Risonanza magnetica - A cosa serve nel corso della malattia - Per approfondire
Risonanza magnetica - A cosa serve nel corso della malattia - Per approfondire
Cosa conosciamo sui fattori prognostici nella sclerosi multipla?
La malattia ha un decorso variabile da persona a persona e non è semplice per il neurologo formulare una prognosi nei primi anni della malattia. Gli studi che hanno affrontato questo argomento sono numerosi, ma sono diversi e i loro risultati non sempre coincidono. Il neurologo può dare una risposta alla domanda "che cosa mi potrà succedere nei prossimi anni?" utilizzando i risultati degli studi migliori pubblicati negli ultimi anni.
Cosa dicono gli studi
- Dopo un primo attacco sospetto di sclerosi multipla
Un primo attacco con disturbo della vista (neurite ottica) e l'inizio della terapia subito sembrano ridurre il rischio di peggioramento della disabilità per un periodo di circa 5 anni dopo il primo attacco.
La presenza di bande oligoclonali (glossario) sul liquor (esame con puntura lombare) e la presenza di 10 o più lesioni alla risonanza magnetica sono invece associati a un maggiore rischio di peggioramento della disabilità per 5 anni dopo il primo attacco.
- Dopo la diagnosi di sclerosi multipla recidivante remittente
Avere più attacchi nei primi 2-5 anni di malattia o un numero crescente di lesioni alla risonanza magnetica nei primi 5 anni aumenta il rischio di peggioramento della disabilità.
- Fattori prognostici che possono modificare l'effetto della terapia
L'età, la durata della malattia, la frequenza degli attacchi, il grado di disabilità e le terapie precedenti sono fattori che possono modificare la risposta alla nuova terapia (modificatori di effetto della terapia - glossario).
La probabilità che la disabilità migliori dopo la terapia dipende dal grado di disabilità, dalla terapia e dalla frequenza degli attacchi. La frequenza di attacchi con la terapia dipende dalla loro frequenza prima della terapia, dall'età e dal decorso della malattia e varia a seconda del farmaco.
Le informazioni riportate si basano su studi di coorte.
Responsabile della pubblicazione: Redazione Progetto IN-DEEP
Ultimo aggiornamento: 30/01/2019