UNA PROTESI CRANICA IMPIANTABILE PERMETTE IL PASSAGGIO DEGLI ULTRASUONI PER L’IMAGING E LA TERAPIA CEREBRALE: LA DIMOSTRAZIONE AL BESTA

UNA PROTESI CRANICA IMPIANTABILE PERMETTE IL PASSAGGIO DEGLI ULTRASUONI PER L’IMAGING E LA TERAPIA CEREBRALE: LA DIMOSTRAZIONE AL BESTA

05 maggio 2022

Notizia

UNA PROTESI CRANICA IMPIANTABILE PERMETTE IL PASSAGGIO DEGLI ULTRASUONI PER L’IMAGING E LA TERAPIA CEREBRALE: LA DIMOSTRAZIONE AL BESTA

Lo studio, pubblicato sulla rivista Scientific Report, è presentato dalle co-autrici dottoresse Laura Librizzi e Laura Uva insieme al dottor Francesco Prada.

 

Proseguono con ottimi risultati gli studi sull’apertura della barriera ematoencefalica mediante ultrasuoni e accoppiati microbolle svolti dal dottor Francesco Prada della UOC Neurochirurgia 1 del Besta e direttore dell’Acoustic Neuroimaging and Therapy Laboratory (ANTY-Lab) in collaborazione con le dottoresse Laura Librizzi e Laura Uva della UO Neurologia 7, Epilettologia Clinica e Sperimentale.

Un recente studio ("Ultrasounds induce blood-brain barrier opening across a sonolucent polyolefin plate in an in vitro isolated brain preparation"), pubblicato sulla rivista Scientific Report, firmato dalle co-autrici dottoresse Laura Librizzi e Laura Uva del Besta, ricercatrici della UOC Neurologia 7 – Epilettologia Clinica e Sperimentale e dal dottor Prada, rivela infatti che una speciale piastra di poliolefina, trasparente agli ultrausoni permette il passaggio degli ultrasuoni che a loro volta possono essere usati per l'apertura della barriera ematoencefalica. Gli esperimenti sono stati condotti in laboratorio su un preparato di cervello intero di cavia isolato e mantenuto in vitrotramite perfusione arteriosa.

La barriera ematoencefalica (BBB) ostacola l’ingresso di farmaci nel cervello. L'uso combinato di onde ultrasoniche pulsate a bassa intensità e di microbolle intravascolari (MB) rappresenta una soluzione promettente a questo problema consentendo l’apertura controllata e  reversibile della  barriera – spiega il dottor Prada -.  In questo studio abbiamo valutatola fattibilità dell'apertura della barriera ematoencefalica attraverso una protesi biocompatibile a base di poliolefina, che permetterebbe di somministrare agenti terapeutici al’interno del sistema nervoso centrale . L’impianto della protesi al termine di un interevento neurochirurgico in sostituzione dell’opercolo craniotomico del paziente, consentirebbe infatti di effettuare terapie mediate da aultrasuoni, come l’apertura ripetuta della barriera ematoencefalica con guida ecografica per i successivi follow up”.

Il cervello isolato di cavia, già utilizzato al Besta per studi di elettrofisiologia in epilessia, rappresenta un preparato unico al mondo :  “Le microbolle, perfuse attraverso il sistema arterioso perfettamente integro e visualizzate attraverso un ecografo, se opportunamente eccitate dagli ultrasuoni, permettono l’apertura della BBB nel cervello – aggiunge la dottoressa Laura Librizzi -. Il posizionamento della protesi sulla superficie cerebrale non ostacola il passaggio degli ultrasuoni che riescono ugualmente ad eccitare le microbolle e aprire la BBB.

La dottoressa Laura Uva specifica: “A seconda dei parametri usati, gli ultrasound possono aumentare o inibire l’attività cerebrale. In questo studio sono stati utilizzati a bassa intensità. Con la dottoressa Librizzi abbiamo inoltre messo a punto la concentrazione di microbolle necessaria per l’aperturadella barriera ematoencefalica, e valutato e quantificato il grado di apertura della barriera". Dopo questo primo step, i ricercatori del laboratorio di Epilettologia Clinica e Sperimentale della UO Neurologia 7 e dell’Acoustic Neuroimaging and Therapy Lab della UO Neurochirurgia 1 del Besta stanno già lavorando ai passaggi successivi per arrivare a poter applicare quanto finora scoperto: “Il cervello di cavia isolato è un preparato perfetto per studiare gli effetti degli ultrasuoni, poiché è privo dello schermo determinato dalla scatola cranica", spiegano Laura Uva e Laura Librizzi. "Attualmente stiamo progettando degli esperimenti in cui gli ultrasuoni verranno utilizzati all’interno del cervello per l’imaging delle microbolle e la terapia contemporaneamente con un’unica sonda”, conclude il dottor Prada.

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 05/05/2022