A tre anni dalla diagnosi della malattia, Sonia Savoldo non ce l’ha fatta a superare la battaglia contro il tumore. In suo ricordo un fondo per la ricerca.

Sonia Savoldo, quarantottenne di Portomantovano, purtroppo non c’è più, la sua battaglia contro il glioblastoma si è conclusa pochi giorni fa: lo scorso anno avevamo raccontato su INNBESTA la sua storia, che il destino aveva incrociato con quello della sorella Barbara, che negli USA si occupa della ricerca proprio su quel tumore (https://www.istituto-besta.it/contenuto-web/-/asset_publisher/e49xi2G1Jd78/content/la-sfida-di-sonia-al-besta-e-di-barbara-negli-usa-un-legame-tra-sorelle-che-intreccia-fiducia-nella-scienza-e-speranza-di-battere-la-malattia).

Sonia si era affidata per le cure al Besta: il nostro ospedale collabora da alcuni anni con il Lineberger Cancer Center- UNC, NC, l’Istituto dove lavora la dottoressa Barbara Savoldo insieme al marito Gianpietro Dotti, con l'obiettivo di sviluppare terapie CAR-T per il glioblastoma (GBM). Oggi Barbara, che da anni lavora a stretto contatto con la dottoressa Serena Pellegatta, responsabile della Struttura Semplice di Immunoterapia dei Tumori Cerebrali, UOC Neuro-Oncologia Molecolare del Besta, nonostante il grande dolore per la perdita della sorella dice: “Il glioblastoma è un tumore complesso, purtroppo molto aggressivo. La diagnosi tre anni fa ci aveva devastati, ma questo ci ha spinto ancora di più a cercare una risposta di cura. Oggi, in memoria di Sonia e per tutti i pazienti, continuiamo a lavorare con una spinta ancora più forte per trovare terapie innovative sempre più efficaci. Sonia era molto coraggiosa e ha sempre creduto nella ricerca e nelle terapie cellulari. Donazioni in sua memoria sono state indirizzate al Besta, per sostenere un progetto di terapia cellulare della SS di Immunoterapia dei Tumori Cerebrali.