Istituto Neurologico "Carlo Besta" | Fondazione IRCCS
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07/04/2025
04/04/2025
GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE. IL 10 APRILE L’ISTITUTO BESTA ORGANIZZA UN EVENTO DEDICATO AI BENEFICI DELLA MINDFULNESS
In occasione della Giornata Mondiale della Salute, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza giovedì 10 aprile a partire dalle 17.30 un evento pubblico dedicato ai benefici della Mindfulness nel favorire il benessere emotivo e una vita sana.
Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming collegandosi al link di seguito.
Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire anche essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica, il coltivare le relazioni sociali sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello.
Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi una bna ed equilibrata vita emotiva promuove una buona salute fisica. È questa la riflessione che l’Istituto Besta porta in occasione della Giornata Mondiale della Salute alla quale seguirà un approfondimento dedicato alla Mindfulness e agli stili di vita sani.
La mindufulness è una pratica di meditazione antichissima, che insegna a prestare attenzione al “qui e ora” e ad “accettare tutto quello che arriva, sensazioni, pensieri, reazioni, in maniera non giudicante e accogliente” secondo la definizione data da J Kabat Zinn, il ricercatore e clinico statunitense della Harvard Medical School, vero pioniere della applicazione della mindfulness in ambito clinico.
La pratica rende i pazienti più consapevoli della loro condizione clinica e può renderli partecipi del loro processo di recupero; cambia l’atteggiamento del paziente che da recipiente passivo diventa parte attiva della strategia terapeutica e questo comporta un potenziamento della efficacia delle terapie farmacologiche impostate.
Ma non solo, la mindfulness può portare benefici nella vita di tutte le persone, a partire dalla riduzione dello stress, al miglioramento del benessere psicologico, aumento dell’autostima e un miglioramento di comportamenti legati alla salute. Al termine dell’incontro la dottoressa Licia Grazzi e la dottoressa Fabia Schoss guideranno una sessione di mindfulness dedicata a tutti i partecipanti.
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27/03/2025
27/03/2025
GIORNATA MONDIALE SULL’AUTISMO: IN ITALIA 1 BAMBINO SU 70 SOFFRE DI UN DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
ALL’ISITITUTO BESTA UNA GIORNATA PER GUARDARE AL FUTURO CON LE NOVITA’ DELLA RICERCA, L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE E DELL’ASSISTENZA AI PAZIENTI
In occasione della 18° Giornata Mondiale di Consapevolezza dell’Autismo, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza il 2 aprile a partire dalle ore 10.00 presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11) una giornata di divulgazione in cui medici, familiari e associazioni delle famiglie potranno confrontarsi su temi molto importanti: dall’importanza della diagnosi precoce, all’assistenza dei pazienti fino alle novità in ambito di ricerca scientifica. Durante l’incontro alcuni “Amici del Besta” testimonieranno con dei video il loro sostegno all’Istituto e lo scrittore Donato Carrisi condividerà con i presenti una sua performance artistica.
I disturbi dello spettro autistico sono una condizione molto eterogenea caratterizzata dalla comparsa precoce in un bambino di una difficoltà nella comunicazione e dell’interazione sociale e di comportamenti ripetitivi e interessi ristretti. I dati epidemiologici internazionali e nazionali dimostrano come i numeri siano nettamente in aumento. In un recente studio americano si parla di una prevalenza di 1 bambino su 36, mentre se si restringe la lente di osservazione all’Italia, la casistica rimane comunque alta: intorno a 1 bambino su 70. L’aumento dell’incidenza è dovuto a diversi fattori: in primis una maggiore sensibilizzazione al problema, per cui vengono diagnosticati anche bambini che presentano quadri molto più sfumati. Si tratta di un’importante destigmatizzazione rispetto a una patologia che oggi viene affrontata dalla società con una diversa prospettiva. L’autismo è un modello di cause multifattoriale, in cui cause genetiche si intersecano a fattori ambientali. Una gravidanza a rischio o un’età genitoriale avanzata al momento del concepimento, esposizioni a tossici in gravidanza (come ad esempio le microplastiche), possono determinare un’alterazione genetica nel bambino.
In questo scenario la diagnosi precoce è essenziale per intervenire in modo repentino, sostenere lo sviluppo del bambino e impostare un percorso terapeutico mirato. Proprio in questo ambito il nostro Istituto ha partecipato nel 2024, insieme ad altri IRCCS e all’Istituto Superiore di Sanità, al gruppo di lavoro di esperti istituito dal Ministero della Salute con l’obiettivo di valutare le indicazioni all’intervento comportamentale.
Durante l’evento saranno presentati i risultati di WIN4ASD, la piattaforma informatica di Regione Lombardia messa a disposizione di tutti i Pediatri di Famiglia e di tutti i servizi di Neuropsichiatria Infantile con l'obiettivo di facilitare l’individuazione precoce dei soggetti a rischio di Disturbo dello Spettro Autistico entro i 18 mesi di vita del bambino. Grazie alla piattaforma attiva dal 2023 sono arrivati all’Istituto Besta, che è uno dei centri sovrazonali dove vengono presi in carico i casi più complessi, oltre 70 bambini.
L’evento sarà anche l’occasione per fare il punto sulle prospettive della ricerca scientifica. In particolare, l’Istituto Besta, grazie ai fondi del PNRR, sta portando avanti un importante progetto di ricerca che ha lo scopo di individuare possibili trattamenti terapeutici, a partire dagli studi cellulari. “L’idea di questo studio nasce da un lavoro che ci vede a fianco della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo Padre Pio con cui abbiamo identificato un possibile target terapeutico per una sindrome genetica con autismo: quella di Smith-Magenis. Attraverso questo nuovo progetto di ricerca vogliamo cercare di espandere questo modello alle forme di autismo non sindromico. Saranno valutati 100 pazienti di cui 80 con autismo non sindromico e 20 con autismo sindromico. Attraverso un prelievo di sangue nei pazienti che parteciperanno allo studio e il loro controllo di confronto – un fratello o un genitore sano - riprogrammeremo la cellula staminale per poi derivare in vitro il neurone e effettuare studi su DNA, RNA, proteine, zuccheri e lipidi intracellulari. L’obiettivo è quello di comprendere se vi sono differenze tra il soggetto autistico e il controllo e di identificare biomarcatori che potrebbero diventare bersagli terapeutici” – spiega il dott. Stefano D’Arrigo, Neuropsichiatra Infantile, SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico dell’Istituto Besta.
Un’altra area di ricerca riguarda il ruolo del microbiota intestinale nei disturbi dello spettro autistico che vede la collaborazione tra l’Istituto Besta e Humanitas grazie al progetto sviluppato con la Professoressa Maria Rescigno, tra i massimi esperti mondiali di microbiota. Dalla letteratura scientifica è noto l’asse che lega cervello e intestino. L’alterazione della flora batterica può determinare una modifica della permeabilità della membrana intestinale e creare un’infiammazione capace di determinare una alterazione dello sviluppo neuronale precoce in soggetti geneticamente predisposti. Questo è un altro esempio di fattore ambientale che si interseca a una causa genetica. L’idea da cui parte lo studio è che, rimodulando il microbiota intestinale di un bambino con disturbo dello spettro autistico, si possano avere dei miglioramenti, non solo per i sintomi gastroenterici che spesso presentano, ma anche per quello che riguarda le alterazioni della sfera comportamentale e interazionale.
Programma dell’evento:
18° GIORNATA MONDIALE DELL’AUTISMO AL BESTA
Assistenza, ricerca, cura
Mercoledì 2 Aprile 2025
10:00-13:00
Biblioteca Scientifica “Renato Boeri”
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Via Celoria, 11 - Milano
Saluti introduttivi
On. Marcello Gemmato
Sottosegretario di Stato alla Salute
Attilio Fontana
Presidente, Regione Lombardia
Mario Melazzini
Direttore Generale Welfare, Regione Lombardia
Raffaella Turatto
Comitato Uniti per l'Autismo
Lodovico Barassi
Presidente Fondazione Mariani
Marta Marsilio
Presidente, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Angelo Cordone
Direttore Generale, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Giuseppe Lauria Pinter
Direttore Scientifico, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Il saluto di alcuni amici del Besta
FC Internazionale Milano
Elio
Donato Carrisi
Il Progetto Regionale Autismo
Introduce Ivan Limosani, Coordinatore Cabina di Regia Disturbi Spettro Autistico, Direzione Generale Welfare, Regione Lombardia
Esperienza della rete curante per la diagnosi precoce
Paola Colombo
Coordinatrice SmartLab - Associazione La Nostra Famiglia IRCCS Eugenio Medea, Bosisio Parini
Il ruolo dei centri sovrazonali: la valutazione clinica, strumentale e genetica dei casi complessi
Sara Bulgheroni, Arianna De Laurentiis, Claudia Ciaccio
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
La Ricerca sull’autismo al Besta
Profilo omico nell’autismo (Automic): dagli studi cellulari ai trattamenti futuri (Progetto PNRR)
Stefano D'Arrigo
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Microbiota intestinale e disturbi dello spettro autistico: quale legame?
Maria Rescigno
Professore Ordinario di Patologia Generale
Humanitas University
Le domande delle famiglie ai medici e psicologi del Besta

Ultime notizie
26/03/2025
26/03/2025
ISTITUTO BESTA: NASCE VISON@BESTA, LA PIATTAFORMA DI MICROSCOPIA 3D CHE TRACCIA IL FUTURO DELLE NEUROSCIENZE
La presentazione in occasione dell’evento scientifico VISION@BESTA: “Under the Light of Volume Electron Microscopy” che sancisce la partnership quinquennale con Zeiss Microscopy
Milano, 26 marzo 2025 - L’Istituto Besta inaugura la Facility di imaging Vision@Besta con una giornata dedicata alla microscopia correlativa di volume. La facility è dotata di una piattaforma di microscopia correlativa Zeiss di ultima generazione che permetterà di analizzare campioni di tessuto integrando informazioni che per lungo tempo sono state oggetto esclusivo della microscopia ottica o elettronica. La stazione mette in dialogo un microscopio ottico a super-risoluzione, LSM980-Airyscan, e uno elettronico, Volutome, con una postazione di analisi di immagine e ricostruzione tridimensionale potenziata con intelligenza artificiale. Questa combinazione permette di analizzare con enorme dettaglio cellule e tessuti, dalle interconnessioni cellulari fino alla struttura più fine dei singoli organelli. Un avanzamento straordinario nel settore dell’imaging cellulare che contribuisce a trovare risposte fondamentali a complessi quesiti che si possono tradurre in scoperte a favore della medicina personalizzata.
La nuova stazione di microscopia del Besta, acquistata grazie all’importante sostegno della Fondazione ICO Falck, è stata ufficialmente presentata in occasione del convegno scientifico “VISION@BESTA: Under the Light of Volume Electron Microscopy”. Durante i lavori è stata annunciata la partnership quinquennale tra l’Istituto Besta e Zeiss Microscopy. La collaborazione ha l’obiettivo di sviluppare progetti comuni nell’ambito della ricerca legata alle Neuroscienze utilizzando la microscopia 3D. Inoltre, Zeiss garantirà un supporto di assistenza tecnica altamente specializzata e una formazione continua ai ricercatori del Besta erogata da un team di esperti nazionali e internazionali. La partnership rafforzerà anche il networking dell’Istituto grazie all’ingresso nella rete di laboratori partner Zeiss nell’ambito della microscopia di Volume applicata alle Neuroscienze.
“Siamo orgogliosi di inaugurare la facility di imaging Vision@Besta che vanta delle macchine totalmente all’avanguardia al servizio delle neuroscienze. In una prima fase i microscopi saranno a disposizione dei gruppi interni all’Istituto. I ricercatori, opportunamente guidati e supportati nell’utilizzo della stazione di microscopia, potranno sviluppare i loro progetti. Non appena la facility entrerà a regime, l’idea è quella di sviluppare collaborazioni scientifiche con altri istituti di ricerca per sviluppare progetti applicabili alla ricerca preclinica e, in un futuro, alla diagnostica e alla terapia” – sottolinea il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.

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18/02/2025
18/02/2025
GIORNATA MONDIALE MALATTIE RARE: AL BESTA L'EVENTO SU RICERCA, PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE E SOSTENIBILITÀ DELLE CURE
In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza un importante appuntamento dedicato ai pazienti, ai familiari, agli operatori medici e sociali per fare il punto sulla ricerca e la presa in carico dei pazienti affetti da malattie rare.
L’evento, in programma venerdì 28 febbraio a partire dalle 8.30, si svolgerà presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11).
Saranno presentate le attività di ricerca e terapia per le malattie neurologiche rare, con un particolare accento sul tema della transizione della cura e sulle necessità e criticità della presa in carico di patologie particolarmente disabilitanti. Inoltre sarà arricchito dagli interventi di ospiti illustri per ampliare la visione ai temi dell’accessibilità alla salute per i malati rari all’interno del SSN, della sostenibilità economico-sociale delle nuove tecnologie diagnostiche e delle nuove terapie.
Considerate singolarmente le malattie rare sono decisamente infrequenti, ma se prese tutte insieme costituiscono un fenomeno molto rilevante. In Italia attualmente si stimano circa 2 milioni di malati rari. Di questi la maggior parte è affetta da malattie di competenza neurologica che causano malformazioni, compromissione e degenerazione dello sviluppo cerebrale, dei muscoli e dei nervi, determinando disabilità sin dall’infanzia. L’Istituto Neurologico Besta si occupa da sempre di malattie rare dell’infanzia e dell’età adulta attraverso un approccio globale che parte dalla diagnosi, comprende l’assistenza e la cura, senza tralasciare lo sviluppo della ricerca.
Ad oggi per la maggior parte di queste patologie non esistono cure risolutive, quindi investire nella ricerca è fondamentale, perché – solo identificando i meccanismi che determinano ciascuna malattia – si possono studiare terapie specifiche per ogni paziente. L’Istituto Besta sta portando avanti diversi trial clinici, che anche nel caso delle malattie rare, rappresentano lo strumento metodologico per comprendere se un nuovo farmaco applicato all’uomo può definirsi sicuro ed efficace.
“Le malattie rare hanno la caratteristica di essere estremamente complesse” - sottolinea la Dott.ssa Isabella Moroni, Neuropsichiatra Infantile dell’Istituto Besta” e per questo necessitano di un approccio sistemico che non si limita alle mura del nostro Istituto, ma che ci vede coinvolti in network nazionali e internazionali per condividere e accrescere le conoscenze che ci auguriamo possano aumentare nel prossimo futuro e consentire una qualità di vita migliore per i pazienti e le loro famiglie”.

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07/02/2025
07/02/2025
Bando Servizio Civile Universale - Progetto "Informacancro" 2025
Anche nel 2025, nell'ambito del progetto di Servizio Civile "Informacancro" di Aimac in partenariato con FAVO, saranno selezionati 2 giovani tra i 18 e i 28 anni che svolgeranno presso la Biblioteca Scientifica e l'annesso Punto Informativo della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta", attività di ascolto, accoglienza e orientamento ai malati oncologici e a chi sta loro vicino, fornendo informazioni personalizzate su malattia, trattamenti, accesso ai benefici previsti dalle leggi.
Gli aspiranti operatori volontari dovranno produrre domanda di partecipazione online - accesso con credenziali SPID - indirizzata direttamente all'ente che realizza il progetto prescelto (Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"), esclusivamente attraverso la piattaforma DOL, raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all'indirizzo: https://domandaonline.serviziocivile.it
La scandenza è stata posticipata al 27 febbraio 2025, ore 14.00.
Un curriculum con indirizzo di studio in psicologia o in discipline umanistiche alle scienze dell'informazione e comunicazione, una particolare sensibilità verso le tematiche di solidarietà sociale, cooperazione e promozione alla salute sono requisiti preferenziali per la selezione.
L'inizio del servizio è previsto a settembre 2025 per 12 mesi con un impegno di 25 ore settimanali (dal lunedì al venerdì per 5 ore al giorno) e un contributo mensile (€ 507,30) a cui seguirà della formazione specifica con un cospicuo numero di ore obbligatorie (pena l'esclusione dal progetto). La formazione sarà intensiva e residenziale, anche fuori dal comune in cui si svolge il servizio e in parte anche online.
Sui siti internet del Dipartimento di Servizio Civile e di FAVO sono disponibili:
- Guida per la compilazione e la presentazione della Domanda on line con la piattaforma DOL, www.politichegiovanilieserviziocivile.gov.it e www.scelgoilserviziocivile.gov.it
- Scheda sintetica del progetto www.favo.it/servizio-civile/informacancro e www.aimac.it
Per ulteriori informazioni www.istituto-besta.it e per contatti telefonici:
Dott.ssa Alessandra Atterrato
Referente Document Delivery
Biblioteca Scientifica "Renato Boeri"
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"
Via Celoria, 11 - 20133 Milano
Tel Biblioteca 02/23942339
Email: alessandra.atterrato@istituto-besta.it

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10/02/2025
10/02/2025
GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'EPILESSIA
Il 10 febbraio si celebra la giornata internazionale per l'epilessia, malattia che colpisce oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo e su cui ancora oggi gravano molti pregiudizi. Ne parliamo con la Dottoressa Laura Canafoglia, Neurologa responsabile della Struttura Semplice Diagnostica Epilettologica Integrata dell’Istituto Neurologico Carlo Besta e coordinatrice della Sezione regionale Lombardia della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE).
L’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse. È più corretto parlare di epilessie al plurale?
Assolutamente sì. L’epilessia è molto varia nei pazienti e la prima distinzione da fare è quella tra forme generalizzate e forme focali. Le forme generalizzate coinvolgono fin dall’inizio entrambi gli emisferi cerebrali e sono caratterizzate da quelle che chiamiamo crisi di assenza, tipiche soprattutto dell’età infantile. Esistono poi crisi epilettiche generalizzate, più intense, chiamate tonico-cloniche in cui il paziente perde conoscenza improvvisamente e può cadere anche a terra con successive scosse in tutto il corpo. Alla crisi di solito segue un periodo di confusione particolarmente lungo.
Le crisi focali, invece, sono più comuni nell’età adulta e iniziano in una zona circoscritta del cervello e – in alcuni casi – si propagano ad altre aree cerebrali. Possono essere sintomatiche o non sintomatiche. Nella maggior parte dei casi le crisi si verificano all’improvviso, ma in altri vengono preavvertite dal soggetto sottoforma di sensazioni particolari. Di solito i pazienti perdono consapevolezza (awareness), ma spesso non si verifica un completo blocco motorio e psichico e il corpo continua a muoversi con automatismi. Questo fenomeno può terminare con una fase post-critica breve oppure può complicarsi evolvendo in una crisi tonico-clonica bilaterale simile alla forma di epilessia generalizzata.
Come si cura l’epilessia?
Il primo approccio alla cura dell’epilessia è di tipo farmacologico, basato quindi sull’utilizzo di farmaci specifici (anticrisi). Nonostante l’obiettivo della ricerca farmacologica applicata alla clinica rimanga quello di riuscire a trovare il farmaco anticrisi ideale, quelli attualmente in commercio danno buoni risultati con un 70% dei pazienti che risponde positivamente alla terapia. Esiste poi una percentuale di pazienti farmacoresistenti per i quali vengono prese in considerazione altre modalità di cura, come ad esempio il trattamento chirurgico (chirurgia dell’epilessia) – utilizzato tipicamente nell’epilessia temporale - che può portare alla guarigione in più del 90% dei casi. Non tutti i pazienti però possono essere operati. Occorre definire la zona di origine delle crisi e, una volta individuata, valutare se è possibile procedere con la chirurgia. Talvolta l’area dove ha origine la crisi costituisce un’area importante e insostituibile del cervello e quindi non consente di procedere all’asportazione chirurgica di quel gruppo di neuroni che dà origine all’epilessia.
In quali direzioni sta andando la ricerca farmacologica?
Gli studi in campo genetico, grazie all’avanzamento della tecnologia, ci stanno aiutando a classificare meglio l’epilessia identificandone in maniera più precisa le cause. Questo, con ogni buona possibilità, ci permetterà di curare alcune forme di epilessia agendo proprio sulla loro causa. Un altro filone di ricerca riguarda le forme di epilessia immunomediate, ossia forme conseguenti a patologia immunologica. Anche in questo caso si è al lavoro per identificare dei marcatori che consentano di riuscire a curare l’epilessia tramite l’utilizzo di terapie immunomodulanti. Un’altra frontiera di ricerca – che si rivolge soprattutto a quei pazienti che non rispondono ai farmaci e allo stesso tempo non possono sottoporsi alla chirurgia – riguarda tecniche di neuromodulazione con l’applicazione di speciali dispostivi di stimolazione cerebrale profonda che potrebbero portare ad una riduzione delle crisi.
La fase di assistenza ai pazienti che presentano una crisi in un contesto pubblico è fondamentale, ma molto spesso le persone hanno paura e si trovano impreparate. Che consigli possiamo dare loro?
Se si sa come agire non si deve aver paura di una crisi epilettica. In primis consigliamo di cercare di restare calmi. Agitazione e panico sono da evitare. Se possibile suggeriamo di posizionare sotto al capo del paziente qualcosa di morbido per escludere che si faccia male ed evitare che si verifichi un trauma cranico. Se le condizioni lo consentono è sempre bene girare la persona sul fianco per far defluire meglio i liquidi dalla bocca ed evitare che la lingua vada all’indietro. È importante non inserire oggetti nella bocca poiché, se si verifica una crisi, il paziente tende a stringerla e - una sua forzatura - potrebbe essere pericolosa, sia per l’articolazione mandibolare del paziente stesso, sia per le persone che intervengono. La cosa più importante è non costringere, fermare o bloccare una persona, ma vigilare su di essa affinché non si faccia male e offrire il proprio aiuto quando la crisi finisce. Nel caso in cui la crisi durasse più di cinque minuti è importante chiamare subito un’ambulanza.
Quanto è importante sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia?
Sensibilizzare i cittadini rispetto all’epilessia è fondamentale perché la malattia presenta un aspetto sociale molto rilevante. Questa patologia è spesso associata ad una sindrome ansioso-depressiva dovuta all’incertezza di non sapere quando ad esempio può verificarsi una crisi. Siamo felici che, proprio in occasione della giornata internazionale dell’epilessia, Palazzo Lombardia sarà illuminato per 4 ore di viola che è il colore simbolo di questa malattia. Il viola è il colore più complesso della scala cromatica e simboleggia il desiderio di stringere un legame abbattendo lo stigma e il pregiudizio nei confronti dell’epilessia. Ma non solo, in alcuni ospedali della Regione, grazie all’impegno della società scientifica LICE, saranno istallate delle panchine viola. Un invito a sedersi per ascoltare e comprendere ancora più profondamente le sfide quotidiane vissute dai pazienti con epilessia e dalle loro famiglie. Dalla fase di ascolto può nascere la speranza di un cambiamento, simboleggiata nella locandina della giornata internazionale dal battito di ali delle farfalle.

Ultime notizie
03/02/2025
03/02/2025
World Cancer Day: il Besta studia terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma
Il 4 febbraio si celebra in tutto il mondo il World Cancer Day, la giornata promossa dalla UICC - Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sensibilizzare l'opinione pubblica sul cancro.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Serena Pellegatta, Responsabile della Struttura Semplice di Immunoterapia dei tumori cerebrali dell’Istituto Besta di raccontare i progressi delle terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi.
Il nostro Istituto è impegnato da anni nel cercare di educare il sistema immunitario a riconoscere ed sconfiggere efficacemente le cellule di glioblastoma, un tumore che ancora oggi purtroppo ha una prognosi infausta. Attualmente stiamo puntando su una forma innovativa di immunoterapia che utilizza i linfociti dei pazienti come mezzo per eliminare in maniera mirata e specifica le cellule tumorali. Abbiamo scoperto che i linfociti che infiltrano tumore (tumor infiltrating lymphocytes – TILs) hanno l’opportunità di incontrare, riconoscere e conservare una memoria specifica delle cellule tumorali ed eventualmente delle loro mutazioni. In altre parole, i linfociti, una volta isolati, ci offrono una fotografia di com’è il tumore. Ad oggi abbiamo imparato molto bene ad isolare i linfociti che infiltrano la massa tumorale e siamo in grado di riattivarli ed espanderli in laboratorio per una potenziale re-infusione nel paziente. Il problema è che il glioblastoma – come altri tumori solidi – sfrutta una serie di escamotage per sfuggire alla capacità del sistema immunitario e dei linfociti.
Che tipo di escamotage?
Il glioblastoma agisce nel cosiddetto microambiente tumorale che è costituito da cellule immunitarie, per lo più macrofagi, che iniziano a “collaborare” con il tumore per inibire la risposta dei linfociti. In questo sistema così soppressivo i linfociti vengono confusi e si esauriscono (exausting) e pur di non andare incontro a morte si arrendono all’ambiente immunosoppressivo. Il nostro compito – quindi – diventa quello di rinvigorirli identificando quei linfociti che possono essere riutilizzati per un eventuale approccio terapeutico, da quelli definitivamente esausti. Ciò è reso possibile grazie alle tecnologie innovative introdotte da un paio di anni – le Omics – che ci permettono di scrutare le singole cellule nel loro assetto più interno del loro codice genetico. Non mi riferisco soltanto alle cellule tumorali, ma anche a quelle del microambiente e dell’ecosistema che collabora con il tumore. Conoscendole una ad una, non solo possiamo identificarle specificatamente, ma anche conoscerne il ruolo e capire come combatterle o come convertirle a favore dei linfociti. Questo è il progetto di ricerca più avanzato che stiamo portando avanti.
Quali sono i prossimi passi?
Attualmente abbiamo messo a punto la procedura di isolamento dei linfociti, sappiamo identificare quelli che definiamo tumor reactive – ossia i linfociti che hanno riconosciuto il tumore e che quindi sono necessari per riconoscerlo nuovamente una volta infusi nel paziente. Abbiamo perfezionato le tecniche per riattivarli e riespanderli in vitro definendo al meglio i dettagli di una terapia sempre più mirata. Al momento stiamo lavorando alla documentazione da inviare alle autorità regolatorie competenti in previsione dell’avvio di uno studio clinico. Ci auguriamo di riuscire a trattare i primi pazienti entro la fine di quest’anno.

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02/12/2024
02/12/2024
BANDO DI ASTA PUBBLICA PER LA VENDITA DI IMMOBILI
La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”, ha avviato la procedura di asta pubblica per la vendita dei beni immobili. Leggi il bando nella sezione BANDI DI GARA
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16/01/2023
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07/04/2025
04/04/2025
GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE. IL 10 APRILE L’ISTITUTO BESTA ORGANIZZA UN EVENTO DEDICATO AI BENEFICI DELLA MINDFULNESS
In occasione della Giornata Mondiale della Salute, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza giovedì 10 aprile a partire dalle 17.30 un evento pubblico dedicato ai benefici della Mindfulness nel favorire il benessere emotivo e una vita sana.
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Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire anche essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica, il coltivare le relazioni sociali sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello.
Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi una bna ed equilibrata vita emotiva promuove una buona salute fisica. È questa la riflessione che l’Istituto Besta porta in occasione della Giornata Mondiale della Salute alla quale seguirà un approfondimento dedicato alla Mindfulness e agli stili di vita sani.
La mindufulness è una pratica di meditazione antichissima, che insegna a prestare attenzione al “qui e ora” e ad “accettare tutto quello che arriva, sensazioni, pensieri, reazioni, in maniera non giudicante e accogliente” secondo la definizione data da J Kabat Zinn, il ricercatore e clinico statunitense della Harvard Medical School, vero pioniere della applicazione della mindfulness in ambito clinico.
La pratica rende i pazienti più consapevoli della loro condizione clinica e può renderli partecipi del loro processo di recupero; cambia l’atteggiamento del paziente che da recipiente passivo diventa parte attiva della strategia terapeutica e questo comporta un potenziamento della efficacia delle terapie farmacologiche impostate.
Ma non solo, la mindfulness può portare benefici nella vita di tutte le persone, a partire dalla riduzione dello stress, al miglioramento del benessere psicologico, aumento dell’autostima e un miglioramento di comportamenti legati alla salute. Al termine dell’incontro la dottoressa Licia Grazzi e la dottoressa Fabia Schoss guideranno una sessione di mindfulness dedicata a tutti i partecipanti.
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27/03/2025
27/03/2025
GIORNATA MONDIALE SULL’AUTISMO: IN ITALIA 1 BAMBINO SU 70 SOFFRE DI UN DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
ALL’ISITITUTO BESTA UNA GIORNATA PER GUARDARE AL FUTURO CON LE NOVITA’ DELLA RICERCA, L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE E DELL’ASSISTENZA AI PAZIENTI
In occasione della 18° Giornata Mondiale di Consapevolezza dell’Autismo, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza il 2 aprile a partire dalle ore 10.00 presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11) una giornata di divulgazione in cui medici, familiari e associazioni delle famiglie potranno confrontarsi su temi molto importanti: dall’importanza della diagnosi precoce, all’assistenza dei pazienti fino alle novità in ambito di ricerca scientifica. Durante l’incontro alcuni “Amici del Besta” testimonieranno con dei video il loro sostegno all’Istituto e lo scrittore Donato Carrisi condividerà con i presenti una sua performance artistica.
I disturbi dello spettro autistico sono una condizione molto eterogenea caratterizzata dalla comparsa precoce in un bambino di una difficoltà nella comunicazione e dell’interazione sociale e di comportamenti ripetitivi e interessi ristretti. I dati epidemiologici internazionali e nazionali dimostrano come i numeri siano nettamente in aumento. In un recente studio americano si parla di una prevalenza di 1 bambino su 36, mentre se si restringe la lente di osservazione all’Italia, la casistica rimane comunque alta: intorno a 1 bambino su 70. L’aumento dell’incidenza è dovuto a diversi fattori: in primis una maggiore sensibilizzazione al problema, per cui vengono diagnosticati anche bambini che presentano quadri molto più sfumati. Si tratta di un’importante destigmatizzazione rispetto a una patologia che oggi viene affrontata dalla società con una diversa prospettiva. L’autismo è un modello di cause multifattoriale, in cui cause genetiche si intersecano a fattori ambientali. Una gravidanza a rischio o un’età genitoriale avanzata al momento del concepimento, esposizioni a tossici in gravidanza (come ad esempio le microplastiche), possono determinare un’alterazione genetica nel bambino.
In questo scenario la diagnosi precoce è essenziale per intervenire in modo repentino, sostenere lo sviluppo del bambino e impostare un percorso terapeutico mirato. Proprio in questo ambito il nostro Istituto ha partecipato nel 2024, insieme ad altri IRCCS e all’Istituto Superiore di Sanità, al gruppo di lavoro di esperti istituito dal Ministero della Salute con l’obiettivo di valutare le indicazioni all’intervento comportamentale.
Durante l’evento saranno presentati i risultati di WIN4ASD, la piattaforma informatica di Regione Lombardia messa a disposizione di tutti i Pediatri di Famiglia e di tutti i servizi di Neuropsichiatria Infantile con l'obiettivo di facilitare l’individuazione precoce dei soggetti a rischio di Disturbo dello Spettro Autistico entro i 18 mesi di vita del bambino. Grazie alla piattaforma attiva dal 2023 sono arrivati all’Istituto Besta, che è uno dei centri sovrazonali dove vengono presi in carico i casi più complessi, oltre 70 bambini.
L’evento sarà anche l’occasione per fare il punto sulle prospettive della ricerca scientifica. In particolare, l’Istituto Besta, grazie ai fondi del PNRR, sta portando avanti un importante progetto di ricerca che ha lo scopo di individuare possibili trattamenti terapeutici, a partire dagli studi cellulari. “L’idea di questo studio nasce da un lavoro che ci vede a fianco della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo Padre Pio con cui abbiamo identificato un possibile target terapeutico per una sindrome genetica con autismo: quella di Smith-Magenis. Attraverso questo nuovo progetto di ricerca vogliamo cercare di espandere questo modello alle forme di autismo non sindromico. Saranno valutati 100 pazienti di cui 80 con autismo non sindromico e 20 con autismo sindromico. Attraverso un prelievo di sangue nei pazienti che parteciperanno allo studio e il loro controllo di confronto – un fratello o un genitore sano - riprogrammeremo la cellula staminale per poi derivare in vitro il neurone e effettuare studi su DNA, RNA, proteine, zuccheri e lipidi intracellulari. L’obiettivo è quello di comprendere se vi sono differenze tra il soggetto autistico e il controllo e di identificare biomarcatori che potrebbero diventare bersagli terapeutici” – spiega il dott. Stefano D’Arrigo, Neuropsichiatra Infantile, SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico dell’Istituto Besta.
Un’altra area di ricerca riguarda il ruolo del microbiota intestinale nei disturbi dello spettro autistico che vede la collaborazione tra l’Istituto Besta e Humanitas grazie al progetto sviluppato con la Professoressa Maria Rescigno, tra i massimi esperti mondiali di microbiota. Dalla letteratura scientifica è noto l’asse che lega cervello e intestino. L’alterazione della flora batterica può determinare una modifica della permeabilità della membrana intestinale e creare un’infiammazione capace di determinare una alterazione dello sviluppo neuronale precoce in soggetti geneticamente predisposti. Questo è un altro esempio di fattore ambientale che si interseca a una causa genetica. L’idea da cui parte lo studio è che, rimodulando il microbiota intestinale di un bambino con disturbo dello spettro autistico, si possano avere dei miglioramenti, non solo per i sintomi gastroenterici che spesso presentano, ma anche per quello che riguarda le alterazioni della sfera comportamentale e interazionale.
Programma dell’evento:
18° GIORNATA MONDIALE DELL’AUTISMO AL BESTA
Assistenza, ricerca, cura
Mercoledì 2 Aprile 2025
10:00-13:00
Biblioteca Scientifica “Renato Boeri”
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Via Celoria, 11 - Milano
Saluti introduttivi
On. Marcello Gemmato
Sottosegretario di Stato alla Salute
Attilio Fontana
Presidente, Regione Lombardia
Mario Melazzini
Direttore Generale Welfare, Regione Lombardia
Raffaella Turatto
Comitato Uniti per l'Autismo
Lodovico Barassi
Presidente Fondazione Mariani
Marta Marsilio
Presidente, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Angelo Cordone
Direttore Generale, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Giuseppe Lauria Pinter
Direttore Scientifico, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Il saluto di alcuni amici del Besta
FC Internazionale Milano
Elio
Donato Carrisi
Il Progetto Regionale Autismo
Introduce Ivan Limosani, Coordinatore Cabina di Regia Disturbi Spettro Autistico, Direzione Generale Welfare, Regione Lombardia
Esperienza della rete curante per la diagnosi precoce
Paola Colombo
Coordinatrice SmartLab - Associazione La Nostra Famiglia IRCCS Eugenio Medea, Bosisio Parini
Il ruolo dei centri sovrazonali: la valutazione clinica, strumentale e genetica dei casi complessi
Sara Bulgheroni, Arianna De Laurentiis, Claudia Ciaccio
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
La Ricerca sull’autismo al Besta
Profilo omico nell’autismo (Automic): dagli studi cellulari ai trattamenti futuri (Progetto PNRR)
Stefano D'Arrigo
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Microbiota intestinale e disturbi dello spettro autistico: quale legame?
Maria Rescigno
Professore Ordinario di Patologia Generale
Humanitas University
Le domande delle famiglie ai medici e psicologi del Besta

Ultime notizie
26/03/2025
26/03/2025
ISTITUTO BESTA: NASCE VISON@BESTA, LA PIATTAFORMA DI MICROSCOPIA 3D CHE TRACCIA IL FUTURO DELLE NEUROSCIENZE
La presentazione in occasione dell’evento scientifico VISION@BESTA: “Under the Light of Volume Electron Microscopy” che sancisce la partnership quinquennale con Zeiss Microscopy
Milano, 26 marzo 2025 - L’Istituto Besta inaugura la Facility di imaging Vision@Besta con una giornata dedicata alla microscopia correlativa di volume. La facility è dotata di una piattaforma di microscopia correlativa Zeiss di ultima generazione che permetterà di analizzare campioni di tessuto integrando informazioni che per lungo tempo sono state oggetto esclusivo della microscopia ottica o elettronica. La stazione mette in dialogo un microscopio ottico a super-risoluzione, LSM980-Airyscan, e uno elettronico, Volutome, con una postazione di analisi di immagine e ricostruzione tridimensionale potenziata con intelligenza artificiale. Questa combinazione permette di analizzare con enorme dettaglio cellule e tessuti, dalle interconnessioni cellulari fino alla struttura più fine dei singoli organelli. Un avanzamento straordinario nel settore dell’imaging cellulare che contribuisce a trovare risposte fondamentali a complessi quesiti che si possono tradurre in scoperte a favore della medicina personalizzata.
La nuova stazione di microscopia del Besta, acquistata grazie all’importante sostegno della Fondazione ICO Falck, è stata ufficialmente presentata in occasione del convegno scientifico “VISION@BESTA: Under the Light of Volume Electron Microscopy”. Durante i lavori è stata annunciata la partnership quinquennale tra l’Istituto Besta e Zeiss Microscopy. La collaborazione ha l’obiettivo di sviluppare progetti comuni nell’ambito della ricerca legata alle Neuroscienze utilizzando la microscopia 3D. Inoltre, Zeiss garantirà un supporto di assistenza tecnica altamente specializzata e una formazione continua ai ricercatori del Besta erogata da un team di esperti nazionali e internazionali. La partnership rafforzerà anche il networking dell’Istituto grazie all’ingresso nella rete di laboratori partner Zeiss nell’ambito della microscopia di Volume applicata alle Neuroscienze.
“Siamo orgogliosi di inaugurare la facility di imaging Vision@Besta che vanta delle macchine totalmente all’avanguardia al servizio delle neuroscienze. In una prima fase i microscopi saranno a disposizione dei gruppi interni all’Istituto. I ricercatori, opportunamente guidati e supportati nell’utilizzo della stazione di microscopia, potranno sviluppare i loro progetti. Non appena la facility entrerà a regime, l’idea è quella di sviluppare collaborazioni scientifiche con altri istituti di ricerca per sviluppare progetti applicabili alla ricerca preclinica e, in un futuro, alla diagnostica e alla terapia” – sottolinea il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.

Ultime notizie
18/02/2025
18/02/2025
GIORNATA MONDIALE MALATTIE RARE: AL BESTA L'EVENTO SU RICERCA, PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE E SOSTENIBILITÀ DELLE CURE
In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza un importante appuntamento dedicato ai pazienti, ai familiari, agli operatori medici e sociali per fare il punto sulla ricerca e la presa in carico dei pazienti affetti da malattie rare.
L’evento, in programma venerdì 28 febbraio a partire dalle 8.30, si svolgerà presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11).
Saranno presentate le attività di ricerca e terapia per le malattie neurologiche rare, con un particolare accento sul tema della transizione della cura e sulle necessità e criticità della presa in carico di patologie particolarmente disabilitanti. Inoltre sarà arricchito dagli interventi di ospiti illustri per ampliare la visione ai temi dell’accessibilità alla salute per i malati rari all’interno del SSN, della sostenibilità economico-sociale delle nuove tecnologie diagnostiche e delle nuove terapie.
Considerate singolarmente le malattie rare sono decisamente infrequenti, ma se prese tutte insieme costituiscono un fenomeno molto rilevante. In Italia attualmente si stimano circa 2 milioni di malati rari. Di questi la maggior parte è affetta da malattie di competenza neurologica che causano malformazioni, compromissione e degenerazione dello sviluppo cerebrale, dei muscoli e dei nervi, determinando disabilità sin dall’infanzia. L’Istituto Neurologico Besta si occupa da sempre di malattie rare dell’infanzia e dell’età adulta attraverso un approccio globale che parte dalla diagnosi, comprende l’assistenza e la cura, senza tralasciare lo sviluppo della ricerca.
Ad oggi per la maggior parte di queste patologie non esistono cure risolutive, quindi investire nella ricerca è fondamentale, perché – solo identificando i meccanismi che determinano ciascuna malattia – si possono studiare terapie specifiche per ogni paziente. L’Istituto Besta sta portando avanti diversi trial clinici, che anche nel caso delle malattie rare, rappresentano lo strumento metodologico per comprendere se un nuovo farmaco applicato all’uomo può definirsi sicuro ed efficace.
“Le malattie rare hanno la caratteristica di essere estremamente complesse” - sottolinea la Dott.ssa Isabella Moroni, Neuropsichiatra Infantile dell’Istituto Besta” e per questo necessitano di un approccio sistemico che non si limita alle mura del nostro Istituto, ma che ci vede coinvolti in network nazionali e internazionali per condividere e accrescere le conoscenze che ci auguriamo possano aumentare nel prossimo futuro e consentire una qualità di vita migliore per i pazienti e le loro famiglie”.

Ultime notizie
07/02/2025
07/02/2025
Bando Servizio Civile Universale - Progetto "Informacancro" 2025
Anche nel 2025, nell'ambito del progetto di Servizio Civile "Informacancro" di Aimac in partenariato con FAVO, saranno selezionati 2 giovani tra i 18 e i 28 anni che svolgeranno presso la Biblioteca Scientifica e l'annesso Punto Informativo della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta", attività di ascolto, accoglienza e orientamento ai malati oncologici e a chi sta loro vicino, fornendo informazioni personalizzate su malattia, trattamenti, accesso ai benefici previsti dalle leggi.
Gli aspiranti operatori volontari dovranno produrre domanda di partecipazione online - accesso con credenziali SPID - indirizzata direttamente all'ente che realizza il progetto prescelto (Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"), esclusivamente attraverso la piattaforma DOL, raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all'indirizzo: https://domandaonline.serviziocivile.it
La scandenza è stata posticipata al 27 febbraio 2025, ore 14.00.
Un curriculum con indirizzo di studio in psicologia o in discipline umanistiche alle scienze dell'informazione e comunicazione, una particolare sensibilità verso le tematiche di solidarietà sociale, cooperazione e promozione alla salute sono requisiti preferenziali per la selezione.
L'inizio del servizio è previsto a settembre 2025 per 12 mesi con un impegno di 25 ore settimanali (dal lunedì al venerdì per 5 ore al giorno) e un contributo mensile (€ 507,30) a cui seguirà della formazione specifica con un cospicuo numero di ore obbligatorie (pena l'esclusione dal progetto). La formazione sarà intensiva e residenziale, anche fuori dal comune in cui si svolge il servizio e in parte anche online.
Sui siti internet del Dipartimento di Servizio Civile e di FAVO sono disponibili:
- Guida per la compilazione e la presentazione della Domanda on line con la piattaforma DOL, www.politichegiovanilieserviziocivile.gov.it e www.scelgoilserviziocivile.gov.it
- Scheda sintetica del progetto www.favo.it/servizio-civile/informacancro e www.aimac.it
Per ulteriori informazioni www.istituto-besta.it e per contatti telefonici:
Dott.ssa Alessandra Atterrato
Referente Document Delivery
Biblioteca Scientifica "Renato Boeri"
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"
Via Celoria, 11 - 20133 Milano
Tel Biblioteca 02/23942339
Email: alessandra.atterrato@istituto-besta.it

Ultime notizie
10/02/2025
10/02/2025
GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'EPILESSIA
Il 10 febbraio si celebra la giornata internazionale per l'epilessia, malattia che colpisce oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo e su cui ancora oggi gravano molti pregiudizi. Ne parliamo con la Dottoressa Laura Canafoglia, Neurologa responsabile della Struttura Semplice Diagnostica Epilettologica Integrata dell’Istituto Neurologico Carlo Besta e coordinatrice della Sezione regionale Lombardia della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE).
L’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse. È più corretto parlare di epilessie al plurale?
Assolutamente sì. L’epilessia è molto varia nei pazienti e la prima distinzione da fare è quella tra forme generalizzate e forme focali. Le forme generalizzate coinvolgono fin dall’inizio entrambi gli emisferi cerebrali e sono caratterizzate da quelle che chiamiamo crisi di assenza, tipiche soprattutto dell’età infantile. Esistono poi crisi epilettiche generalizzate, più intense, chiamate tonico-cloniche in cui il paziente perde conoscenza improvvisamente e può cadere anche a terra con successive scosse in tutto il corpo. Alla crisi di solito segue un periodo di confusione particolarmente lungo.
Le crisi focali, invece, sono più comuni nell’età adulta e iniziano in una zona circoscritta del cervello e – in alcuni casi – si propagano ad altre aree cerebrali. Possono essere sintomatiche o non sintomatiche. Nella maggior parte dei casi le crisi si verificano all’improvviso, ma in altri vengono preavvertite dal soggetto sottoforma di sensazioni particolari. Di solito i pazienti perdono consapevolezza (awareness), ma spesso non si verifica un completo blocco motorio e psichico e il corpo continua a muoversi con automatismi. Questo fenomeno può terminare con una fase post-critica breve oppure può complicarsi evolvendo in una crisi tonico-clonica bilaterale simile alla forma di epilessia generalizzata.
Come si cura l’epilessia?
Il primo approccio alla cura dell’epilessia è di tipo farmacologico, basato quindi sull’utilizzo di farmaci specifici (anticrisi). Nonostante l’obiettivo della ricerca farmacologica applicata alla clinica rimanga quello di riuscire a trovare il farmaco anticrisi ideale, quelli attualmente in commercio danno buoni risultati con un 70% dei pazienti che risponde positivamente alla terapia. Esiste poi una percentuale di pazienti farmacoresistenti per i quali vengono prese in considerazione altre modalità di cura, come ad esempio il trattamento chirurgico (chirurgia dell’epilessia) – utilizzato tipicamente nell’epilessia temporale - che può portare alla guarigione in più del 90% dei casi. Non tutti i pazienti però possono essere operati. Occorre definire la zona di origine delle crisi e, una volta individuata, valutare se è possibile procedere con la chirurgia. Talvolta l’area dove ha origine la crisi costituisce un’area importante e insostituibile del cervello e quindi non consente di procedere all’asportazione chirurgica di quel gruppo di neuroni che dà origine all’epilessia.
In quali direzioni sta andando la ricerca farmacologica?
Gli studi in campo genetico, grazie all’avanzamento della tecnologia, ci stanno aiutando a classificare meglio l’epilessia identificandone in maniera più precisa le cause. Questo, con ogni buona possibilità, ci permetterà di curare alcune forme di epilessia agendo proprio sulla loro causa. Un altro filone di ricerca riguarda le forme di epilessia immunomediate, ossia forme conseguenti a patologia immunologica. Anche in questo caso si è al lavoro per identificare dei marcatori che consentano di riuscire a curare l’epilessia tramite l’utilizzo di terapie immunomodulanti. Un’altra frontiera di ricerca – che si rivolge soprattutto a quei pazienti che non rispondono ai farmaci e allo stesso tempo non possono sottoporsi alla chirurgia – riguarda tecniche di neuromodulazione con l’applicazione di speciali dispostivi di stimolazione cerebrale profonda che potrebbero portare ad una riduzione delle crisi.
La fase di assistenza ai pazienti che presentano una crisi in un contesto pubblico è fondamentale, ma molto spesso le persone hanno paura e si trovano impreparate. Che consigli possiamo dare loro?
Se si sa come agire non si deve aver paura di una crisi epilettica. In primis consigliamo di cercare di restare calmi. Agitazione e panico sono da evitare. Se possibile suggeriamo di posizionare sotto al capo del paziente qualcosa di morbido per escludere che si faccia male ed evitare che si verifichi un trauma cranico. Se le condizioni lo consentono è sempre bene girare la persona sul fianco per far defluire meglio i liquidi dalla bocca ed evitare che la lingua vada all’indietro. È importante non inserire oggetti nella bocca poiché, se si verifica una crisi, il paziente tende a stringerla e - una sua forzatura - potrebbe essere pericolosa, sia per l’articolazione mandibolare del paziente stesso, sia per le persone che intervengono. La cosa più importante è non costringere, fermare o bloccare una persona, ma vigilare su di essa affinché non si faccia male e offrire il proprio aiuto quando la crisi finisce. Nel caso in cui la crisi durasse più di cinque minuti è importante chiamare subito un’ambulanza.
Quanto è importante sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia?
Sensibilizzare i cittadini rispetto all’epilessia è fondamentale perché la malattia presenta un aspetto sociale molto rilevante. Questa patologia è spesso associata ad una sindrome ansioso-depressiva dovuta all’incertezza di non sapere quando ad esempio può verificarsi una crisi. Siamo felici che, proprio in occasione della giornata internazionale dell’epilessia, Palazzo Lombardia sarà illuminato per 4 ore di viola che è il colore simbolo di questa malattia. Il viola è il colore più complesso della scala cromatica e simboleggia il desiderio di stringere un legame abbattendo lo stigma e il pregiudizio nei confronti dell’epilessia. Ma non solo, in alcuni ospedali della Regione, grazie all’impegno della società scientifica LICE, saranno istallate delle panchine viola. Un invito a sedersi per ascoltare e comprendere ancora più profondamente le sfide quotidiane vissute dai pazienti con epilessia e dalle loro famiglie. Dalla fase di ascolto può nascere la speranza di un cambiamento, simboleggiata nella locandina della giornata internazionale dal battito di ali delle farfalle.

Ultime notizie
03/02/2025
03/02/2025
World Cancer Day: il Besta studia terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma
Il 4 febbraio si celebra in tutto il mondo il World Cancer Day, la giornata promossa dalla UICC - Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sensibilizzare l'opinione pubblica sul cancro.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Serena Pellegatta, Responsabile della Struttura Semplice di Immunoterapia dei tumori cerebrali dell’Istituto Besta di raccontare i progressi delle terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi.
Il nostro Istituto è impegnato da anni nel cercare di educare il sistema immunitario a riconoscere ed sconfiggere efficacemente le cellule di glioblastoma, un tumore che ancora oggi purtroppo ha una prognosi infausta. Attualmente stiamo puntando su una forma innovativa di immunoterapia che utilizza i linfociti dei pazienti come mezzo per eliminare in maniera mirata e specifica le cellule tumorali. Abbiamo scoperto che i linfociti che infiltrano tumore (tumor infiltrating lymphocytes – TILs) hanno l’opportunità di incontrare, riconoscere e conservare una memoria specifica delle cellule tumorali ed eventualmente delle loro mutazioni. In altre parole, i linfociti, una volta isolati, ci offrono una fotografia di com’è il tumore. Ad oggi abbiamo imparato molto bene ad isolare i linfociti che infiltrano la massa tumorale e siamo in grado di riattivarli ed espanderli in laboratorio per una potenziale re-infusione nel paziente. Il problema è che il glioblastoma – come altri tumori solidi – sfrutta una serie di escamotage per sfuggire alla capacità del sistema immunitario e dei linfociti.
Che tipo di escamotage?
Il glioblastoma agisce nel cosiddetto microambiente tumorale che è costituito da cellule immunitarie, per lo più macrofagi, che iniziano a “collaborare” con il tumore per inibire la risposta dei linfociti. In questo sistema così soppressivo i linfociti vengono confusi e si esauriscono (exausting) e pur di non andare incontro a morte si arrendono all’ambiente immunosoppressivo. Il nostro compito – quindi – diventa quello di rinvigorirli identificando quei linfociti che possono essere riutilizzati per un eventuale approccio terapeutico, da quelli definitivamente esausti. Ciò è reso possibile grazie alle tecnologie innovative introdotte da un paio di anni – le Omics – che ci permettono di scrutare le singole cellule nel loro assetto più interno del loro codice genetico. Non mi riferisco soltanto alle cellule tumorali, ma anche a quelle del microambiente e dell’ecosistema che collabora con il tumore. Conoscendole una ad una, non solo possiamo identificarle specificatamente, ma anche conoscerne il ruolo e capire come combatterle o come convertirle a favore dei linfociti. Questo è il progetto di ricerca più avanzato che stiamo portando avanti.
Quali sono i prossimi passi?
Attualmente abbiamo messo a punto la procedura di isolamento dei linfociti, sappiamo identificare quelli che definiamo tumor reactive – ossia i linfociti che hanno riconosciuto il tumore e che quindi sono necessari per riconoscerlo nuovamente una volta infusi nel paziente. Abbiamo perfezionato le tecniche per riattivarli e riespanderli in vitro definendo al meglio i dettagli di una terapia sempre più mirata. Al momento stiamo lavorando alla documentazione da inviare alle autorità regolatorie competenti in previsione dell’avvio di uno studio clinico. Ci auguriamo di riuscire a trattare i primi pazienti entro la fine di quest’anno.

Ultime notizie
02/12/2024
02/12/2024
BANDO DI ASTA PUBBLICA PER LA VENDITA DI IMMOBILI
La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”, ha avviato la procedura di asta pubblica per la vendita dei beni immobili. Leggi il bando nella sezione BANDI DI GARA