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14/05/2025
15/05/2025
PREMIO NAZIONALE “TOMMASO CARACENI” PER LA RICERCA SUL PARKINSON E DISORDINI DEL MOVIMENTO - BANDO 2025
REQUISITI DI AMMISSIONE:
Possono fare domanda medici, biologi, biotecnologi, genetisti e ogni altra figura professionale in ambito biomedico, con età inferiore ai 36 anni, esclusi 6 mesi di congedo parentale per ogni figlio, al momento della scadenza del presente bando.
Gli aspiranti al premio dovranno trasmettere la propria candidatura utilizzando l’Application Form allegato al presente bando.
La domanda dovrà essere redatta in lingua inglese e dovrà pervenire all’indirizzo email ufficioricerca@istituto-besta.it indicando nell'oggetto la seguente dicitura: PREMIO NAZIONALE “TOMMASO CARACENI” - 2025.
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16/01/2023
29/08/2024
Avviso pubblico aggiornamento elenco avvocati liberi professionisti
Avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati liberi professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio

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07/04/2025
04/04/2025
GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE. IL 10 APRILE L’ISTITUTO BESTA ORGANIZZA UN EVENTO DEDICATO AI BENEFICI DELLA MINDFULNESS
In occasione della Giornata Mondiale della Salute, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza giovedì 10 aprile a partire dalle 17.30 un evento pubblico dedicato ai benefici della Mindfulness nel favorire il benessere emotivo e una vita sana.
Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming collegandosi al link di seguito.
Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire anche essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica, il coltivare le relazioni sociali sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello.
Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi una bna ed equilibrata vita emotiva promuove una buona salute fisica. È questa la riflessione che l’Istituto Besta porta in occasione della Giornata Mondiale della Salute alla quale seguirà un approfondimento dedicato alla Mindfulness e agli stili di vita sani.
La mindufulness è una pratica di meditazione antichissima, che insegna a prestare attenzione al “qui e ora” e ad “accettare tutto quello che arriva, sensazioni, pensieri, reazioni, in maniera non giudicante e accogliente” secondo la definizione data da J Kabat Zinn, il ricercatore e clinico statunitense della Harvard Medical School, vero pioniere della applicazione della mindfulness in ambito clinico.
La pratica rende i pazienti più consapevoli della loro condizione clinica e può renderli partecipi del loro processo di recupero; cambia l’atteggiamento del paziente che da recipiente passivo diventa parte attiva della strategia terapeutica e questo comporta un potenziamento della efficacia delle terapie farmacologiche impostate.
Ma non solo, la mindfulness può portare benefici nella vita di tutte le persone, a partire dalla riduzione dello stress, al miglioramento del benessere psicologico, aumento dell’autostima e un miglioramento di comportamenti legati alla salute. Al termine dell’incontro la dottoressa Licia Grazzi e la dottoressa Fabia Schoss guideranno una sessione di mindfulness dedicata a tutti i partecipanti.
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27/03/2025
27/03/2025
GIORNATA MONDIALE SULL’AUTISMO: IN ITALIA 1 BAMBINO SU 70 SOFFRE DI UN DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
ALL’ISITITUTO BESTA UNA GIORNATA PER GUARDARE AL FUTURO CON LE NOVITA’ DELLA RICERCA, L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE E DELL’ASSISTENZA AI PAZIENTI
In occasione della 18° Giornata Mondiale di Consapevolezza dell’Autismo, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza il 2 aprile a partire dalle ore 10.00 presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11) una giornata di divulgazione in cui medici, familiari e associazioni delle famiglie potranno confrontarsi su temi molto importanti: dall’importanza della diagnosi precoce, all’assistenza dei pazienti fino alle novità in ambito di ricerca scientifica. Durante l’incontro alcuni “Amici del Besta” testimonieranno con dei video il loro sostegno all’Istituto e lo scrittore Donato Carrisi condividerà con i presenti una sua performance artistica.
I disturbi dello spettro autistico sono una condizione molto eterogenea caratterizzata dalla comparsa precoce in un bambino di una difficoltà nella comunicazione e dell’interazione sociale e di comportamenti ripetitivi e interessi ristretti. I dati epidemiologici internazionali e nazionali dimostrano come i numeri siano nettamente in aumento. In un recente studio americano si parla di una prevalenza di 1 bambino su 36, mentre se si restringe la lente di osservazione all’Italia, la casistica rimane comunque alta: intorno a 1 bambino su 70. L’aumento dell’incidenza è dovuto a diversi fattori: in primis una maggiore sensibilizzazione al problema, per cui vengono diagnosticati anche bambini che presentano quadri molto più sfumati. Si tratta di un’importante destigmatizzazione rispetto a una patologia che oggi viene affrontata dalla società con una diversa prospettiva. L’autismo è un modello di cause multifattoriale, in cui cause genetiche si intersecano a fattori ambientali. Una gravidanza a rischio o un’età genitoriale avanzata al momento del concepimento, esposizioni a tossici in gravidanza (come ad esempio le microplastiche), possono determinare un’alterazione genetica nel bambino.
In questo scenario la diagnosi precoce è essenziale per intervenire in modo repentino, sostenere lo sviluppo del bambino e impostare un percorso terapeutico mirato. Proprio in questo ambito il nostro Istituto ha partecipato nel 2024, insieme ad altri IRCCS e all’Istituto Superiore di Sanità, al gruppo di lavoro di esperti istituito dal Ministero della Salute con l’obiettivo di valutare le indicazioni all’intervento comportamentale.
Durante l’evento saranno presentati i risultati di WIN4ASD, la piattaforma informatica di Regione Lombardia messa a disposizione di tutti i Pediatri di Famiglia e di tutti i servizi di Neuropsichiatria Infantile con l'obiettivo di facilitare l’individuazione precoce dei soggetti a rischio di Disturbo dello Spettro Autistico entro i 18 mesi di vita del bambino. Grazie alla piattaforma attiva dal 2023 sono arrivati all’Istituto Besta, che è uno dei centri sovrazonali dove vengono presi in carico i casi più complessi, oltre 70 bambini.
L’evento sarà anche l’occasione per fare il punto sulle prospettive della ricerca scientifica. In particolare, l’Istituto Besta, grazie ai fondi del PNRR, sta portando avanti un importante progetto di ricerca che ha lo scopo di individuare possibili trattamenti terapeutici, a partire dagli studi cellulari. “L’idea di questo studio nasce da un lavoro che ci vede a fianco della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo Padre Pio con cui abbiamo identificato un possibile target terapeutico per una sindrome genetica con autismo: quella di Smith-Magenis. Attraverso questo nuovo progetto di ricerca vogliamo cercare di espandere questo modello alle forme di autismo non sindromico. Saranno valutati 100 pazienti di cui 80 con autismo non sindromico e 20 con autismo sindromico. Attraverso un prelievo di sangue nei pazienti che parteciperanno allo studio e il loro controllo di confronto – un fratello o un genitore sano - riprogrammeremo la cellula staminale per poi derivare in vitro il neurone e effettuare studi su DNA, RNA, proteine, zuccheri e lipidi intracellulari. L’obiettivo è quello di comprendere se vi sono differenze tra il soggetto autistico e il controllo e di identificare biomarcatori che potrebbero diventare bersagli terapeutici” – spiega il dott. Stefano D’Arrigo, Neuropsichiatra Infantile, SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico dell’Istituto Besta.
Un’altra area di ricerca riguarda il ruolo del microbiota intestinale nei disturbi dello spettro autistico che vede la collaborazione tra l’Istituto Besta e Humanitas grazie al progetto sviluppato con la Professoressa Maria Rescigno, tra i massimi esperti mondiali di microbiota. Dalla letteratura scientifica è noto l’asse che lega cervello e intestino. L’alterazione della flora batterica può determinare una modifica della permeabilità della membrana intestinale e creare un’infiammazione capace di determinare una alterazione dello sviluppo neuronale precoce in soggetti geneticamente predisposti. Questo è un altro esempio di fattore ambientale che si interseca a una causa genetica. L’idea da cui parte lo studio è che, rimodulando il microbiota intestinale di un bambino con disturbo dello spettro autistico, si possano avere dei miglioramenti, non solo per i sintomi gastroenterici che spesso presentano, ma anche per quello che riguarda le alterazioni della sfera comportamentale e interazionale.
Programma dell’evento:
18° GIORNATA MONDIALE DELL’AUTISMO AL BESTA
Assistenza, ricerca, cura
Mercoledì 2 Aprile 2025
10:00-13:00
Biblioteca Scientifica “Renato Boeri”
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Via Celoria, 11 - Milano
Saluti introduttivi
On. Marcello Gemmato
Sottosegretario di Stato alla Salute
Attilio Fontana
Presidente, Regione Lombardia
Mario Melazzini
Direttore Generale Welfare, Regione Lombardia
Raffaella Turatto
Comitato Uniti per l'Autismo
Lodovico Barassi
Presidente Fondazione Mariani
Marta Marsilio
Presidente, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Angelo Cordone
Direttore Generale, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Giuseppe Lauria Pinter
Direttore Scientifico, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Il saluto di alcuni amici del Besta
FC Internazionale Milano
Elio
Donato Carrisi
Il Progetto Regionale Autismo
Introduce Ivan Limosani, Coordinatore Cabina di Regia Disturbi Spettro Autistico, Direzione Generale Welfare, Regione Lombardia
Esperienza della rete curante per la diagnosi precoce
Paola Colombo
Coordinatrice SmartLab - Associazione La Nostra Famiglia IRCCS Eugenio Medea, Bosisio Parini
Il ruolo dei centri sovrazonali: la valutazione clinica, strumentale e genetica dei casi complessi
Sara Bulgheroni, Arianna De Laurentiis, Claudia Ciaccio
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
La Ricerca sull’autismo al Besta
Profilo omico nell’autismo (Automic): dagli studi cellulari ai trattamenti futuri (Progetto PNRR)
Stefano D'Arrigo
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Microbiota intestinale e disturbi dello spettro autistico: quale legame?
Maria Rescigno
Professore Ordinario di Patologia Generale
Humanitas University
Le domande delle famiglie ai medici e psicologi del Besta

Ultime notizie
26/03/2025
26/03/2025
ISTITUTO BESTA: NASCE VISON@BESTA, LA PIATTAFORMA DI MICROSCOPIA 3D CHE TRACCIA IL FUTURO DELLE NEUROSCIENZE
La presentazione in occasione dell’evento scientifico VISION@BESTA: “Under the Light of Volume Electron Microscopy” che sancisce la partnership quinquennale con Zeiss Microscopy
Milano, 26 marzo 2025 - L’Istituto Besta inaugura la Facility di imaging Vision@Besta con una giornata dedicata alla microscopia correlativa di volume. La facility è dotata di una piattaforma di microscopia correlativa Zeiss di ultima generazione che permetterà di analizzare campioni di tessuto integrando informazioni che per lungo tempo sono state oggetto esclusivo della microscopia ottica o elettronica. La stazione mette in dialogo un microscopio ottico a super-risoluzione, LSM980-Airyscan, e uno elettronico, Volutome, con una postazione di analisi di immagine e ricostruzione tridimensionale potenziata con intelligenza artificiale. Questa combinazione permette di analizzare con enorme dettaglio cellule e tessuti, dalle interconnessioni cellulari fino alla struttura più fine dei singoli organelli. Un avanzamento straordinario nel settore dell’imaging cellulare che contribuisce a trovare risposte fondamentali a complessi quesiti che si possono tradurre in scoperte a favore della medicina personalizzata.
La nuova stazione di microscopia del Besta, acquistata grazie all’importante sostegno della Fondazione ICO Falck, è stata ufficialmente presentata in occasione del convegno scientifico “VISION@BESTA: Under the Light of Volume Electron Microscopy”. Durante i lavori è stata annunciata la partnership quinquennale tra l’Istituto Besta e Zeiss Microscopy. La collaborazione ha l’obiettivo di sviluppare progetti comuni nell’ambito della ricerca legata alle Neuroscienze utilizzando la microscopia 3D. Inoltre, Zeiss garantirà un supporto di assistenza tecnica altamente specializzata e una formazione continua ai ricercatori del Besta erogata da un team di esperti nazionali e internazionali. La partnership rafforzerà anche il networking dell’Istituto grazie all’ingresso nella rete di laboratori partner Zeiss nell’ambito della microscopia di Volume applicata alle Neuroscienze.
“Siamo orgogliosi di inaugurare la facility di imaging Vision@Besta che vanta delle macchine totalmente all’avanguardia al servizio delle neuroscienze. In una prima fase i microscopi saranno a disposizione dei gruppi interni all’Istituto. I ricercatori, opportunamente guidati e supportati nell’utilizzo della stazione di microscopia, potranno sviluppare i loro progetti. Non appena la facility entrerà a regime, l’idea è quella di sviluppare collaborazioni scientifiche con altri istituti di ricerca per sviluppare progetti applicabili alla ricerca preclinica e, in un futuro, alla diagnostica e alla terapia” – sottolinea il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.

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18/02/2025
18/02/2025
GIORNATA MONDIALE MALATTIE RARE: AL BESTA L'EVENTO SU RICERCA, PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE E SOSTENIBILITÀ DELLE CURE
In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza un importante appuntamento dedicato ai pazienti, ai familiari, agli operatori medici e sociali per fare il punto sulla ricerca e la presa in carico dei pazienti affetti da malattie rare.
L’evento, in programma venerdì 28 febbraio a partire dalle 8.30, si svolgerà presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11).
Saranno presentate le attività di ricerca e terapia per le malattie neurologiche rare, con un particolare accento sul tema della transizione della cura e sulle necessità e criticità della presa in carico di patologie particolarmente disabilitanti. Inoltre sarà arricchito dagli interventi di ospiti illustri per ampliare la visione ai temi dell’accessibilità alla salute per i malati rari all’interno del SSN, della sostenibilità economico-sociale delle nuove tecnologie diagnostiche e delle nuove terapie.
Considerate singolarmente le malattie rare sono decisamente infrequenti, ma se prese tutte insieme costituiscono un fenomeno molto rilevante. In Italia attualmente si stimano circa 2 milioni di malati rari. Di questi la maggior parte è affetta da malattie di competenza neurologica che causano malformazioni, compromissione e degenerazione dello sviluppo cerebrale, dei muscoli e dei nervi, determinando disabilità sin dall’infanzia. L’Istituto Neurologico Besta si occupa da sempre di malattie rare dell’infanzia e dell’età adulta attraverso un approccio globale che parte dalla diagnosi, comprende l’assistenza e la cura, senza tralasciare lo sviluppo della ricerca.
Ad oggi per la maggior parte di queste patologie non esistono cure risolutive, quindi investire nella ricerca è fondamentale, perché – solo identificando i meccanismi che determinano ciascuna malattia – si possono studiare terapie specifiche per ogni paziente. L’Istituto Besta sta portando avanti diversi trial clinici, che anche nel caso delle malattie rare, rappresentano lo strumento metodologico per comprendere se un nuovo farmaco applicato all’uomo può definirsi sicuro ed efficace.
“Le malattie rare hanno la caratteristica di essere estremamente complesse” - sottolinea la Dott.ssa Isabella Moroni, Neuropsichiatra Infantile dell’Istituto Besta” e per questo necessitano di un approccio sistemico che non si limita alle mura del nostro Istituto, ma che ci vede coinvolti in network nazionali e internazionali per condividere e accrescere le conoscenze che ci auguriamo possano aumentare nel prossimo futuro e consentire una qualità di vita migliore per i pazienti e le loro famiglie”.

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07/02/2025
07/02/2025
Bando Servizio Civile Universale - Progetto "Informacancro" 2025
Anche nel 2025, nell'ambito del progetto di Servizio Civile "Informacancro" di Aimac in partenariato con FAVO, saranno selezionati 2 giovani tra i 18 e i 28 anni che svolgeranno presso la Biblioteca Scientifica e l'annesso Punto Informativo della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta", attività di ascolto, accoglienza e orientamento ai malati oncologici e a chi sta loro vicino, fornendo informazioni personalizzate su malattia, trattamenti, accesso ai benefici previsti dalle leggi.
Gli aspiranti operatori volontari dovranno produrre domanda di partecipazione online - accesso con credenziali SPID - indirizzata direttamente all'ente che realizza il progetto prescelto (Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"), esclusivamente attraverso la piattaforma DOL, raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all'indirizzo: https://domandaonline.serviziocivile.it
La scandenza è stata posticipata al 27 febbraio 2025, ore 14.00.
Un curriculum con indirizzo di studio in psicologia o in discipline umanistiche alle scienze dell'informazione e comunicazione, una particolare sensibilità verso le tematiche di solidarietà sociale, cooperazione e promozione alla salute sono requisiti preferenziali per la selezione.
L'inizio del servizio è previsto a settembre 2025 per 12 mesi con un impegno di 25 ore settimanali (dal lunedì al venerdì per 5 ore al giorno) e un contributo mensile (€ 507,30) a cui seguirà della formazione specifica con un cospicuo numero di ore obbligatorie (pena l'esclusione dal progetto). La formazione sarà intensiva e residenziale, anche fuori dal comune in cui si svolge il servizio e in parte anche online.
Sui siti internet del Dipartimento di Servizio Civile e di FAVO sono disponibili:
- Guida per la compilazione e la presentazione della Domanda on line con la piattaforma DOL, www.politichegiovanilieserviziocivile.gov.it e www.scelgoilserviziocivile.gov.it
- Scheda sintetica del progetto www.favo.it/servizio-civile/informacancro e www.aimac.it
Per ulteriori informazioni www.istituto-besta.it e per contatti telefonici:
Dott.ssa Alessandra Atterrato
Referente Document Delivery
Biblioteca Scientifica "Renato Boeri"
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"
Via Celoria, 11 - 20133 Milano
Tel Biblioteca 02/23942339
Email: alessandra.atterrato@istituto-besta.it

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10/02/2025
10/02/2025
GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'EPILESSIA
Il 10 febbraio si celebra la giornata internazionale per l'epilessia, malattia che colpisce oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo e su cui ancora oggi gravano molti pregiudizi. Ne parliamo con la Dottoressa Laura Canafoglia, Neurologa responsabile della Struttura Semplice Diagnostica Epilettologica Integrata dell’Istituto Neurologico Carlo Besta e coordinatrice della Sezione regionale Lombardia della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE).
L’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse. È più corretto parlare di epilessie al plurale?
Assolutamente sì. L’epilessia è molto varia nei pazienti e la prima distinzione da fare è quella tra forme generalizzate e forme focali. Le forme generalizzate coinvolgono fin dall’inizio entrambi gli emisferi cerebrali e sono caratterizzate da quelle che chiamiamo crisi di assenza, tipiche soprattutto dell’età infantile. Esistono poi crisi epilettiche generalizzate, più intense, chiamate tonico-cloniche in cui il paziente perde conoscenza improvvisamente e può cadere anche a terra con successive scosse in tutto il corpo. Alla crisi di solito segue un periodo di confusione particolarmente lungo.
Le crisi focali, invece, sono più comuni nell’età adulta e iniziano in una zona circoscritta del cervello e – in alcuni casi – si propagano ad altre aree cerebrali. Possono essere sintomatiche o non sintomatiche. Nella maggior parte dei casi le crisi si verificano all’improvviso, ma in altri vengono preavvertite dal soggetto sottoforma di sensazioni particolari. Di solito i pazienti perdono consapevolezza (awareness), ma spesso non si verifica un completo blocco motorio e psichico e il corpo continua a muoversi con automatismi. Questo fenomeno può terminare con una fase post-critica breve oppure può complicarsi evolvendo in una crisi tonico-clonica bilaterale simile alla forma di epilessia generalizzata.
Come si cura l’epilessia?
Il primo approccio alla cura dell’epilessia è di tipo farmacologico, basato quindi sull’utilizzo di farmaci specifici (anticrisi). Nonostante l’obiettivo della ricerca farmacologica applicata alla clinica rimanga quello di riuscire a trovare il farmaco anticrisi ideale, quelli attualmente in commercio danno buoni risultati con un 70% dei pazienti che risponde positivamente alla terapia. Esiste poi una percentuale di pazienti farmacoresistenti per i quali vengono prese in considerazione altre modalità di cura, come ad esempio il trattamento chirurgico (chirurgia dell’epilessia) – utilizzato tipicamente nell’epilessia temporale - che può portare alla guarigione in più del 90% dei casi. Non tutti i pazienti però possono essere operati. Occorre definire la zona di origine delle crisi e, una volta individuata, valutare se è possibile procedere con la chirurgia. Talvolta l’area dove ha origine la crisi costituisce un’area importante e insostituibile del cervello e quindi non consente di procedere all’asportazione chirurgica di quel gruppo di neuroni che dà origine all’epilessia.
In quali direzioni sta andando la ricerca farmacologica?
Gli studi in campo genetico, grazie all’avanzamento della tecnologia, ci stanno aiutando a classificare meglio l’epilessia identificandone in maniera più precisa le cause. Questo, con ogni buona possibilità, ci permetterà di curare alcune forme di epilessia agendo proprio sulla loro causa. Un altro filone di ricerca riguarda le forme di epilessia immunomediate, ossia forme conseguenti a patologia immunologica. Anche in questo caso si è al lavoro per identificare dei marcatori che consentano di riuscire a curare l’epilessia tramite l’utilizzo di terapie immunomodulanti. Un’altra frontiera di ricerca – che si rivolge soprattutto a quei pazienti che non rispondono ai farmaci e allo stesso tempo non possono sottoporsi alla chirurgia – riguarda tecniche di neuromodulazione con l’applicazione di speciali dispostivi di stimolazione cerebrale profonda che potrebbero portare ad una riduzione delle crisi.
La fase di assistenza ai pazienti che presentano una crisi in un contesto pubblico è fondamentale, ma molto spesso le persone hanno paura e si trovano impreparate. Che consigli possiamo dare loro?
Se si sa come agire non si deve aver paura di una crisi epilettica. In primis consigliamo di cercare di restare calmi. Agitazione e panico sono da evitare. Se possibile suggeriamo di posizionare sotto al capo del paziente qualcosa di morbido per escludere che si faccia male ed evitare che si verifichi un trauma cranico. Se le condizioni lo consentono è sempre bene girare la persona sul fianco per far defluire meglio i liquidi dalla bocca ed evitare che la lingua vada all’indietro. È importante non inserire oggetti nella bocca poiché, se si verifica una crisi, il paziente tende a stringerla e - una sua forzatura - potrebbe essere pericolosa, sia per l’articolazione mandibolare del paziente stesso, sia per le persone che intervengono. La cosa più importante è non costringere, fermare o bloccare una persona, ma vigilare su di essa affinché non si faccia male e offrire il proprio aiuto quando la crisi finisce. Nel caso in cui la crisi durasse più di cinque minuti è importante chiamare subito un’ambulanza.
Quanto è importante sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia?
Sensibilizzare i cittadini rispetto all’epilessia è fondamentale perché la malattia presenta un aspetto sociale molto rilevante. Questa patologia è spesso associata ad una sindrome ansioso-depressiva dovuta all’incertezza di non sapere quando ad esempio può verificarsi una crisi. Siamo felici che, proprio in occasione della giornata internazionale dell’epilessia, Palazzo Lombardia sarà illuminato per 4 ore di viola che è il colore simbolo di questa malattia. Il viola è il colore più complesso della scala cromatica e simboleggia il desiderio di stringere un legame abbattendo lo stigma e il pregiudizio nei confronti dell’epilessia. Ma non solo, in alcuni ospedali della Regione, grazie all’impegno della società scientifica LICE, saranno istallate delle panchine viola. Un invito a sedersi per ascoltare e comprendere ancora più profondamente le sfide quotidiane vissute dai pazienti con epilessia e dalle loro famiglie. Dalla fase di ascolto può nascere la speranza di un cambiamento, simboleggiata nella locandina della giornata internazionale dal battito di ali delle farfalle.

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03/02/2025
03/02/2025
World Cancer Day: il Besta studia terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma
Il 4 febbraio si celebra in tutto il mondo il World Cancer Day, la giornata promossa dalla UICC - Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sensibilizzare l'opinione pubblica sul cancro.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Serena Pellegatta, Responsabile della Struttura Semplice di Immunoterapia dei tumori cerebrali dell’Istituto Besta di raccontare i progressi delle terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi.
Il nostro Istituto è impegnato da anni nel cercare di educare il sistema immunitario a riconoscere ed sconfiggere efficacemente le cellule di glioblastoma, un tumore che ancora oggi purtroppo ha una prognosi infausta. Attualmente stiamo puntando su una forma innovativa di immunoterapia che utilizza i linfociti dei pazienti come mezzo per eliminare in maniera mirata e specifica le cellule tumorali. Abbiamo scoperto che i linfociti che infiltrano tumore (tumor infiltrating lymphocytes – TILs) hanno l’opportunità di incontrare, riconoscere e conservare una memoria specifica delle cellule tumorali ed eventualmente delle loro mutazioni. In altre parole, i linfociti, una volta isolati, ci offrono una fotografia di com’è il tumore. Ad oggi abbiamo imparato molto bene ad isolare i linfociti che infiltrano la massa tumorale e siamo in grado di riattivarli ed espanderli in laboratorio per una potenziale re-infusione nel paziente. Il problema è che il glioblastoma – come altri tumori solidi – sfrutta una serie di escamotage per sfuggire alla capacità del sistema immunitario e dei linfociti.
Che tipo di escamotage?
Il glioblastoma agisce nel cosiddetto microambiente tumorale che è costituito da cellule immunitarie, per lo più macrofagi, che iniziano a “collaborare” con il tumore per inibire la risposta dei linfociti. In questo sistema così soppressivo i linfociti vengono confusi e si esauriscono (exausting) e pur di non andare incontro a morte si arrendono all’ambiente immunosoppressivo. Il nostro compito – quindi – diventa quello di rinvigorirli identificando quei linfociti che possono essere riutilizzati per un eventuale approccio terapeutico, da quelli definitivamente esausti. Ciò è reso possibile grazie alle tecnologie innovative introdotte da un paio di anni – le Omics – che ci permettono di scrutare le singole cellule nel loro assetto più interno del loro codice genetico. Non mi riferisco soltanto alle cellule tumorali, ma anche a quelle del microambiente e dell’ecosistema che collabora con il tumore. Conoscendole una ad una, non solo possiamo identificarle specificatamente, ma anche conoscerne il ruolo e capire come combatterle o come convertirle a favore dei linfociti. Questo è il progetto di ricerca più avanzato che stiamo portando avanti.
Quali sono i prossimi passi?
Attualmente abbiamo messo a punto la procedura di isolamento dei linfociti, sappiamo identificare quelli che definiamo tumor reactive – ossia i linfociti che hanno riconosciuto il tumore e che quindi sono necessari per riconoscerlo nuovamente una volta infusi nel paziente. Abbiamo perfezionato le tecniche per riattivarli e riespanderli in vitro definendo al meglio i dettagli di una terapia sempre più mirata. Al momento stiamo lavorando alla documentazione da inviare alle autorità regolatorie competenti in previsione dell’avvio di uno studio clinico. Ci auguriamo di riuscire a trattare i primi pazienti entro la fine di quest’anno.

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02/12/2024
02/12/2024
BANDO DI ASTA PUBBLICA PER LA VENDITA DI IMMOBILI
La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”, ha avviato la procedura di asta pubblica per la vendita dei beni immobili. Leggi il bando nella sezione BANDI DI GARA
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28/11/2024
28/11/2024
GIORNATA NAZIONALE PARKINSON: AL BESTA GIORNATA DEDICATA A PAZIENTI E CAREGIVERS
In occasione della Giornata Nazionale Parkinson 2024 l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza un evento dedicato ai cittadini, pazienti e caregivers. L’appuntamento è per sabato 30 novembre a partire dalle ore 9.00 presso la Biblioteca Scientifica “Renato Boeri” dell’Istituto.
L’obiettivo è quello di offrire un aggiornamento sulle ultime novità nella gestione della malattia di Parkinson e dei Parkinsonismi atipici attraverso l’intervento di esperti che, oltre alla neurologia, abbracciano diversi ambiti specialistici.
L’iniziativa mira all’informazione e alla divulgazione nei confronti dei pazienti ed è organizzata dalla SC Neurologia 1 – Parkinson e Disturbi del Movimento dell’Istituto Besta (Direttore Dr. Roberto Eleopra) con il coordinamento della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus ed il patrocinio della Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento Limpe-Dismov.
La mattinata si aprirà con una prima sessione dedicata all’aggiornamento sulle novità terapeutiche a partire dalla terapia infusionale sottocutanea con levodopa per la Malattia di Parkinson. Quando il paziente non è più controllato con la terapia farmacologica orale e presenta gravi fluttuazioni motorie si usano strategie di fase avanzata come le terapie infusionali che oggi si possono infondere a livello sottocutaneo in una modalità molto meno invasiva per il paziente rispetto all’infusione duodenale. Inoltre, la somministrazione della terapia tramite infusione avviene senza interruzioni per 24 ore permettendo un controllo della sintomatologia in maniera continua ed efficace.
La mattinata proseguirà con un approfondimento sul trattamento del tremore con gli ultrasuoni focalizzati. L’Istituto Besta è tra i pochi centri in Italia dove, dal 2019, viene utilizzata la terapia MRgFUS: una metodica mini-invasiva che viene eseguita sotto guida risonanza magnetica nucleare, e che permette di indurre, mediante ultrasuoni focalizzati, una piccola lesione a livello del nucleo ventrale intermedio mediale del talamo, migliorando il tremore. Più recentemente è stato avviato anche il trattamento con ultrasuoni della regione subtalamica nei pazienti con Parkinson senza tremore. Ad oggi è stato superato l’importante traguardo di oltre 300 trattamenti per il disturbo del movimento.
L’ultima parte della mattinata dedicata alle novità terapeutiche prende in considerazione la ricerca con le nuove prospettive delle sperimentazioni cliniche che il Besta sta portando avanti a livello nazionale ed internazionale. Oltre agli studi sulla malattia a livello generale, come ad esempio quelli dedicati agli anticorpi monoclonali che attaccano la proteina coinvolta nel Parkinson - l'α-sinucleina – si parlerà di medicina di precisione in relazione alla mutazione del gene specifico GBA.
La seconda parte della giornata affronterà in una tavola rotonda il tema della multidisciplinarietà nella presa in carico del paziente con un affondo anche sull’importantissimo ruolo del caregiver. Interverranno psicologi, fisiatri, nutrizionisti, neurologi e l’infermiere case manager del Besta, la figura che sta rivoluzionando la presa in carico del paziente con malattia cronica. Ampio spazio sarà poi dato alle domande dei pazienti per approfondire tutte le loro curiosità e dare così spazio al confronto diretto per sensibilizzare e informare in maniera corretta.

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18/10/2024
18/10/2024
Come disdire un appuntamento

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17/10/2024
17/10/2024
MALATTIE MITOCONDRIALI: RICERCA DI BASE, TERAPIE AVANZATE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RUOLO DEI PAZIENTI NELLA RICERCA AL CENTRO DEL CONVEGNO NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE MITOCON
I focus del 14° Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali organizzato dall’Associazione Mitocon, a Padova dal 25 al 27 ottobre. Le nuove scoperte dalla ricerca di base per l’individuazione di strategie per la cura e la prevenzione di queste malattie. L’importanza degli studi di storia naturale per una migliore caratterizzazione clinica. Nuovi approcci diagnostici applicati all’AI. Possibili terapie per specifiche mutazioni come il gene Opa1, la sindrome di MELAS o le sindromi da deplezione del DNA mitocondriale. Terapie avanzate in grado di correggere il DNA mitocondriale, come il gene editing e la terapia genica e strategie terapeutiche che utilizzano i microRNA. Obiettivo: costruire una ricerca vicina al paziente e con il paziente.
Tre giornate dedicate allo studio e alla cura delle malattie mitocondriali. Il Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali 2024 (Mitochondrial Disease Conference) apre con la presenza di tanti ricercatori ed esperti nazionali e internazionali che, con Mitocon, stanno portando avanti il progetto di trovare quella cura definitiva che ancora non esiste. I lavori del Convegno Scientifico si apriranno il 25 ottobre a Padova, polo di eccellenza per lo studio delle patologie mitocondriali. Carlo Viscomi, Professore Associato di Genetica presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e membro del Comitato Scientifico Mitocon. racconta l’attività di ricerca che sta guidando presso il centro patavino -“La nostra ricerca si sviluppa su due filoni tra loro connessi: il primo mira a capire i meccanismi delle malattie mitocondriali, il secondo allo sviluppo di nuove terapie, proprio partendo dai meccanismi di base. Stiamo inoltre sviluppando sia approcci terapeutici di tipo farmacologico sia di terapia genica basati sui vettori virali adeno-associati.
Focus su ricerca di base e nuove terapie, i temi al centro del congresso Mitocon.
Nonostante i recenti progressi, per le malattie mitocondriali mancano ancora cure definitive. Nell'ultimo decennio sono emerse terapie che stanno raggiungendo, o hanno già raggiunto, la fase dei trial clinici, con il potenziale di influenzare significativamente il decorso della malattia. Tuttavia, la traduzione di queste nuove terapie sperimentali negli esseri umani è stata messa alla prova dalla eterogeneità clinica e genetica. Attualmente, solo per la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) è disponibile una terapia in grado di rallentare la progressione della malattia. Anche gli studi retrospettivi sulla storia naturale, con il reclutamento di pazienti tramite i registri nazionali e internazionali sono stati fondamentali per approfondire il fenotipo di specifici disturbi. La ricerca di base sta facendo ulteriori passi avanti e rispetto al passato è sempre più importante l’integrazione tra attività di diagnostica e ricerca con il fine ultimo di trovare soluzioni terapeutiche per i pazienti. Lo spiega Valeria Tiranti, Vice Direttrice Scientifica dell’ Istituto “Carlo Besta” di Milano - Nei nostri laboratori abbiamo sviluppato modelli cellulari complessi, derivati dai pazienti, al fine di testare terapie farmacologiche e geniche. Stiamo inoltre lavorando ad approcci terapeutici sperimentali basati sull’utilizzo di nano-particelle e materiali biocompatibili, e di terapia genica precoce, volta a prevenire l’insorgenza di una patologia-.
Nella seconda giornata del Convegno, il mondo della ricerca si confronterà con rappresentanti delle istituzioni ed esperti di sviluppo di farmaci per discutere delle prospettive concrete e delle sfide, cliniche e regolatorie, poste dall’avvento delle terapie avanzate.
Protagonisti anche i Giovani Ricercatori in una sessione interamente dedicata alla presentazione dei loro studi, in linea con una delle priorità dell’Associazione che è quella di contribuire alla crescita e alla formazione d’eccellenza della nuova generazione di medici e ricercatori e garantire al contempo il fisiologico ricambio generazionale.
Focus sulle Neuropatie Ottiche Mitocondriali
Le neuropatie ottiche mitocondriali (MON) sono caratterizzate dal coinvolgimento preferenziale del fascio papillo-maculare (PBM) che porta ad atrofia temporale del nervo ottico e ad una perdita della visione centrale- spiega la dott.ssa Chiara La Morgia dell’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna - Le due principali MON sono la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) causata, nella maggior parte dei casi, da 3 mutazioni primarie del DNA mitocondriale ed ereditata per via materna, con esordio prevalentemente in età giovanile-adulta, e l’Atrofia Ottica Dominante (DOA), malattia che solitamente inizia nell'infanzia e spesso riconosciuta quando il bambino inizia la scuola. Alle neuropatie ottiche di origine mitocondriale sarà dedicato un Simposio per discutere gli aspetti diagnostici, farmacogenomici, terapeutici e di storia naturale.
Focus su intelligenza artificiale e machine learning per migliorare il percorso diagnostico
Nel corso del Convegno, ampio spazio sarà dedicato ad un approfondimento sull’impiego dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi di machine learning nella diagnosi delle malattie mitocondriali e nel monitoraggio dei pazienti. La diagnosi delle malattie mitocondriali è un processo complesso che richiede l’interpretazione esperta dei fenotipi, della storia familiare e delle informazioni biochimiche e istologiche. Questa complessità incide sui tassi di diagnosi e limita l'accesso alla prevenzione e alla corretta gestione della malattia. “Sfruttando l’intelligenza artificiale, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - spiega il prof. Andrea Bandini- abbiamo implementato metodologie di machine learning (ML) che potrebbero rivoluzionare la pratica clinica portando a un miglioramento della cura e della gestione dei pazienti mitocondriali e neurologici, attraverso lo sviluppo di strumenti multimodali e intelligenti per la valutazione clinica a distanza”.
Al tavolo della ricerca anche le persone
Il Convegno Mitocon è storicamente un importante momento di dialogo e confronto tra la comunità scientifica e i pazienti e viceversa. “Mitocon nasceva 17 anni fa con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica ma anche di orientarla – afferma Marco Marmotta, Presidente Mitocon – questo progetto prosegue, non solo con il sostegno costante dell’Associazione alla ricerca scientifica ma anche con una partecipazione attiva dei pazienti ai tavoli scientifici. Solo lavorando insieme possiamo dare le risposte ai pazienti e possiamo tradurre la ricerca scientifica in cura”.
Le malattie mitocondriali, patologie complesse e multisistemiche
Con oltre 350 caratterizzazioni genetiche, le malattie mitocondriali sono tra le malattie metaboliche ereditarie più frequenti. Interessano il funzionamento dei mitocondri, piccoli organelli definiti le “centraline energetiche” della cellula, in quanto responsabili della produzione di energia. In realtà i mitocondri sono responsabili di una serie di processi metabolici molto complessi nonché della biosintesi di alcuni neurotrasmettitori cerebrali. Proprio perché i mitocondri sono presenti in tutti i tessuti e sono responsabili di molteplici funzioni, le malattie mitocondriali sono patologie complesse e multi-sistemiche, che possono insorgere a qualsiasi età con diversi sintomi e gravità. Colpiscono nel mondo una persona su 4.300 e in Italia sono circa 15.000 i pazienti diagnosticati.
MITOCON, l’impegno per la ricerca di una cura per le malattie mitocondriali
Dal 2011 Mitocon ha stanziato oltre 2.200.000 euro al sostegno di progetti di ricerca di base e applicata per migliorare la comprensione dei meccanismi di funzionamento dei mitocondri e sviluppare nuove terapie. Sostiene la ricerca scientifica per rendere concreta la speranza di trovare delle cure definitive e progetti volti a migliorare la qualità della vita delle persone affette da malattie mitocondriali, bambini e adulti, e le loro famiglie. In 17 anni, Mitocon è diventata in Italia il principale elemento di raccordo tra i pazienti, le famiglie, la comunità scientifica, l’industria e le istituzioni.

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16/10/2024
16/10/2024
INCLUSIONE PER TUTTI NEL MONDO DEL LAVORO: L’ISTITUTO BESTA, GRAZIE ALLA JOINT ACTION EUROPEA JACARDI, FORMA LE AZIENDE PER ESSERE PIU’ INCLUSIVE NEI CONFRONTI DELLE PERSONE CON MALATTIE CRONICHE
21 paesi europei si uniscono una delle più grandi iniziative europee volta a cercare soluzioni per la prevenzione e gestione delle malattie cardio e cerebrovascolari e del diabete. Al via a Parigi l’assemblea generale della Joint Action on Cardiovascular Diseases and Diabetes (JACARDI) che conduce 142 progetti pilota per un budget complessivo di 52 milioni di euro grazie all’impegno di 76 istituzioni partner coinvolte.
All’interno del progetto l’Italia ha un ruolo di primaria importanza. L’Istituto Superiore di Sanità è il coordinatore europeo del progetto e ha l’obiettivo di garantire una gestione e un coordinamento efficiente dell’intera Join Action.
L’Istituto Besta entra nel progetto Jacardi con il ruolo di co-leader del Work Package 11, dal titolo “Labour participation of people living with non-communicable diseases (NCDs), in particular with cardiovascular diseases and diabetes”. L’obiettivo è quello di supportare la partecipazione lavorativa delle persone che vivono con malattie non trasmissibili, in particolare con patologie croniche cardio e cerebrovascolari e diabete, identificando i fattori che ne ostacolano la partecipazione lavorativa per trovare soluzioni a livello organizzativo delle aziende, migliorando l’inclusione, l’inserimento, il mantenimento e il ritorno al lavoro.
Nello specifico, l’Istituto Besta svilupperà il corso «Workbox on inclusion and workability: a tool for Managers» di formazione e training sul management delle malattie croniche nel mondo del lavoro dedicatio in primo luogo alle PMI affinché le aziende diventino sempre più inclusive. Verrà dunque sviluppata una piattaforma nella quale saranno disponibili per tutte le aziende italiane materiali didattici su tematiche relative alla workability, inclusività e partecipazione lavorativa, video motivazionali e strumenti di valutazione. Le tematiche del progetto Jacardi vengono proposte anche nel corso di perfezionamento “Disability Manager e Mondo del Lavoro” dell’Università Cattolica di Milano e dell’Istituto Besta, sapendo che almeno 1 lavoratore su 4 ha una condizione di salute che impatta sulla workability.
“Questa assemblea generale di Jacardi coincide con un momento significativo, quello del G7 inclusione e disabilità in cui per la prima volta al mondo i ministri che si occupano di inclusione condivideranno strategie e impegni per contrastare le discriminazioni e garantire per tutti nella quotidianità una piena partecipazione civile e sociale. Attraverso l’esperienza maturata dall’Istituto Besta potremo veramente aiutare le aziende e i manager a portare avanti politiche di inclusioni per le persone con malattie croniche. Il nostro Corso di formazione online potrà partire da gennaio 2025 grazie al contributo di JACARDI” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia. “Se un’azienda vuole dimostrare di essere veramente inclusiva, deve esserlo anche nei confronti di tutti i lavoratori, con e senza malattie croniche, proponendo modifiche in grado di rendere l’ambiente lavorativo adatto ad accogliere qualsiasi persona fragile, sia in modo temporaneo che permanente» - conclude Leonardi.
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16/10/2024
16/10/2024
GUIDA PRATICA ALLA PRENOTAZIONE DI PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE DI PRIMO ACCESSO
È disponibile la guida pratica per la prenotazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale di primo accesso (non di controllo), ovvero per prenotare una visita specialistica o accertamenti diagnostici/indagini strumentali, diffuso da Regione Lombardia. Qui di seguito è possibile trovare tutte le informazioni utili!

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11/09/2024
11/09/2024
CEFALEA CRONICA: NE SOFFRE IL 2% DEGLI ADOLESCENTI
AL CENTRO CEFALEE DELL’ISTITUTO BESTA IMPORTANTI RISULTATI ARRIVANO DA UN APPROCCIO CHE CONSIDERA L’EMICRANIA UN FENOMENO BIO-PSICO-SOCIALE
Sono centinaia i giovani adolescenti che ogni anno arrivano al Centro Cefalee dell’Istituto Neurologico Besta. Ogni lunedì, presso gli ambulatori dell’Istituto, si svolge un’attività clinica specifica dedicata ai più giovani per fornire un inquadramento diagnostico delle diverse forme di cefalea: prevalentemente emicrania e cefalea di tipo tensivo.
Questo tipo di cefalee può assumere una forma cronica che, secondo la letteratura scientifica, interessa il 2% dei giovani. Questi ragazzi lamentano un dolore pressochè quotidiano e che scarsamente risponde ai farmaci antidolorifici che di solito vengono utilizzati: questo perchè il sintomo del dolore spesso assume importanti connotazioni emotive.
Tensione, ansia, senso di inadeguatezza e fatica ad adattarsi alle situazioni sociali sono variabili che spesso determinano l’esordio o il persistere del dolore. Per questo motivo, oggi, nel proporre ai giovani pazienti un’adeguata strategia terapeutica, si tende a considerare l’emicrania come un fenomeno bio-psico-sociale in cui aspetti di tipo biologico sono strettamente connessi ad aspetti di tipo psicoemotivo e anche sociale.
Esistono alcune abitudini di vita – spesso poco osservate dai pazienti e dalle famiglie - che possono influenzare in maniera significativa l’andamento clinico di una forma di cefalea nei più giovani. Avere un’alimentazione regolare evitando di saltare la colazione al mattino, praticare sport o un’attività fisica regolare, e un corretto ritmo sonno veglia sono regole elementari che, se osservate, possono portare ad un miglioramento. Le recenti pubblicazioni che riguardano proprio le abitudini alimentari evidenziano come una regolare alimentazione con una colazione adeguata che prepara alle attività intellettuali della giornata scolastica può ridurre fino al 30 % la frequenza degli episodi di dolore. Anche il ruolo importante della attività fisica è stato confermato nel prevenire situazioni di malattia quali la depressione e il dolore cronico e tutto questo è ben documentato da autori che si sono impegnati con progetti di ricerca rigorosi che confermano come l’attività fisica possa sostituire la terapia farmacologica o anche la psicoterapia per la depressione con miglioramenti molto significativi degli indici di dolore e di depressione. Anche l’attività fisica può sostenere il miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione del caso dell’emicrania. Secondo lo studio “Exercise for the treatment of depression” BMJ. 2024 . L’attività fisica può sostenere un miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione nel caso della emicrania con risultati significativi in termini di riduzione frequenza e intensità degli attacchi fino al 25-30% e un miglioramento della disabilità indotta dalla condizione di malattia fino al 40%.
Spesso poi ci si dimentica di considerare l’ambiente in cui vivono i ragazzi: dalle situazioni conflittuali in famiglia, alle criticità vissute in ambiente scolastico che possono rendere gli adolescenti più vulnerabili, fragili e più facilmente esposti a manifestare con il “mal di testa” un disagio emotivo che non è riconosciuto in modo consapevole. “Il sintomo cefalea è molto diffuso e esprime un disagio spesso misconosciuto o sottovalutato e noi clinici pensiamo che il farmaco sia la sola soluzione, ma in molti casi non è così” – spiega la dottoressa Licia Grazzi, Responsabile SS Centro Cefalee - Neurologia 3 dell’Istituto Neurologico Besta. “Accostare alle terapie farmacologiche approcci che modificano il comportamento può essere la manovra vincente. È quindi importante educare i giovani e le loro famiglie alla pazienza e a coltivare le proprie risorse interiori per superare un momento difficile. Affrontare il dolore è un elemento imprescindibile in un corretto progetto di terapia e può prevenire condizioni di malattia come cefalea ed emicrania”.
In altre parole, secondo gli esperti del Centro Cefalee dell’Istituto Besta, occorre incoraggiare approcci di terapia multidisciplinare che rinforzino comportamenti corretti e stili di vita adeguati per favorire la salute del cervello. A questo proposito anche le nuove tecnologie giocano un ruolo importante. Le piattaforme di terapia comportamentale online, o la mindfulness praticata in presenza o online hanno permesso di continuare a seguire pazienti adulti e giovani nei loro programmi di terapia. Al Centro Cefalee del Besta la pratica di mindfulness viene associata a terapie con un miglioramento clinico significativo che tende a perdurare nel tempo arrivando a riduzioni del 50% della frequenza degli episodi di emicrania nei ragazzi che dimostrano un’adesione positiva al trattamento.
“I clinici che si occupano dei pazienti con cefalea ed emicrania possono davvero fare prevenzione in questo ambito partendo da istruzioni semplici e che fanno parte di una strategia terapeutica. Spesso queste semplici accortezze possono favorire un miglioramento significativo in termini di frequenza e intensità del dolore riducendo l’utilizzo delle terapie farmacologiche che rimangono di grande aiuto per situazioni specifiche e di elevato impatto clinico” – conclude Grazzi.

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09/09/2024
09/09/2024
Avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
Di seguito è possibile consultare l'avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
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06/09/2024
06/09/2024
SINDROME DI LEIGH: RICERCATORI DEL BESTA AL LAVORO PER SVILUPPARE UNA TERAPIA FARMACOLOGICA NEONATALE E UNA TERAPIA GENICA FETALE IN UTERO
Il progetto vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon ha ricevuto un finanziamento di 240mila euro e avrà durata biennale
Sviluppare una terapia farmacologica neonatale e una terapia genica fetale in utero per la sindrome di Leigh. È questo l’ambizioso progetto coordinato dal Dott. Dario Brunetti, Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano e Principal Investigator presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta, vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon che ha selezionato 22 progetti di ricerca in tutta Italia dedicati alle malattie genetiche rare. Il progetto ha ricevuto un finanziamento pari a 240mila euro e avrà una durata biennale. Allo studio parteciperanno anche le dott.sse Alessia Di Donfrancesco e Alessia Adelizzi, insieme al dr. Ivano Di Meo e alla dott.ssa Valeria Tiranti dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.
La sindrome di Leigh (LS) è una delle malattie mitocondriali più frequenti dell’età pediatrica che colpisce 1 su 36 mila nuovi nati. Si tratta di una malattia neuro-metabolica che interessa il sistema nervoso centrale e in particolare il tronco cerebrale e il cervelletto. I bambini colpiti presentano un progressivo ritardo dello sviluppo psicomotorio e disabilità neuromuscolari, che portano alla morte del paziente nei primi tre anni di vita.
Una delle cause principali di questa malattia è la mutazione del gene SURF1, coinvolto nel corretto funzionamento dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula.
I recenti studi condotti dal gruppo di ricerca del Dott. Brunetti e dal gruppo del Prof. Alessandro Prigione dell’Università di Dusseldorf hanno permesso di capire come le mutazioni di SURF1 impattano negativamente sul neurosviluppo causando un blocco metabolico della cellula che ostacola il corretto differenziamento dei neuroni. Da qui l’intuizione che, un intervento terapeutico mirato e molto precoce o un approccio di terapia genica fetale, possano rappresentare una strategia promettente per contrastare lo sviluppo di questa patologia. Grazie al progetto finanziato da Telethon saranno quindi studiati questi due approcci terapeutici con ricerche condotte sul modello suino di sindrome di Leigh. Nel caso della terapia farmacologica si proverà a testare una classe di farmaci inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5I), che hanno dato risposte positive in una sperimentazione europea fatta su modelli in vitro, con l’obiettivo di ripristinare il metabolismo cellulare durante lo sviluppo neurologico postnatale.
La terapia genica fetale da somministrare in utero, sviluppata dal Dott. Brunetti assieme al Professor Nicola Persico (assistito dalle dott.sse Simona Boito e Anastasia Giri), chirurgo fetale dell’Ospedale Policlinico e docente di Ostetricia e Ginecologia del Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano, si propone di risolvere il deficit genetico alla radice reinserendo la versione corretta del gene difettoso nel feto prima della nascita tramite iniezione eco-guidata in utero. La scelta di intervenire durante la fase fetale offre molti vantaggi rispetto alla terapia genica postnatale in quanto è possibile correggere il difetto genetico prima che si instaurino i processi patologici irreversibili, si sfrutta una fase dello sviluppo in cui la Barriera Emato Encefalica è ancora permeabile, permettendo un miglior delivery del gene terapeutico nel sistema nervoso centrale, il sistema immunitario immaturo e le ridotte dimensioni fetali permettono una riduzione della dose di virus da utilizzare, limitando i costi.
L’approccio mininvasivo di Terapia Genica Fetale in Utero ha il potenziale di poter esser facilmente traslato sulle donne gravide per trattare tantissime malattie genetiche. Pochi gruppi al mondo stanno lavorando su questa tecnica innovativa, che conferma l’eccellenza dei due centri ospedalieri milanesi (Istituto Besta e Policlinico) e il livello di avanguardia dell’Università degli studi di Milano.
“Lo sviluppo preclinico di una nuova strategia terapeutica per una malattia rara rappresenta un passaggio importante verso la traslazione della futura terapia sui pazienti. In particolar modo quando viene condotta su un Large Animal Model (il suino) vista la maggior vicinanza all’uomo sia in termini anatomici che metabolici. Spesso, come nel nostro caso ci si arriva dopo anni di ricerche condotte in modelli più semplici (cellule e topi) e grazie al contributo di tanti colleghi che ogni giorno con il proprio lavoro hanno aggiunto un nuovo tassello di conoscenza sui meccanismi di questa malattia. Vincere un bando Telethon è sempre una bella emozione visto l’altissimo livello di competizione. È una vittoria che condivido con tutti i colleghi coinvolti in questo studio multidisciplinare che vede coinvolti biologi, ginecologi e veterinari” – sottolinea il ricercatore Dario Brunetti.
La generazione nelle scrofe delle gravidanze con embrioni portatori della Sindrome di Leigh che verranno usati per la terapia genica in utero, è svolta presso lo stabulario autorizzato di Avantea a Cremona dal Dr. Roberto Duchi assistito dal Dr. Andrea Perota, dalla dr.ssa Maria Barandalla e dal dr. Marco Scaglia.

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31/07/2024
31/07/2024
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ: IL PROF GIUSEPPE LAURIA PINTER NOMINATO ESPERTO IN SENO AL COMITATO SCIENTIFICO
La Conferenza Unificata della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha nominato il Prof. Giuseppe Lauria Pinter tra gli esperti in seno al Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, l’ente che svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica.
La nomina del Professor Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, è avvenuta in seguito alla comunicazione da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 12 luglio 2024. Lauria Pinter è stato designato per il suo percorso formativo e professionale in ambito neurologico e per la sua ricca produzione scientifica.
“Sono onorato per il conferimento di questo importante ruolo” – commenta il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta. “L’Istituto superiore di sanità è un ente di fondamentale importanza per la salute pubblica del nostro Paese, un ente che guarda sempre al futuro dell’assistenza e dell’organizzazione sanitaria affinché sia equa e di qualità per tutti i cittadini. A favore di questo obbiettivo metterò a disposizione le mie conoscenze e la mia esperienza nel settore delle neuroscienze”.

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22/07/2024
22/07/2024
WORLD BRAIN DAY: LA SALUTE DEL CERVELLO VA COLTIVATA OGNI GIORNO
ATTRAVERSO UN CORRETTO STILE DI VITA E COLTIVANDO LE RELAZIONI SOCIALI SI PUO’ FARE PREVENZIONE SU MOLTE MALATTIE NEUROLOGICHE
Il 22 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del cervello. Il tema scelto quest’anno è “prevenzione e salute del cervello”. Si tratta di una riflessione molto importante che la Federazione Mondiale di Neurologia, assieme a tutte le grandi associazioni di neurologia e neuroriabilitazione mondiali, ha deciso di portare come priorità per sensibilizzare non solo le persone che si trovano ad affrontare una malattia che riguarda il nostro organo più complesso, ma tutti i cittadini. Spetta quindi ad ogni persona il delicato compito di aver cura del proprio cervello e di prestarvi particolare attenzione proprio come ci invita a fare il World Brain Day.
“La salute del cervello va intesa come una qualcosa che dobbiamo imparare a considerare ogni giorno, coltivandola. Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica e coltivare le relazioni sociali, sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello. Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi imparare a gestire e prevenire quei fattori che possono portare danno al proprio cervello è un esercizio che ognuno di noi può fare con semplicità. Questo è il grande messaggio di questa giornata, un messaggio che viene diffuso contemporaneamente da tutti i neurologi in tutti i Paesi nel mondo e anche dal nostro istituto. Occupatevi del vostro cervello, noi neurologi siamo qui per aiutarvi a farlo” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia.

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14/05/2025
15/05/2025
PREMIO NAZIONALE “TOMMASO CARACENI” PER LA RICERCA SUL PARKINSON E DISORDINI DEL MOVIMENTO - BANDO 2025
REQUISITI DI AMMISSIONE:
Possono fare domanda medici, biologi, biotecnologi, genetisti e ogni altra figura professionale in ambito biomedico, con età inferiore ai 36 anni, esclusi 6 mesi di congedo parentale per ogni figlio, al momento della scadenza del presente bando.
Gli aspiranti al premio dovranno trasmettere la propria candidatura utilizzando l’Application Form allegato al presente bando.
La domanda dovrà essere redatta in lingua inglese e dovrà pervenire all’indirizzo email ufficioricerca@istituto-besta.it indicando nell'oggetto la seguente dicitura: PREMIO NAZIONALE “TOMMASO CARACENI” - 2025.
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16/01/2023
29/08/2024
Avviso pubblico aggiornamento elenco avvocati liberi professionisti
Avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati liberi professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio

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07/04/2025
04/04/2025
GIORNATA MONDIALE DELLA SALUTE. IL 10 APRILE L’ISTITUTO BESTA ORGANIZZA UN EVENTO DEDICATO AI BENEFICI DELLA MINDFULNESS
In occasione della Giornata Mondiale della Salute, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza giovedì 10 aprile a partire dalle 17.30 un evento pubblico dedicato ai benefici della Mindfulness nel favorire il benessere emotivo e una vita sana.
Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming collegandosi al link di seguito.
Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire anche essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica, il coltivare le relazioni sociali sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello.
Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi una bna ed equilibrata vita emotiva promuove una buona salute fisica. È questa la riflessione che l’Istituto Besta porta in occasione della Giornata Mondiale della Salute alla quale seguirà un approfondimento dedicato alla Mindfulness e agli stili di vita sani.
La mindufulness è una pratica di meditazione antichissima, che insegna a prestare attenzione al “qui e ora” e ad “accettare tutto quello che arriva, sensazioni, pensieri, reazioni, in maniera non giudicante e accogliente” secondo la definizione data da J Kabat Zinn, il ricercatore e clinico statunitense della Harvard Medical School, vero pioniere della applicazione della mindfulness in ambito clinico.
La pratica rende i pazienti più consapevoli della loro condizione clinica e può renderli partecipi del loro processo di recupero; cambia l’atteggiamento del paziente che da recipiente passivo diventa parte attiva della strategia terapeutica e questo comporta un potenziamento della efficacia delle terapie farmacologiche impostate.
Ma non solo, la mindfulness può portare benefici nella vita di tutte le persone, a partire dalla riduzione dello stress, al miglioramento del benessere psicologico, aumento dell’autostima e un miglioramento di comportamenti legati alla salute. Al termine dell’incontro la dottoressa Licia Grazzi e la dottoressa Fabia Schoss guideranno una sessione di mindfulness dedicata a tutti i partecipanti.
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27/03/2025
27/03/2025
GIORNATA MONDIALE SULL’AUTISMO: IN ITALIA 1 BAMBINO SU 70 SOFFRE DI UN DISTURBO DELLO SPETTRO AUTISTICO
ALL’ISITITUTO BESTA UNA GIORNATA PER GUARDARE AL FUTURO CON LE NOVITA’ DELLA RICERCA, L’IMPORTANZA DELLA DIAGNOSI PRECOCE E DELL’ASSISTENZA AI PAZIENTI
In occasione della 18° Giornata Mondiale di Consapevolezza dell’Autismo, l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza il 2 aprile a partire dalle ore 10.00 presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11) una giornata di divulgazione in cui medici, familiari e associazioni delle famiglie potranno confrontarsi su temi molto importanti: dall’importanza della diagnosi precoce, all’assistenza dei pazienti fino alle novità in ambito di ricerca scientifica. Durante l’incontro alcuni “Amici del Besta” testimonieranno con dei video il loro sostegno all’Istituto e lo scrittore Donato Carrisi condividerà con i presenti una sua performance artistica.
I disturbi dello spettro autistico sono una condizione molto eterogenea caratterizzata dalla comparsa precoce in un bambino di una difficoltà nella comunicazione e dell’interazione sociale e di comportamenti ripetitivi e interessi ristretti. I dati epidemiologici internazionali e nazionali dimostrano come i numeri siano nettamente in aumento. In un recente studio americano si parla di una prevalenza di 1 bambino su 36, mentre se si restringe la lente di osservazione all’Italia, la casistica rimane comunque alta: intorno a 1 bambino su 70. L’aumento dell’incidenza è dovuto a diversi fattori: in primis una maggiore sensibilizzazione al problema, per cui vengono diagnosticati anche bambini che presentano quadri molto più sfumati. Si tratta di un’importante destigmatizzazione rispetto a una patologia che oggi viene affrontata dalla società con una diversa prospettiva. L’autismo è un modello di cause multifattoriale, in cui cause genetiche si intersecano a fattori ambientali. Una gravidanza a rischio o un’età genitoriale avanzata al momento del concepimento, esposizioni a tossici in gravidanza (come ad esempio le microplastiche), possono determinare un’alterazione genetica nel bambino.
In questo scenario la diagnosi precoce è essenziale per intervenire in modo repentino, sostenere lo sviluppo del bambino e impostare un percorso terapeutico mirato. Proprio in questo ambito il nostro Istituto ha partecipato nel 2024, insieme ad altri IRCCS e all’Istituto Superiore di Sanità, al gruppo di lavoro di esperti istituito dal Ministero della Salute con l’obiettivo di valutare le indicazioni all’intervento comportamentale.
Durante l’evento saranno presentati i risultati di WIN4ASD, la piattaforma informatica di Regione Lombardia messa a disposizione di tutti i Pediatri di Famiglia e di tutti i servizi di Neuropsichiatria Infantile con l'obiettivo di facilitare l’individuazione precoce dei soggetti a rischio di Disturbo dello Spettro Autistico entro i 18 mesi di vita del bambino. Grazie alla piattaforma attiva dal 2023 sono arrivati all’Istituto Besta, che è uno dei centri sovrazonali dove vengono presi in carico i casi più complessi, oltre 70 bambini.
L’evento sarà anche l’occasione per fare il punto sulle prospettive della ricerca scientifica. In particolare, l’Istituto Besta, grazie ai fondi del PNRR, sta portando avanti un importante progetto di ricerca che ha lo scopo di individuare possibili trattamenti terapeutici, a partire dagli studi cellulari. “L’idea di questo studio nasce da un lavoro che ci vede a fianco della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo Padre Pio con cui abbiamo identificato un possibile target terapeutico per una sindrome genetica con autismo: quella di Smith-Magenis. Attraverso questo nuovo progetto di ricerca vogliamo cercare di espandere questo modello alle forme di autismo non sindromico. Saranno valutati 100 pazienti di cui 80 con autismo non sindromico e 20 con autismo sindromico. Attraverso un prelievo di sangue nei pazienti che parteciperanno allo studio e il loro controllo di confronto – un fratello o un genitore sano - riprogrammeremo la cellula staminale per poi derivare in vitro il neurone e effettuare studi su DNA, RNA, proteine, zuccheri e lipidi intracellulari. L’obiettivo è quello di comprendere se vi sono differenze tra il soggetto autistico e il controllo e di identificare biomarcatori che potrebbero diventare bersagli terapeutici” – spiega il dott. Stefano D’Arrigo, Neuropsichiatra Infantile, SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico dell’Istituto Besta.
Un’altra area di ricerca riguarda il ruolo del microbiota intestinale nei disturbi dello spettro autistico che vede la collaborazione tra l’Istituto Besta e Humanitas grazie al progetto sviluppato con la Professoressa Maria Rescigno, tra i massimi esperti mondiali di microbiota. Dalla letteratura scientifica è noto l’asse che lega cervello e intestino. L’alterazione della flora batterica può determinare una modifica della permeabilità della membrana intestinale e creare un’infiammazione capace di determinare una alterazione dello sviluppo neuronale precoce in soggetti geneticamente predisposti. Questo è un altro esempio di fattore ambientale che si interseca a una causa genetica. L’idea da cui parte lo studio è che, rimodulando il microbiota intestinale di un bambino con disturbo dello spettro autistico, si possano avere dei miglioramenti, non solo per i sintomi gastroenterici che spesso presentano, ma anche per quello che riguarda le alterazioni della sfera comportamentale e interazionale.
Programma dell’evento:
18° GIORNATA MONDIALE DELL’AUTISMO AL BESTA
Assistenza, ricerca, cura
Mercoledì 2 Aprile 2025
10:00-13:00
Biblioteca Scientifica “Renato Boeri”
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Via Celoria, 11 - Milano
Saluti introduttivi
On. Marcello Gemmato
Sottosegretario di Stato alla Salute
Attilio Fontana
Presidente, Regione Lombardia
Mario Melazzini
Direttore Generale Welfare, Regione Lombardia
Raffaella Turatto
Comitato Uniti per l'Autismo
Lodovico Barassi
Presidente Fondazione Mariani
Marta Marsilio
Presidente, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Angelo Cordone
Direttore Generale, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Giuseppe Lauria Pinter
Direttore Scientifico, Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Il saluto di alcuni amici del Besta
FC Internazionale Milano
Elio
Donato Carrisi
Il Progetto Regionale Autismo
Introduce Ivan Limosani, Coordinatore Cabina di Regia Disturbi Spettro Autistico, Direzione Generale Welfare, Regione Lombardia
Esperienza della rete curante per la diagnosi precoce
Paola Colombo
Coordinatrice SmartLab - Associazione La Nostra Famiglia IRCCS Eugenio Medea, Bosisio Parini
Il ruolo dei centri sovrazonali: la valutazione clinica, strumentale e genetica dei casi complessi
Sara Bulgheroni, Arianna De Laurentiis, Claudia Ciaccio
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
La Ricerca sull’autismo al Besta
Profilo omico nell’autismo (Automic): dagli studi cellulari ai trattamenti futuri (Progetto PNRR)
Stefano D'Arrigo
SSD Sindromi Genetiche con disabilità intellettiva e disturbi dello spettro autistico
Centro Fondazione Mariani per lo studio disordini del neurosviluppo
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta
Microbiota intestinale e disturbi dello spettro autistico: quale legame?
Maria Rescigno
Professore Ordinario di Patologia Generale
Humanitas University
Le domande delle famiglie ai medici e psicologi del Besta

Ultime notizie
26/03/2025
26/03/2025
ISTITUTO BESTA: NASCE VISON@BESTA, LA PIATTAFORMA DI MICROSCOPIA 3D CHE TRACCIA IL FUTURO DELLE NEUROSCIENZE
La presentazione in occasione dell’evento scientifico VISION@BESTA: “Under the Light of Volume Electron Microscopy” che sancisce la partnership quinquennale con Zeiss Microscopy
Milano, 26 marzo 2025 - L’Istituto Besta inaugura la Facility di imaging Vision@Besta con una giornata dedicata alla microscopia correlativa di volume. La facility è dotata di una piattaforma di microscopia correlativa Zeiss di ultima generazione che permetterà di analizzare campioni di tessuto integrando informazioni che per lungo tempo sono state oggetto esclusivo della microscopia ottica o elettronica. La stazione mette in dialogo un microscopio ottico a super-risoluzione, LSM980-Airyscan, e uno elettronico, Volutome, con una postazione di analisi di immagine e ricostruzione tridimensionale potenziata con intelligenza artificiale. Questa combinazione permette di analizzare con enorme dettaglio cellule e tessuti, dalle interconnessioni cellulari fino alla struttura più fine dei singoli organelli. Un avanzamento straordinario nel settore dell’imaging cellulare che contribuisce a trovare risposte fondamentali a complessi quesiti che si possono tradurre in scoperte a favore della medicina personalizzata.
La nuova stazione di microscopia del Besta, acquistata grazie all’importante sostegno della Fondazione ICO Falck, è stata ufficialmente presentata in occasione del convegno scientifico “VISION@BESTA: Under the Light of Volume Electron Microscopy”. Durante i lavori è stata annunciata la partnership quinquennale tra l’Istituto Besta e Zeiss Microscopy. La collaborazione ha l’obiettivo di sviluppare progetti comuni nell’ambito della ricerca legata alle Neuroscienze utilizzando la microscopia 3D. Inoltre, Zeiss garantirà un supporto di assistenza tecnica altamente specializzata e una formazione continua ai ricercatori del Besta erogata da un team di esperti nazionali e internazionali. La partnership rafforzerà anche il networking dell’Istituto grazie all’ingresso nella rete di laboratori partner Zeiss nell’ambito della microscopia di Volume applicata alle Neuroscienze.
“Siamo orgogliosi di inaugurare la facility di imaging Vision@Besta che vanta delle macchine totalmente all’avanguardia al servizio delle neuroscienze. In una prima fase i microscopi saranno a disposizione dei gruppi interni all’Istituto. I ricercatori, opportunamente guidati e supportati nell’utilizzo della stazione di microscopia, potranno sviluppare i loro progetti. Non appena la facility entrerà a regime, l’idea è quella di sviluppare collaborazioni scientifiche con altri istituti di ricerca per sviluppare progetti applicabili alla ricerca preclinica e, in un futuro, alla diagnostica e alla terapia” – sottolinea il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.

Ultime notizie
18/02/2025
18/02/2025
GIORNATA MONDIALE MALATTIE RARE: AL BESTA L'EVENTO SU RICERCA, PRESA IN CARICO DEL PAZIENTE E SOSTENIBILITÀ DELLE CURE
In occasione della Giornata Mondiale delle Malattie Rare l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza un importante appuntamento dedicato ai pazienti, ai familiari, agli operatori medici e sociali per fare il punto sulla ricerca e la presa in carico dei pazienti affetti da malattie rare.
L’evento, in programma venerdì 28 febbraio a partire dalle 8.30, si svolgerà presso la Biblioteca Scientifica Renato Boeri (Via Celoria, 11).
Saranno presentate le attività di ricerca e terapia per le malattie neurologiche rare, con un particolare accento sul tema della transizione della cura e sulle necessità e criticità della presa in carico di patologie particolarmente disabilitanti. Inoltre sarà arricchito dagli interventi di ospiti illustri per ampliare la visione ai temi dell’accessibilità alla salute per i malati rari all’interno del SSN, della sostenibilità economico-sociale delle nuove tecnologie diagnostiche e delle nuove terapie.
Considerate singolarmente le malattie rare sono decisamente infrequenti, ma se prese tutte insieme costituiscono un fenomeno molto rilevante. In Italia attualmente si stimano circa 2 milioni di malati rari. Di questi la maggior parte è affetta da malattie di competenza neurologica che causano malformazioni, compromissione e degenerazione dello sviluppo cerebrale, dei muscoli e dei nervi, determinando disabilità sin dall’infanzia. L’Istituto Neurologico Besta si occupa da sempre di malattie rare dell’infanzia e dell’età adulta attraverso un approccio globale che parte dalla diagnosi, comprende l’assistenza e la cura, senza tralasciare lo sviluppo della ricerca.
Ad oggi per la maggior parte di queste patologie non esistono cure risolutive, quindi investire nella ricerca è fondamentale, perché – solo identificando i meccanismi che determinano ciascuna malattia – si possono studiare terapie specifiche per ogni paziente. L’Istituto Besta sta portando avanti diversi trial clinici, che anche nel caso delle malattie rare, rappresentano lo strumento metodologico per comprendere se un nuovo farmaco applicato all’uomo può definirsi sicuro ed efficace.
“Le malattie rare hanno la caratteristica di essere estremamente complesse” - sottolinea la Dott.ssa Isabella Moroni, Neuropsichiatra Infantile dell’Istituto Besta” e per questo necessitano di un approccio sistemico che non si limita alle mura del nostro Istituto, ma che ci vede coinvolti in network nazionali e internazionali per condividere e accrescere le conoscenze che ci auguriamo possano aumentare nel prossimo futuro e consentire una qualità di vita migliore per i pazienti e le loro famiglie”.

Ultime notizie
07/02/2025
07/02/2025
Bando Servizio Civile Universale - Progetto "Informacancro" 2025
Anche nel 2025, nell'ambito del progetto di Servizio Civile "Informacancro" di Aimac in partenariato con FAVO, saranno selezionati 2 giovani tra i 18 e i 28 anni che svolgeranno presso la Biblioteca Scientifica e l'annesso Punto Informativo della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta", attività di ascolto, accoglienza e orientamento ai malati oncologici e a chi sta loro vicino, fornendo informazioni personalizzate su malattia, trattamenti, accesso ai benefici previsti dalle leggi.
Gli aspiranti operatori volontari dovranno produrre domanda di partecipazione online - accesso con credenziali SPID - indirizzata direttamente all'ente che realizza il progetto prescelto (Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"), esclusivamente attraverso la piattaforma DOL, raggiungibile tramite PC, tablet e smartphone all'indirizzo: https://domandaonline.serviziocivile.it
La scandenza è stata posticipata al 27 febbraio 2025, ore 14.00.
Un curriculum con indirizzo di studio in psicologia o in discipline umanistiche alle scienze dell'informazione e comunicazione, una particolare sensibilità verso le tematiche di solidarietà sociale, cooperazione e promozione alla salute sono requisiti preferenziali per la selezione.
L'inizio del servizio è previsto a settembre 2025 per 12 mesi con un impegno di 25 ore settimanali (dal lunedì al venerdì per 5 ore al giorno) e un contributo mensile (€ 507,30) a cui seguirà della formazione specifica con un cospicuo numero di ore obbligatorie (pena l'esclusione dal progetto). La formazione sarà intensiva e residenziale, anche fuori dal comune in cui si svolge il servizio e in parte anche online.
Sui siti internet del Dipartimento di Servizio Civile e di FAVO sono disponibili:
- Guida per la compilazione e la presentazione della Domanda on line con la piattaforma DOL, www.politichegiovanilieserviziocivile.gov.it e www.scelgoilserviziocivile.gov.it
- Scheda sintetica del progetto www.favo.it/servizio-civile/informacancro e www.aimac.it
Per ulteriori informazioni www.istituto-besta.it e per contatti telefonici:
Dott.ssa Alessandra Atterrato
Referente Document Delivery
Biblioteca Scientifica "Renato Boeri"
Fondazione IRCCS Istituto Neurologico "Carlo Besta"
Via Celoria, 11 - 20133 Milano
Tel Biblioteca 02/23942339
Email: alessandra.atterrato@istituto-besta.it

Ultime notizie
10/02/2025
10/02/2025
GIORNATA INTERNAZIONALE PER L'EPILESSIA
Il 10 febbraio si celebra la giornata internazionale per l'epilessia, malattia che colpisce oltre 50 milioni di persone in tutto il mondo e su cui ancora oggi gravano molti pregiudizi. Ne parliamo con la Dottoressa Laura Canafoglia, Neurologa responsabile della Struttura Semplice Diagnostica Epilettologica Integrata dell’Istituto Neurologico Carlo Besta e coordinatrice della Sezione regionale Lombardia della Lega Italiana contro l’Epilessia (LICE).
L’epilessia è una malattia neurologica che si esprime in forme molto diverse. È più corretto parlare di epilessie al plurale?
Assolutamente sì. L’epilessia è molto varia nei pazienti e la prima distinzione da fare è quella tra forme generalizzate e forme focali. Le forme generalizzate coinvolgono fin dall’inizio entrambi gli emisferi cerebrali e sono caratterizzate da quelle che chiamiamo crisi di assenza, tipiche soprattutto dell’età infantile. Esistono poi crisi epilettiche generalizzate, più intense, chiamate tonico-cloniche in cui il paziente perde conoscenza improvvisamente e può cadere anche a terra con successive scosse in tutto il corpo. Alla crisi di solito segue un periodo di confusione particolarmente lungo.
Le crisi focali, invece, sono più comuni nell’età adulta e iniziano in una zona circoscritta del cervello e – in alcuni casi – si propagano ad altre aree cerebrali. Possono essere sintomatiche o non sintomatiche. Nella maggior parte dei casi le crisi si verificano all’improvviso, ma in altri vengono preavvertite dal soggetto sottoforma di sensazioni particolari. Di solito i pazienti perdono consapevolezza (awareness), ma spesso non si verifica un completo blocco motorio e psichico e il corpo continua a muoversi con automatismi. Questo fenomeno può terminare con una fase post-critica breve oppure può complicarsi evolvendo in una crisi tonico-clonica bilaterale simile alla forma di epilessia generalizzata.
Come si cura l’epilessia?
Il primo approccio alla cura dell’epilessia è di tipo farmacologico, basato quindi sull’utilizzo di farmaci specifici (anticrisi). Nonostante l’obiettivo della ricerca farmacologica applicata alla clinica rimanga quello di riuscire a trovare il farmaco anticrisi ideale, quelli attualmente in commercio danno buoni risultati con un 70% dei pazienti che risponde positivamente alla terapia. Esiste poi una percentuale di pazienti farmacoresistenti per i quali vengono prese in considerazione altre modalità di cura, come ad esempio il trattamento chirurgico (chirurgia dell’epilessia) – utilizzato tipicamente nell’epilessia temporale - che può portare alla guarigione in più del 90% dei casi. Non tutti i pazienti però possono essere operati. Occorre definire la zona di origine delle crisi e, una volta individuata, valutare se è possibile procedere con la chirurgia. Talvolta l’area dove ha origine la crisi costituisce un’area importante e insostituibile del cervello e quindi non consente di procedere all’asportazione chirurgica di quel gruppo di neuroni che dà origine all’epilessia.
In quali direzioni sta andando la ricerca farmacologica?
Gli studi in campo genetico, grazie all’avanzamento della tecnologia, ci stanno aiutando a classificare meglio l’epilessia identificandone in maniera più precisa le cause. Questo, con ogni buona possibilità, ci permetterà di curare alcune forme di epilessia agendo proprio sulla loro causa. Un altro filone di ricerca riguarda le forme di epilessia immunomediate, ossia forme conseguenti a patologia immunologica. Anche in questo caso si è al lavoro per identificare dei marcatori che consentano di riuscire a curare l’epilessia tramite l’utilizzo di terapie immunomodulanti. Un’altra frontiera di ricerca – che si rivolge soprattutto a quei pazienti che non rispondono ai farmaci e allo stesso tempo non possono sottoporsi alla chirurgia – riguarda tecniche di neuromodulazione con l’applicazione di speciali dispostivi di stimolazione cerebrale profonda che potrebbero portare ad una riduzione delle crisi.
La fase di assistenza ai pazienti che presentano una crisi in un contesto pubblico è fondamentale, ma molto spesso le persone hanno paura e si trovano impreparate. Che consigli possiamo dare loro?
Se si sa come agire non si deve aver paura di una crisi epilettica. In primis consigliamo di cercare di restare calmi. Agitazione e panico sono da evitare. Se possibile suggeriamo di posizionare sotto al capo del paziente qualcosa di morbido per escludere che si faccia male ed evitare che si verifichi un trauma cranico. Se le condizioni lo consentono è sempre bene girare la persona sul fianco per far defluire meglio i liquidi dalla bocca ed evitare che la lingua vada all’indietro. È importante non inserire oggetti nella bocca poiché, se si verifica una crisi, il paziente tende a stringerla e - una sua forzatura - potrebbe essere pericolosa, sia per l’articolazione mandibolare del paziente stesso, sia per le persone che intervengono. La cosa più importante è non costringere, fermare o bloccare una persona, ma vigilare su di essa affinché non si faccia male e offrire il proprio aiuto quando la crisi finisce. Nel caso in cui la crisi durasse più di cinque minuti è importante chiamare subito un’ambulanza.
Quanto è importante sensibilizzare l’opinione pubblica sulla malattia?
Sensibilizzare i cittadini rispetto all’epilessia è fondamentale perché la malattia presenta un aspetto sociale molto rilevante. Questa patologia è spesso associata ad una sindrome ansioso-depressiva dovuta all’incertezza di non sapere quando ad esempio può verificarsi una crisi. Siamo felici che, proprio in occasione della giornata internazionale dell’epilessia, Palazzo Lombardia sarà illuminato per 4 ore di viola che è il colore simbolo di questa malattia. Il viola è il colore più complesso della scala cromatica e simboleggia il desiderio di stringere un legame abbattendo lo stigma e il pregiudizio nei confronti dell’epilessia. Ma non solo, in alcuni ospedali della Regione, grazie all’impegno della società scientifica LICE, saranno istallate delle panchine viola. Un invito a sedersi per ascoltare e comprendere ancora più profondamente le sfide quotidiane vissute dai pazienti con epilessia e dalle loro famiglie. Dalla fase di ascolto può nascere la speranza di un cambiamento, simboleggiata nella locandina della giornata internazionale dal battito di ali delle farfalle.

Ultime notizie
03/02/2025
03/02/2025
World Cancer Day: il Besta studia terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma
Il 4 febbraio si celebra in tutto il mondo il World Cancer Day, la giornata promossa dalla UICC - Union for International Cancer Control e sostenuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per sensibilizzare l'opinione pubblica sul cancro.
Abbiamo chiesto alla dottoressa Serena Pellegatta, Responsabile della Struttura Semplice di Immunoterapia dei tumori cerebrali dell’Istituto Besta di raccontare i progressi delle terapie innovative basate sulle potenzialità del sistema immunitario nel trattamento del glioblastoma, uno dei tumori cerebrali più aggressivi.
Il nostro Istituto è impegnato da anni nel cercare di educare il sistema immunitario a riconoscere ed sconfiggere efficacemente le cellule di glioblastoma, un tumore che ancora oggi purtroppo ha una prognosi infausta. Attualmente stiamo puntando su una forma innovativa di immunoterapia che utilizza i linfociti dei pazienti come mezzo per eliminare in maniera mirata e specifica le cellule tumorali. Abbiamo scoperto che i linfociti che infiltrano tumore (tumor infiltrating lymphocytes – TILs) hanno l’opportunità di incontrare, riconoscere e conservare una memoria specifica delle cellule tumorali ed eventualmente delle loro mutazioni. In altre parole, i linfociti, una volta isolati, ci offrono una fotografia di com’è il tumore. Ad oggi abbiamo imparato molto bene ad isolare i linfociti che infiltrano la massa tumorale e siamo in grado di riattivarli ed espanderli in laboratorio per una potenziale re-infusione nel paziente. Il problema è che il glioblastoma – come altri tumori solidi – sfrutta una serie di escamotage per sfuggire alla capacità del sistema immunitario e dei linfociti.
Che tipo di escamotage?
Il glioblastoma agisce nel cosiddetto microambiente tumorale che è costituito da cellule immunitarie, per lo più macrofagi, che iniziano a “collaborare” con il tumore per inibire la risposta dei linfociti. In questo sistema così soppressivo i linfociti vengono confusi e si esauriscono (exausting) e pur di non andare incontro a morte si arrendono all’ambiente immunosoppressivo. Il nostro compito – quindi – diventa quello di rinvigorirli identificando quei linfociti che possono essere riutilizzati per un eventuale approccio terapeutico, da quelli definitivamente esausti. Ciò è reso possibile grazie alle tecnologie innovative introdotte da un paio di anni – le Omics – che ci permettono di scrutare le singole cellule nel loro assetto più interno del loro codice genetico. Non mi riferisco soltanto alle cellule tumorali, ma anche a quelle del microambiente e dell’ecosistema che collabora con il tumore. Conoscendole una ad una, non solo possiamo identificarle specificatamente, ma anche conoscerne il ruolo e capire come combatterle o come convertirle a favore dei linfociti. Questo è il progetto di ricerca più avanzato che stiamo portando avanti.
Quali sono i prossimi passi?
Attualmente abbiamo messo a punto la procedura di isolamento dei linfociti, sappiamo identificare quelli che definiamo tumor reactive – ossia i linfociti che hanno riconosciuto il tumore e che quindi sono necessari per riconoscerlo nuovamente una volta infusi nel paziente. Abbiamo perfezionato le tecniche per riattivarli e riespanderli in vitro definendo al meglio i dettagli di una terapia sempre più mirata. Al momento stiamo lavorando alla documentazione da inviare alle autorità regolatorie competenti in previsione dell’avvio di uno studio clinico. Ci auguriamo di riuscire a trattare i primi pazienti entro la fine di quest’anno.

Ultime notizie
02/12/2024
02/12/2024
BANDO DI ASTA PUBBLICA PER LA VENDITA DI IMMOBILI
La Fondazione IRCCS Istituto Neurologico “Carlo Besta”, ha avviato la procedura di asta pubblica per la vendita dei beni immobili. Leggi il bando nella sezione BANDI DI GARA
Ultime notizie
28/11/2024
28/11/2024
GIORNATA NAZIONALE PARKINSON: AL BESTA GIORNATA DEDICATA A PAZIENTI E CAREGIVERS
In occasione della Giornata Nazionale Parkinson 2024 l’Istituto Neurologico Carlo Besta organizza un evento dedicato ai cittadini, pazienti e caregivers. L’appuntamento è per sabato 30 novembre a partire dalle ore 9.00 presso la Biblioteca Scientifica “Renato Boeri” dell’Istituto.
L’obiettivo è quello di offrire un aggiornamento sulle ultime novità nella gestione della malattia di Parkinson e dei Parkinsonismi atipici attraverso l’intervento di esperti che, oltre alla neurologia, abbracciano diversi ambiti specialistici.
L’iniziativa mira all’informazione e alla divulgazione nei confronti dei pazienti ed è organizzata dalla SC Neurologia 1 – Parkinson e Disturbi del Movimento dell’Istituto Besta (Direttore Dr. Roberto Eleopra) con il coordinamento della Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus ed il patrocinio della Società Italiana Parkinson e Disordini del Movimento Limpe-Dismov.
La mattinata si aprirà con una prima sessione dedicata all’aggiornamento sulle novità terapeutiche a partire dalla terapia infusionale sottocutanea con levodopa per la Malattia di Parkinson. Quando il paziente non è più controllato con la terapia farmacologica orale e presenta gravi fluttuazioni motorie si usano strategie di fase avanzata come le terapie infusionali che oggi si possono infondere a livello sottocutaneo in una modalità molto meno invasiva per il paziente rispetto all’infusione duodenale. Inoltre, la somministrazione della terapia tramite infusione avviene senza interruzioni per 24 ore permettendo un controllo della sintomatologia in maniera continua ed efficace.
La mattinata proseguirà con un approfondimento sul trattamento del tremore con gli ultrasuoni focalizzati. L’Istituto Besta è tra i pochi centri in Italia dove, dal 2019, viene utilizzata la terapia MRgFUS: una metodica mini-invasiva che viene eseguita sotto guida risonanza magnetica nucleare, e che permette di indurre, mediante ultrasuoni focalizzati, una piccola lesione a livello del nucleo ventrale intermedio mediale del talamo, migliorando il tremore. Più recentemente è stato avviato anche il trattamento con ultrasuoni della regione subtalamica nei pazienti con Parkinson senza tremore. Ad oggi è stato superato l’importante traguardo di oltre 300 trattamenti per il disturbo del movimento.
L’ultima parte della mattinata dedicata alle novità terapeutiche prende in considerazione la ricerca con le nuove prospettive delle sperimentazioni cliniche che il Besta sta portando avanti a livello nazionale ed internazionale. Oltre agli studi sulla malattia a livello generale, come ad esempio quelli dedicati agli anticorpi monoclonali che attaccano la proteina coinvolta nel Parkinson - l'α-sinucleina – si parlerà di medicina di precisione in relazione alla mutazione del gene specifico GBA.
La seconda parte della giornata affronterà in una tavola rotonda il tema della multidisciplinarietà nella presa in carico del paziente con un affondo anche sull’importantissimo ruolo del caregiver. Interverranno psicologi, fisiatri, nutrizionisti, neurologi e l’infermiere case manager del Besta, la figura che sta rivoluzionando la presa in carico del paziente con malattia cronica. Ampio spazio sarà poi dato alle domande dei pazienti per approfondire tutte le loro curiosità e dare così spazio al confronto diretto per sensibilizzare e informare in maniera corretta.

Ultime notizie
18/10/2024
18/10/2024
Come disdire un appuntamento

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17/10/2024
17/10/2024
MALATTIE MITOCONDRIALI: RICERCA DI BASE, TERAPIE AVANZATE, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E RUOLO DEI PAZIENTI NELLA RICERCA AL CENTRO DEL CONVEGNO NAZIONALE DELL'ASSOCIAZIONE MITOCON
I focus del 14° Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali organizzato dall’Associazione Mitocon, a Padova dal 25 al 27 ottobre. Le nuove scoperte dalla ricerca di base per l’individuazione di strategie per la cura e la prevenzione di queste malattie. L’importanza degli studi di storia naturale per una migliore caratterizzazione clinica. Nuovi approcci diagnostici applicati all’AI. Possibili terapie per specifiche mutazioni come il gene Opa1, la sindrome di MELAS o le sindromi da deplezione del DNA mitocondriale. Terapie avanzate in grado di correggere il DNA mitocondriale, come il gene editing e la terapia genica e strategie terapeutiche che utilizzano i microRNA. Obiettivo: costruire una ricerca vicina al paziente e con il paziente.
Tre giornate dedicate allo studio e alla cura delle malattie mitocondriali. Il Convegno Nazionale sulle Malattie Mitocondriali 2024 (Mitochondrial Disease Conference) apre con la presenza di tanti ricercatori ed esperti nazionali e internazionali che, con Mitocon, stanno portando avanti il progetto di trovare quella cura definitiva che ancora non esiste. I lavori del Convegno Scientifico si apriranno il 25 ottobre a Padova, polo di eccellenza per lo studio delle patologie mitocondriali. Carlo Viscomi, Professore Associato di Genetica presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e membro del Comitato Scientifico Mitocon. racconta l’attività di ricerca che sta guidando presso il centro patavino -“La nostra ricerca si sviluppa su due filoni tra loro connessi: il primo mira a capire i meccanismi delle malattie mitocondriali, il secondo allo sviluppo di nuove terapie, proprio partendo dai meccanismi di base. Stiamo inoltre sviluppando sia approcci terapeutici di tipo farmacologico sia di terapia genica basati sui vettori virali adeno-associati.
Focus su ricerca di base e nuove terapie, i temi al centro del congresso Mitocon.
Nonostante i recenti progressi, per le malattie mitocondriali mancano ancora cure definitive. Nell'ultimo decennio sono emerse terapie che stanno raggiungendo, o hanno già raggiunto, la fase dei trial clinici, con il potenziale di influenzare significativamente il decorso della malattia. Tuttavia, la traduzione di queste nuove terapie sperimentali negli esseri umani è stata messa alla prova dalla eterogeneità clinica e genetica. Attualmente, solo per la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) è disponibile una terapia in grado di rallentare la progressione della malattia. Anche gli studi retrospettivi sulla storia naturale, con il reclutamento di pazienti tramite i registri nazionali e internazionali sono stati fondamentali per approfondire il fenotipo di specifici disturbi. La ricerca di base sta facendo ulteriori passi avanti e rispetto al passato è sempre più importante l’integrazione tra attività di diagnostica e ricerca con il fine ultimo di trovare soluzioni terapeutiche per i pazienti. Lo spiega Valeria Tiranti, Vice Direttrice Scientifica dell’ Istituto “Carlo Besta” di Milano - Nei nostri laboratori abbiamo sviluppato modelli cellulari complessi, derivati dai pazienti, al fine di testare terapie farmacologiche e geniche. Stiamo inoltre lavorando ad approcci terapeutici sperimentali basati sull’utilizzo di nano-particelle e materiali biocompatibili, e di terapia genica precoce, volta a prevenire l’insorgenza di una patologia-.
Nella seconda giornata del Convegno, il mondo della ricerca si confronterà con rappresentanti delle istituzioni ed esperti di sviluppo di farmaci per discutere delle prospettive concrete e delle sfide, cliniche e regolatorie, poste dall’avvento delle terapie avanzate.
Protagonisti anche i Giovani Ricercatori in una sessione interamente dedicata alla presentazione dei loro studi, in linea con una delle priorità dell’Associazione che è quella di contribuire alla crescita e alla formazione d’eccellenza della nuova generazione di medici e ricercatori e garantire al contempo il fisiologico ricambio generazionale.
Focus sulle Neuropatie Ottiche Mitocondriali
Le neuropatie ottiche mitocondriali (MON) sono caratterizzate dal coinvolgimento preferenziale del fascio papillo-maculare (PBM) che porta ad atrofia temporale del nervo ottico e ad una perdita della visione centrale- spiega la dott.ssa Chiara La Morgia dell’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna - Le due principali MON sono la Neuropatia Ottica Ereditaria di Leber (LHON) causata, nella maggior parte dei casi, da 3 mutazioni primarie del DNA mitocondriale ed ereditata per via materna, con esordio prevalentemente in età giovanile-adulta, e l’Atrofia Ottica Dominante (DOA), malattia che solitamente inizia nell'infanzia e spesso riconosciuta quando il bambino inizia la scuola. Alle neuropatie ottiche di origine mitocondriale sarà dedicato un Simposio per discutere gli aspetti diagnostici, farmacogenomici, terapeutici e di storia naturale.
Focus su intelligenza artificiale e machine learning per migliorare il percorso diagnostico
Nel corso del Convegno, ampio spazio sarà dedicato ad un approfondimento sull’impiego dell’intelligenza artificiale e degli algoritmi di machine learning nella diagnosi delle malattie mitocondriali e nel monitoraggio dei pazienti. La diagnosi delle malattie mitocondriali è un processo complesso che richiede l’interpretazione esperta dei fenotipi, della storia familiare e delle informazioni biochimiche e istologiche. Questa complessità incide sui tassi di diagnosi e limita l'accesso alla prevenzione e alla corretta gestione della malattia. “Sfruttando l’intelligenza artificiale, alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa - spiega il prof. Andrea Bandini- abbiamo implementato metodologie di machine learning (ML) che potrebbero rivoluzionare la pratica clinica portando a un miglioramento della cura e della gestione dei pazienti mitocondriali e neurologici, attraverso lo sviluppo di strumenti multimodali e intelligenti per la valutazione clinica a distanza”.
Al tavolo della ricerca anche le persone
Il Convegno Mitocon è storicamente un importante momento di dialogo e confronto tra la comunità scientifica e i pazienti e viceversa. “Mitocon nasceva 17 anni fa con l’obiettivo di sostenere la ricerca scientifica ma anche di orientarla – afferma Marco Marmotta, Presidente Mitocon – questo progetto prosegue, non solo con il sostegno costante dell’Associazione alla ricerca scientifica ma anche con una partecipazione attiva dei pazienti ai tavoli scientifici. Solo lavorando insieme possiamo dare le risposte ai pazienti e possiamo tradurre la ricerca scientifica in cura”.
Le malattie mitocondriali, patologie complesse e multisistemiche
Con oltre 350 caratterizzazioni genetiche, le malattie mitocondriali sono tra le malattie metaboliche ereditarie più frequenti. Interessano il funzionamento dei mitocondri, piccoli organelli definiti le “centraline energetiche” della cellula, in quanto responsabili della produzione di energia. In realtà i mitocondri sono responsabili di una serie di processi metabolici molto complessi nonché della biosintesi di alcuni neurotrasmettitori cerebrali. Proprio perché i mitocondri sono presenti in tutti i tessuti e sono responsabili di molteplici funzioni, le malattie mitocondriali sono patologie complesse e multi-sistemiche, che possono insorgere a qualsiasi età con diversi sintomi e gravità. Colpiscono nel mondo una persona su 4.300 e in Italia sono circa 15.000 i pazienti diagnosticati.
MITOCON, l’impegno per la ricerca di una cura per le malattie mitocondriali
Dal 2011 Mitocon ha stanziato oltre 2.200.000 euro al sostegno di progetti di ricerca di base e applicata per migliorare la comprensione dei meccanismi di funzionamento dei mitocondri e sviluppare nuove terapie. Sostiene la ricerca scientifica per rendere concreta la speranza di trovare delle cure definitive e progetti volti a migliorare la qualità della vita delle persone affette da malattie mitocondriali, bambini e adulti, e le loro famiglie. In 17 anni, Mitocon è diventata in Italia il principale elemento di raccordo tra i pazienti, le famiglie, la comunità scientifica, l’industria e le istituzioni.

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16/10/2024
16/10/2024
INCLUSIONE PER TUTTI NEL MONDO DEL LAVORO: L’ISTITUTO BESTA, GRAZIE ALLA JOINT ACTION EUROPEA JACARDI, FORMA LE AZIENDE PER ESSERE PIU’ INCLUSIVE NEI CONFRONTI DELLE PERSONE CON MALATTIE CRONICHE
21 paesi europei si uniscono una delle più grandi iniziative europee volta a cercare soluzioni per la prevenzione e gestione delle malattie cardio e cerebrovascolari e del diabete. Al via a Parigi l’assemblea generale della Joint Action on Cardiovascular Diseases and Diabetes (JACARDI) che conduce 142 progetti pilota per un budget complessivo di 52 milioni di euro grazie all’impegno di 76 istituzioni partner coinvolte.
All’interno del progetto l’Italia ha un ruolo di primaria importanza. L’Istituto Superiore di Sanità è il coordinatore europeo del progetto e ha l’obiettivo di garantire una gestione e un coordinamento efficiente dell’intera Join Action.
L’Istituto Besta entra nel progetto Jacardi con il ruolo di co-leader del Work Package 11, dal titolo “Labour participation of people living with non-communicable diseases (NCDs), in particular with cardiovascular diseases and diabetes”. L’obiettivo è quello di supportare la partecipazione lavorativa delle persone che vivono con malattie non trasmissibili, in particolare con patologie croniche cardio e cerebrovascolari e diabete, identificando i fattori che ne ostacolano la partecipazione lavorativa per trovare soluzioni a livello organizzativo delle aziende, migliorando l’inclusione, l’inserimento, il mantenimento e il ritorno al lavoro.
Nello specifico, l’Istituto Besta svilupperà il corso «Workbox on inclusion and workability: a tool for Managers» di formazione e training sul management delle malattie croniche nel mondo del lavoro dedicatio in primo luogo alle PMI affinché le aziende diventino sempre più inclusive. Verrà dunque sviluppata una piattaforma nella quale saranno disponibili per tutte le aziende italiane materiali didattici su tematiche relative alla workability, inclusività e partecipazione lavorativa, video motivazionali e strumenti di valutazione. Le tematiche del progetto Jacardi vengono proposte anche nel corso di perfezionamento “Disability Manager e Mondo del Lavoro” dell’Università Cattolica di Milano e dell’Istituto Besta, sapendo che almeno 1 lavoratore su 4 ha una condizione di salute che impatta sulla workability.
“Questa assemblea generale di Jacardi coincide con un momento significativo, quello del G7 inclusione e disabilità in cui per la prima volta al mondo i ministri che si occupano di inclusione condivideranno strategie e impegni per contrastare le discriminazioni e garantire per tutti nella quotidianità una piena partecipazione civile e sociale. Attraverso l’esperienza maturata dall’Istituto Besta potremo veramente aiutare le aziende e i manager a portare avanti politiche di inclusioni per le persone con malattie croniche. Il nostro Corso di formazione online potrà partire da gennaio 2025 grazie al contributo di JACARDI” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia. “Se un’azienda vuole dimostrare di essere veramente inclusiva, deve esserlo anche nei confronti di tutti i lavoratori, con e senza malattie croniche, proponendo modifiche in grado di rendere l’ambiente lavorativo adatto ad accogliere qualsiasi persona fragile, sia in modo temporaneo che permanente» - conclude Leonardi.
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16/10/2024
16/10/2024
GUIDA PRATICA ALLA PRENOTAZIONE DI PRESTAZIONI DI SPECIALISTICA AMBULATORIALE DI PRIMO ACCESSO
È disponibile la guida pratica per la prenotazione di prestazioni di specialistica ambulatoriale di primo accesso (non di controllo), ovvero per prenotare una visita specialistica o accertamenti diagnostici/indagini strumentali, diffuso da Regione Lombardia. Qui di seguito è possibile trovare tutte le informazioni utili!

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11/09/2024
11/09/2024
CEFALEA CRONICA: NE SOFFRE IL 2% DEGLI ADOLESCENTI
AL CENTRO CEFALEE DELL’ISTITUTO BESTA IMPORTANTI RISULTATI ARRIVANO DA UN APPROCCIO CHE CONSIDERA L’EMICRANIA UN FENOMENO BIO-PSICO-SOCIALE
Sono centinaia i giovani adolescenti che ogni anno arrivano al Centro Cefalee dell’Istituto Neurologico Besta. Ogni lunedì, presso gli ambulatori dell’Istituto, si svolge un’attività clinica specifica dedicata ai più giovani per fornire un inquadramento diagnostico delle diverse forme di cefalea: prevalentemente emicrania e cefalea di tipo tensivo.
Questo tipo di cefalee può assumere una forma cronica che, secondo la letteratura scientifica, interessa il 2% dei giovani. Questi ragazzi lamentano un dolore pressochè quotidiano e che scarsamente risponde ai farmaci antidolorifici che di solito vengono utilizzati: questo perchè il sintomo del dolore spesso assume importanti connotazioni emotive.
Tensione, ansia, senso di inadeguatezza e fatica ad adattarsi alle situazioni sociali sono variabili che spesso determinano l’esordio o il persistere del dolore. Per questo motivo, oggi, nel proporre ai giovani pazienti un’adeguata strategia terapeutica, si tende a considerare l’emicrania come un fenomeno bio-psico-sociale in cui aspetti di tipo biologico sono strettamente connessi ad aspetti di tipo psicoemotivo e anche sociale.
Esistono alcune abitudini di vita – spesso poco osservate dai pazienti e dalle famiglie - che possono influenzare in maniera significativa l’andamento clinico di una forma di cefalea nei più giovani. Avere un’alimentazione regolare evitando di saltare la colazione al mattino, praticare sport o un’attività fisica regolare, e un corretto ritmo sonno veglia sono regole elementari che, se osservate, possono portare ad un miglioramento. Le recenti pubblicazioni che riguardano proprio le abitudini alimentari evidenziano come una regolare alimentazione con una colazione adeguata che prepara alle attività intellettuali della giornata scolastica può ridurre fino al 30 % la frequenza degli episodi di dolore. Anche il ruolo importante della attività fisica è stato confermato nel prevenire situazioni di malattia quali la depressione e il dolore cronico e tutto questo è ben documentato da autori che si sono impegnati con progetti di ricerca rigorosi che confermano come l’attività fisica possa sostituire la terapia farmacologica o anche la psicoterapia per la depressione con miglioramenti molto significativi degli indici di dolore e di depressione. Anche l’attività fisica può sostenere il miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione del caso dell’emicrania. Secondo lo studio “Exercise for the treatment of depression” BMJ. 2024 . L’attività fisica può sostenere un miglioramento clinico ottenuto da terapie farmacologiche di prevenzione nel caso della emicrania con risultati significativi in termini di riduzione frequenza e intensità degli attacchi fino al 25-30% e un miglioramento della disabilità indotta dalla condizione di malattia fino al 40%.
Spesso poi ci si dimentica di considerare l’ambiente in cui vivono i ragazzi: dalle situazioni conflittuali in famiglia, alle criticità vissute in ambiente scolastico che possono rendere gli adolescenti più vulnerabili, fragili e più facilmente esposti a manifestare con il “mal di testa” un disagio emotivo che non è riconosciuto in modo consapevole. “Il sintomo cefalea è molto diffuso e esprime un disagio spesso misconosciuto o sottovalutato e noi clinici pensiamo che il farmaco sia la sola soluzione, ma in molti casi non è così” – spiega la dottoressa Licia Grazzi, Responsabile SS Centro Cefalee - Neurologia 3 dell’Istituto Neurologico Besta. “Accostare alle terapie farmacologiche approcci che modificano il comportamento può essere la manovra vincente. È quindi importante educare i giovani e le loro famiglie alla pazienza e a coltivare le proprie risorse interiori per superare un momento difficile. Affrontare il dolore è un elemento imprescindibile in un corretto progetto di terapia e può prevenire condizioni di malattia come cefalea ed emicrania”.
In altre parole, secondo gli esperti del Centro Cefalee dell’Istituto Besta, occorre incoraggiare approcci di terapia multidisciplinare che rinforzino comportamenti corretti e stili di vita adeguati per favorire la salute del cervello. A questo proposito anche le nuove tecnologie giocano un ruolo importante. Le piattaforme di terapia comportamentale online, o la mindfulness praticata in presenza o online hanno permesso di continuare a seguire pazienti adulti e giovani nei loro programmi di terapia. Al Centro Cefalee del Besta la pratica di mindfulness viene associata a terapie con un miglioramento clinico significativo che tende a perdurare nel tempo arrivando a riduzioni del 50% della frequenza degli episodi di emicrania nei ragazzi che dimostrano un’adesione positiva al trattamento.
“I clinici che si occupano dei pazienti con cefalea ed emicrania possono davvero fare prevenzione in questo ambito partendo da istruzioni semplici e che fanno parte di una strategia terapeutica. Spesso queste semplici accortezze possono favorire un miglioramento significativo in termini di frequenza e intensità del dolore riducendo l’utilizzo delle terapie farmacologiche che rimangono di grande aiuto per situazioni specifiche e di elevato impatto clinico” – conclude Grazzi.

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09/09/2024
09/09/2024
Avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
Di seguito è possibile consultare l'avviso pubblico per l’aggiornamento dell’elenco degli avvocati libero professionisti cui conferire incarichi di rappresentanza in giudizio.
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06/09/2024
06/09/2024
SINDROME DI LEIGH: RICERCATORI DEL BESTA AL LAVORO PER SVILUPPARE UNA TERAPIA FARMACOLOGICA NEONATALE E UNA TERAPIA GENICA FETALE IN UTERO
Il progetto vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon ha ricevuto un finanziamento di 240mila euro e avrà durata biennale
Sviluppare una terapia farmacologica neonatale e una terapia genica fetale in utero per la sindrome di Leigh. È questo l’ambizioso progetto coordinato dal Dott. Dario Brunetti, Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano e Principal Investigator presso l’Istituto Neurologico Carlo Besta, vincitore del bando Multi-round promosso da Fondazione Telethon che ha selezionato 22 progetti di ricerca in tutta Italia dedicati alle malattie genetiche rare. Il progetto ha ricevuto un finanziamento pari a 240mila euro e avrà una durata biennale. Allo studio parteciperanno anche le dott.sse Alessia Di Donfrancesco e Alessia Adelizzi, insieme al dr. Ivano Di Meo e alla dott.ssa Valeria Tiranti dell’Istituto Neurologico Carlo Besta.
La sindrome di Leigh (LS) è una delle malattie mitocondriali più frequenti dell’età pediatrica che colpisce 1 su 36 mila nuovi nati. Si tratta di una malattia neuro-metabolica che interessa il sistema nervoso centrale e in particolare il tronco cerebrale e il cervelletto. I bambini colpiti presentano un progressivo ritardo dello sviluppo psicomotorio e disabilità neuromuscolari, che portano alla morte del paziente nei primi tre anni di vita.
Una delle cause principali di questa malattia è la mutazione del gene SURF1, coinvolto nel corretto funzionamento dei mitocondri, le centrali energetiche della cellula.
I recenti studi condotti dal gruppo di ricerca del Dott. Brunetti e dal gruppo del Prof. Alessandro Prigione dell’Università di Dusseldorf hanno permesso di capire come le mutazioni di SURF1 impattano negativamente sul neurosviluppo causando un blocco metabolico della cellula che ostacola il corretto differenziamento dei neuroni. Da qui l’intuizione che, un intervento terapeutico mirato e molto precoce o un approccio di terapia genica fetale, possano rappresentare una strategia promettente per contrastare lo sviluppo di questa patologia. Grazie al progetto finanziato da Telethon saranno quindi studiati questi due approcci terapeutici con ricerche condotte sul modello suino di sindrome di Leigh. Nel caso della terapia farmacologica si proverà a testare una classe di farmaci inibitori della fosfodiesterasi 5 (PDE5I), che hanno dato risposte positive in una sperimentazione europea fatta su modelli in vitro, con l’obiettivo di ripristinare il metabolismo cellulare durante lo sviluppo neurologico postnatale.
La terapia genica fetale da somministrare in utero, sviluppata dal Dott. Brunetti assieme al Professor Nicola Persico (assistito dalle dott.sse Simona Boito e Anastasia Giri), chirurgo fetale dell’Ospedale Policlinico e docente di Ostetricia e Ginecologia del Dipartimento di Scienze Cliniche e di comunità dell’Università Statale di Milano, si propone di risolvere il deficit genetico alla radice reinserendo la versione corretta del gene difettoso nel feto prima della nascita tramite iniezione eco-guidata in utero. La scelta di intervenire durante la fase fetale offre molti vantaggi rispetto alla terapia genica postnatale in quanto è possibile correggere il difetto genetico prima che si instaurino i processi patologici irreversibili, si sfrutta una fase dello sviluppo in cui la Barriera Emato Encefalica è ancora permeabile, permettendo un miglior delivery del gene terapeutico nel sistema nervoso centrale, il sistema immunitario immaturo e le ridotte dimensioni fetali permettono una riduzione della dose di virus da utilizzare, limitando i costi.
L’approccio mininvasivo di Terapia Genica Fetale in Utero ha il potenziale di poter esser facilmente traslato sulle donne gravide per trattare tantissime malattie genetiche. Pochi gruppi al mondo stanno lavorando su questa tecnica innovativa, che conferma l’eccellenza dei due centri ospedalieri milanesi (Istituto Besta e Policlinico) e il livello di avanguardia dell’Università degli studi di Milano.
“Lo sviluppo preclinico di una nuova strategia terapeutica per una malattia rara rappresenta un passaggio importante verso la traslazione della futura terapia sui pazienti. In particolar modo quando viene condotta su un Large Animal Model (il suino) vista la maggior vicinanza all’uomo sia in termini anatomici che metabolici. Spesso, come nel nostro caso ci si arriva dopo anni di ricerche condotte in modelli più semplici (cellule e topi) e grazie al contributo di tanti colleghi che ogni giorno con il proprio lavoro hanno aggiunto un nuovo tassello di conoscenza sui meccanismi di questa malattia. Vincere un bando Telethon è sempre una bella emozione visto l’altissimo livello di competizione. È una vittoria che condivido con tutti i colleghi coinvolti in questo studio multidisciplinare che vede coinvolti biologi, ginecologi e veterinari” – sottolinea il ricercatore Dario Brunetti.
La generazione nelle scrofe delle gravidanze con embrioni portatori della Sindrome di Leigh che verranno usati per la terapia genica in utero, è svolta presso lo stabulario autorizzato di Avantea a Cremona dal Dr. Roberto Duchi assistito dal Dr. Andrea Perota, dalla dr.ssa Maria Barandalla e dal dr. Marco Scaglia.

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31/07/2024
31/07/2024
ISTITUTO SUPERIORE DI SANITÀ: IL PROF GIUSEPPE LAURIA PINTER NOMINATO ESPERTO IN SENO AL COMITATO SCIENTIFICO
La Conferenza Unificata della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha nominato il Prof. Giuseppe Lauria Pinter tra gli esperti in seno al Comitato Scientifico dell’Istituto Superiore di Sanità, l’ente che svolge funzioni di ricerca, sperimentazione, controllo, consulenza, documentazione e formazione in materia di salute pubblica.
La nomina del Professor Lauria Pinter, Direttore Scientifico dell’Istituto Neurologico Besta di Milano, è avvenuta in seguito alla comunicazione da parte della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome del 12 luglio 2024. Lauria Pinter è stato designato per il suo percorso formativo e professionale in ambito neurologico e per la sua ricca produzione scientifica.
“Sono onorato per il conferimento di questo importante ruolo” – commenta il Prof. Giuseppe Lauria Pinter, Direttore Scientifico della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta. “L’Istituto superiore di sanità è un ente di fondamentale importanza per la salute pubblica del nostro Paese, un ente che guarda sempre al futuro dell’assistenza e dell’organizzazione sanitaria affinché sia equa e di qualità per tutti i cittadini. A favore di questo obbiettivo metterò a disposizione le mie conoscenze e la mia esperienza nel settore delle neuroscienze”.

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22/07/2024
22/07/2024
WORLD BRAIN DAY: LA SALUTE DEL CERVELLO VA COLTIVATA OGNI GIORNO
ATTRAVERSO UN CORRETTO STILE DI VITA E COLTIVANDO LE RELAZIONI SOCIALI SI PUO’ FARE PREVENZIONE SU MOLTE MALATTIE NEUROLOGICHE
Il 22 luglio si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del cervello. Il tema scelto quest’anno è “prevenzione e salute del cervello”. Si tratta di una riflessione molto importante che la Federazione Mondiale di Neurologia, assieme a tutte le grandi associazioni di neurologia e neuroriabilitazione mondiali, ha deciso di portare come priorità per sensibilizzare non solo le persone che si trovano ad affrontare una malattia che riguarda il nostro organo più complesso, ma tutti i cittadini. Spetta quindi ad ogni persona il delicato compito di aver cura del proprio cervello e di prestarvi particolare attenzione proprio come ci invita a fare il World Brain Day.
“La salute del cervello va intesa come una qualcosa che dobbiamo imparare a considerare ogni giorno, coltivandola. Fare prevenzione delle malattie del cervello vuol dire essere consapevoli che una dieta equilibrata, una corretta attività fisica e coltivare le relazioni sociali, sono azioni che hanno un ruolo fondamentale nel garantire il benessere del nostro cervello. Se si ha la salute del cervello, si ha salute, e quindi imparare a gestire e prevenire quei fattori che possono portare danno al proprio cervello è un esercizio che ognuno di noi può fare con semplicità. Questo è il grande messaggio di questa giornata, un messaggio che viene diffuso contemporaneamente da tutti i neurologi in tutti i Paesi nel mondo e anche dal nostro istituto. Occupatevi del vostro cervello, noi neurologi siamo qui per aiutarvi a farlo” – sottolinea Matilde Leonardi, Direttore della SC Neurologia, Salute Pubblica, Disabilità e del Coma Research Centre della Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano e membro del board dell’Accademia Europea di Neurologia.

Ultimo aggiornamento: 22/05/2024