UNO STUDIO ANALIZZA LE BASI IMMUNOLOGICHE E INFIAMMATORIE DELL'ENCEFALITE AUTOIMMUNE CON CRISI EPILETTICHE

UNO STUDIO ANALIZZA LE BASI IMMUNOLOGICHE E INFIAMMATORIE DELL'ENCEFALITE AUTOIMMUNE CON CRISI EPILETTICHE

21 settembre 2023

Notizia

UNO STUDIO ANALIZZA LE BASI IMMUNOLOGICHE E INFIAMMATORIE DELL'ENCEFALITE AUTOIMMUNE CON CRISI EPILETTICHE

La dottoressa Laura Librizzi, ricercatrice della SC Neurologia 7 - Epilettologia Clinica e Sperimentale, Principal Investigator di uno dei progetti di Ricerca Finalizzata del Besta, illustra la ricerca in cui verranno identificati e validati nuovi biomarcatori utili a testare terapie per questa patologia. Co-Pi il dottor Francesco Deleo, neurologo della SC Neurologia 7 del Besta.

 

 

Identification and validation of new non-invasive biomarkers to improve diagnosis and prognosis of subjects approach to test biomarker-based new therapies” è lo studio, sostenuto con i fondi della Ricerca Finalizzata, della dottoressa Laura Librizzi, ricercatrice della SC Neurologia 7- Epilettologia. Obiettivo: identificare nuovi meccanismi di generazione delle crisi epilettiche ed evidenziare potenziali target e nuovi approcci terapeutici nei pazienti affetti da Encefalite Autoimmune (EA) colpiti dalle crisi.

 

“Con questo progetto miriamo a chiarire le basi immunologiche e infiammatorie nell'EA con crisi epilettiche, un aspetto cruciale per la diagnosi precoce e l’immunoterapia che può ridurre la durata o la gravità della malattia e potrebbe migliorare l’evolversi della malattia stessa – afferma la dottoressa Librizzi -. Ci auguriamo di poter individuare o suggerire mediatori infiammatori che potrebbero essere potenzialmente utili in futuro a sviluppare nuove terapie per i pazienti affetti da Encefalite Autoimmune e di validare questi biomarcatori in un contesto pre-clinico per fornire ai neurologi informazioni preziose; vorremmo arrivare a proporre strategie terapeutiche appropriate e monitorare la progressione della malattia”.

 

Le encefaliti autoimmuni sono condizioni rare, debilitanti e potenzialmente curabili caratterizzate da sintomi neuropsichiatrici e crisi epilettiche. Le EA sono spesso associate alla presenza di auto-anticorpi , cioè anticorpi prodotti dal nostro sistema immunitario che attaccano specifici antigeni (proteine) della superficie del neurone o intracellulari.

 

Nel nostro studio ci siamo focalizzati sulle EA con auto-anticorpi verso antigeni della superficie neuronale, come recettori, canali ionici o proteine sinaptiche – spiegano la dottoressa Librizzi e il dottor Deleo, neurologo del Besta che cura la parte di raccolta clinica dei dati -. Poiché questi antigeni svolgono un ruolo diretto o indiretto nella trasmissione del segnale si pensa che gli auto-anticorpi abbiano un ruolo fondamentale ed esclusivo sulla generazione delle crisi epilettiche nelle EA. Sicuramente gli anticorpi sono responsabili della disfunzione sinaptica, ma da soli non spiegano l’insorgenza delle crisi”.

“In queste forme la componente infiammatoria è determinante - conclude la dottoressa -. Adotteremo un approccio traslazionale multidisciplinare che utilizza campioni di sangue derivati ​​dal paziente e che verranno testati su modelli sperimentali in vitro.

 

La fase sperimentale dello studio prevede l’isolamento delle Cellule Mononucleate del Sangue Periferico- [Peripheral Blood Mononuclear Cell (PBMC)] dal sangue dei pazienti prima che siano sottoposti a trattamento immunomodulante o immunosoppressivo. Successivamente i PBMC sono posti in coltura e gli effetti delle molecole infiammatorie da essi rilasciate vengono testate e verificate sui modelli sperimentali precedentemente citati. Verrà valutata in particolare la capacità di questi mediatori di indurre ipereccitabilità/crisi epilettiformi nei modelli sperimentali.

La seconda fase del progetto prevede l’utilizzo di antagonisti o bloccanti di tali mediatori al fine di stabilire se tali mediatori possono rappresentare futuri e promettenti target terapeutici. L'effetto osservato in vitro potrebbe essere utilizzato per prevedere la risposta dei pazienti a specifici farmaci immunomodulatori.

Partener dello studio, della durata di 36 mesi, è l’IRCCS Policlinico San Martino di Genova.

Questo tipo di studi richiede un alto livello di sinergia tra ricerca preclinica e clinica – conclude la ricercatrice -. Per questo scopo il team di ricerca è composto da ricercatori di base e da clinici che riflette un'attitudine verso una visione multidisciplinare e traslazionale delle neuroscienze”.

Responsabile della pubblicazione: Ufficio Stampa
Ultimo aggiornamento: 22/12/2023