, dicono entrambe con il desiderio e la consapevolezza di voler trasmettere alle bimbe che verranno e che incontreranno, lo stesso entusiasmo per la vita e la stessa dedizione, come espressione di quell’amore di cui si parla nel loro libro, verso gli altri.

 

 

                  

 

 

 

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 09/03/2023